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Documenti, 15/2025

A Gaza la Chiesa rimane

Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme

«I sacerdoti e le suore hanno deciso di rimanere e continuare a prendersi cura di tutti coloro che si troveranno nei due complessi... Non può esserci futuro basato sulla prigionia, lo sfollamento dei palestinesi o la vendetta». Così hanno affermato il 26 agosto in una dichiarazione congiunta il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, e il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, dopo l’annuncio del Governo israeliano di voler procedere con lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza.

Sulla situazione pubblichiamo:

– la Dichiarazione dei patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme sull’attacco alla Chiesa cattolica della Santa Famiglia a Gaza (18.7.2025);

– le Dichiarazioni di sua beatitudine Teofilo III, patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, e del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino, all’apertura della conferenza stampa congiunta sulla visita pastorale a Gaza (22.7.2025);

– la Dichiarazione dei patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme sull’attacco perpetrato nella città cristiana di Taybeh (29.7.2025);

– la Dichiarazione congiunta del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme e del Patriarcato latino (26.8.2025).

Disponibile per tutti

Aspirate a cose grandi

Omelia nel giubileo dei giovani a Tor Vergata

Leone XIV

Il 3 agosto papa Leone XIV ha celebrato a Tor Vergata, alla presenza di oltre un milione di giovani, la messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù, detta anche «giubileo dei giovani», sinora la più grande funzione religiosa dell’anno santo, oltre alla più grande messa celebrata da Leone XIV. Ha esortato i giovani a puntare in alto nella loro vita e a non accontentarsi di cose superficiali. «Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle “cose di lassù”…, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità». Infatti «la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo… È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere». Nell’omelia, tenuta a tratti in spagnolo e in inglese oltre che in italiano, ha esortato i giovani: «Aspiriamo continuamente a un “di più” che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. ... Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima… Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con lui verso gli spazi eterni dell’infinito.

 

Tracce per la fase attuativa

Segreteria generale del Sinodo

Il 7 luglio è stato pubblicato dalla Segreteria generale del Sinodo il documento dal titolo Tracce per la fase attuativa del Sinodo. 2025-2028. Il testo, volto a offrire un quadro di riferimento per le Chiese locali di tutto il mondo nell’attuazione del Sinodo sulla sinodalità 2021-2024 e a promuovere il dialogo che condurrà all’Assemblea ecclesiale del 2028, si articola in quattro capitoli, scanditi da indicazioni per accompagnare l’ultima fase del processo sinodale avviato da papa Franceso e rilanciato ora dal nuovo pontefice. L’ottica di sinodalità e atteggiamento comunitario è stata confermata da Leone XIV, che ha istituito due ulteriori gruppi di studio accanto ai 10 creati da Francesco per approfondire la riflessione sui temi canonici, teologici e pastorali salienti emersi nel processo sinodale. Obiettivo primario del percorso è quello di ampliare la partecipazione a quanti sono ancora ai margini del cammino sinodale, persone e gruppi di diverse identità culturali e condizioni sociali, poveri ed esclusi in primis. L’introduzione al documento del card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, sottolinea il ruolo primario di una Chiesa che sappia essere «segno e strumento di unità» in questo «mondo che si avvita in una spirale di violenza e di guerra senza fine, che fa sempre più fatica a costruire occasioni di incontro e di dialogo, in vista del bene comune e della pace». La Segreteria generale del Sinodo manterrà un ruolo centrale di ascolto e accompagnamento, animando il dialogo e lo scambio tra le Chiese. Elencando le future tappe del cammino sinodale, viene annunciato il giubileo delle équipe sinodali, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2025.

