Attualità, 14/2012, 15/07/2012, pag. 454
Svizzera - suicidio assistito: Più regole? No, più cura
In Svizzera il suicidio assistito è una vera e propria babele da troppi anni. E i cantoni cercano di correre ai ripari regolamentandolo per legge in modo più articolato di come lo è stato finora. Non si direbbe che la situazione possa essere intricata in un posto come la Svizzera, dove la possibilità di iniettarsi una dose letale per porre termine alla vita è stata introdotta fin dal 1940: la condizione fondamentale, che l’atto venga compiuto in totale autonomia dal suicidando, senza l’intervento attivo di chi lo ha aiutato a preparare il mix farmaceutico letale. Una sorta di zona grigia, una terra di nessuno che ha favorito negli anni il sorgere e proliferare di associazioni che hanno promosso e incentivato questo tipo di triste fine: Exit e Dignitas, le più note. Nel 2011 queste due organizzazioni hanno aiutato ben 560 persone a morire, un terzo dei suicidi che avvengono complessivamente nel paese.
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