Attualità, 14/2012, 15/07/2012, pag. 459
Sempre più secolarizzata. Storia e attualità dell'informazione religiosa in Italia sui grandi media
G. Mocellin
Nelle nostre società secolarizzate, caratterizzate dalla dimensione pluralista, il sistema dei media è in posizione tale che, a parte nuclei sempre più ristretti di aderenti o adepti, è probabile che la maggior parte delle persone apprenda la maggior parte di quello che sa di una religione dai media; e che sulla base di queste informazioni così assunte elabori una propria visione di quella data religione e perfino un iniziale proposito di adesione, o all’opposto, una scelta di formale abbandono. Ciò significa che analizzare il modo della presenza delle religioni all’interno della comunicazione pubblica contribuisce a rispondere agli interrogativi su come si delinei la relazione tra la religione e le singole persone, nonché su quale sia il posto della religione in una società di questo tipo. Di qui deve discendere, per chi – non importa se credente o «diversamente credente», o indifferente o «in ricerca» – sia consapevole dell’importanza di tale relazione e di tale presenza, una duplice preoccupazione: da un lato analizzare i percorsi e i criteri attraverso i quali i grandi mezzi d’informazione «passano» la notizia religiosa e verificare se e come è possibile migliorarne la qualità; dall’altro promuovere, all’interno delle «associazioni religiose» (il discorso non vale solo per le Chiese), sia la capacità di comunicare se stesse in modo consapevole e fecondo, sia quella di educare a una fruizione critica dei media, a maggior ragione quando a qualunque titolo (informazione, fiction, pubblicità) si interfacciano con la religione.
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