 

Rimettere il debito ecologico

Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale

Con la nota tematica Giubileo 2025: remissione del debito ecologico, pubblicata il 24 giugno dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la Santa Sede ha nuovamente chiesto che sia cancellato il debito estero dei paesi più poveri. Infatti mentre il debito ecologico è causato soprattutto dai paesi industrializzati, i costi del consumo eccessivo di risorse naturali rappresentano un pesante fardello per le generazioni future e per il pianeta, che grava eccessivamente sui paesi più poveri e ne limita lo sviluppo non solo economico, ma anche umano: in definitiva il debito estero dei paesi poveri e il debito ecologico di quelli dei paesi ricchi sono due facce della stessa medaglia. «Proprio questo squilibrio ha portato molti a ritenere che i paesi in via di sviluppo vantino, nei confronti dei paesi più industrializzati, un vero e proprio credito ecologico, che dovrebbe almeno in parte compensare il debito finanziario da cui sono gravati».

Il documento viene pubblicato a metà dell’anno santo 2025 e riprende una delle tradizioni più antiche di questi «anni giubilari» ecclesiastici: la cancellazione del debito dei paesi più poveri. La richiesta era già stata formulata nella bolla d’indizione emanata da papa Francesco Spes non confundit del maggio 2024 e nel messaggio per la giornata mondiale della pace 2025. Secondo il nuovo documento, non si tratta di un gesto di solidarietà o di generosità, ma di giustizia da ristabilire. Tali iniziative non mirano a penalizzare i paesi più ricchi, ma a costruire una «nuova alleanza tra i popoli», per la quale le Chiese devono lavorare.

Appello per la giustizia climatica

Conferenze e consigli episcopali cattolici di Africa, America Latina e Carabi e Asia in occasione della COP 30

Dal 10 al 21 novembre si terrà a Belém, in Brasile, la 30ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, o COP 30. In vista di questo appuntamento, il 1° luglio è stato presentato presso la Sala stampa della Santa Sede il documento Un appello per la giustizia climatica e la casa comune: conversione ecologica, trasformazione e resistenza alle false soluzioni. Si tratta di un Messaggio delle conferenze e dei consigli episcopali cattolici di Africa, America Latina e Caraibi e Asia in occasione della COP 30, elaborato congiuntamente dal Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SCEAM), dalla Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia (FABC) e dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), coordinati dalla Pontificia commissione per l’America Latina (PCAL).

Frutto «del discernimento collettivo… in vista della COP 30 nel continente della speranza, invocando l’ispirazione dello Spirito Santo e in comunione con la missione della Chiesa universale», chiede che si affronti il problema del cambiamento climatico, che ha un impatto critico soprattutto nel Sud globale, con misure che non configurino una semplice ristrutturazione del modello capitalista, ma che rimettano al centro i popoli e la Terra rendendoli protagonisti del loro futuro. E chiede in questo la solidarietà delle Chiese del Nord globale.

 

Non abbandoniamo le aree interne

Cardinali, arcivescovi, vescovi e abati delle aree interne

Il 26 agosto, al termine di un convegno annuale che dal 2019 riunisce a Benevento i vescovi delle cosiddette «aree interne», zone del territorio italiano minacciate dallo spopolamento e dall’abbandono, i partecipanti hanno diffuso una Lettera aperta al Governo e al Parlamento, che ha già raccolto 136 firme ed è aperta a ulteriori sottoscrizioni, e che sarà consegnata all’Intergruppo parlamentare «Sviluppo Sud, isole e aree fragili». Il punto di partenza è una critica al Piano strategico nazionale delle aree interne, che è stato approvato il 9 aprile di quest’anno e sembra recepire come inevitabile per queste zone il calo demografico e lo spopolamento.

I vescovi italiani invece, poiché «in questo quadro complesso – e preoccupante! – la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale», chiedono «che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne» e sollecitano «le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel paese».

 

Al di là

Mons. Lauro Tisi, vescovo di Trento

«Che ne è di ognuno di noi dopo la morte? Saremo davvero consegnati a un tempo senza tempo, eterno?». Se lo chiede il vescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nella sua decima Lettera alla comunità, intitolata Al di là e diffusa in occasione della solennità del patrono San Vigilio il 26 giugno.

«Contro le immagini ingenue e disincarnate di paradisi eterei, la fede cristiana afferma la risurrezione dei corpi, l’identità personale di ognuno che non viene cancellata. Ma, anzi, va a dar vita alla grande comunione con gli altri fratelli e sorelle che hanno varcato la soglia della morte»: e la riflessione parte non a caso dai volti e dalle storie di persone appartenenti alla Chiesa di Trento, che hanno di recente dato una testimonianza di fede con la loro vita e la loro morte.

«L’eternità, per chi crede in Gesù, il Figlio crocifisso e risorto, non comincia solo dopo la morte corporea, ma nel momento storico presente, pur con tutta la sua precarietà e fragilità. La risurrezione non ha bisogno di visioni celesti. Basta sapere questo: chi è in Cristo, anche se muore, vive per sempre. Proprio perché la vita eterna è già qui operante in noi, il futuro non fa più paura: diventa certezza. Sulla quale costruire la propria vita nella linea del dono, come fece Gesù».

Critiche alla legge di bilancio

Cardinali e vescovi degli Stati Uniti

La Chiesa cattolica negli Stati Uniti sta tentando di fare opposizione all’amministrazione Trump sui temi sociali, con azioni che denotano tuttavia divisioni interne all’episcopato e un effetto in generale poco visibile. Il 26 giugno la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) in una Lettera al Congresso sulla riconciliazione del bilancio ha espresso una valutazione sfumata della legge di bilancio denominata dal presidente Donald Trump One big beautiful bill (Una grande bellissima legge), in quanto contiene disposizioni di ampia portata sulla tutela della vita ma anche tagli drastici all’assistenza sanitaria e sociale e un approccio non condivisibile alla gestione dell’immigrazione.

Lo stesso giorno, 20 tra cardinali e vescovi si sono uniti a una protesta interreligiosa contro il progetto di legge fiscale e di spesa del presidente Trump, firmando una Lettera dei leader religiosi nazionali ai senatori USA sul disegno di legge di bilancio HR1, che elenca le prevedibili conseguenze dei tagli ai servizi sociali e sanitari. Il testo inviato ai senatori del Congresso degli Stati Uniti afferma che l’approvazione della legge sarebbe un «fallimento morale per l’intera società americana». Tra i firmatari figurano i card. Robert McElroy (Washington) e Joseph Tobin (Newark), gli arcivescovi John Wester (Santa Fe) e Paul Etienne (Seattle), nonché rappresentanti protestanti, ebrei e islamici. Il One big beautiful bill act è stato approvato dal Congresso, e firmato dal presidente Trump il 4 luglio.

Come Francesco ha riformato la curia

Josef Sayer

La traduzione «in una forma costituzionale» delle principali preoccupazioni di riforma del pontificato di papa Francesco è la chiave attraverso la quale comprendere, secondo il teologo pastoralista Josef Sayer, la costituzione apostolica Praedicate Evangelium «sulla curia romana e il suo servizio alla Chiesa e al mondo», da lui emanata nel 2022. Questa tesi viene evidenziata ripercorrendo il lungo iter di redazione del documento, il ruolo svolto dal Consiglio dei cardinali e dai loro collaboratori, il parallelo sviluppo del pontificato e i suoi riferimenti principali: l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della misericordia, l’idea di una conversione missionaria della Chiesa, il volto della sinodalità ecclesiale.

Analizzando a fondo soprattutto il Preambolo, si sottolinea che «la costituzione opera un decisivo cambio di paradigma sulla base della Lumen gentiumSe il papa e i vescovi, entrambi come successori degli apostoli, guidano la Chiesa insieme, allora la curia non può occupare una posizione intermedia tra i due», ma non può che porsi «al servizio di entrambi», come si legge al n. 8 del Preambolo.

Il valore della vita

Il card. Robert Francis Prevost alla consegna di un dottorato honoris causa a Chiclayo, Perù, nel 2023

Il 14 ottobre 2023, in occasione del 25° anniversario dell’Università cattolica Santo Toribio de Mogrovejo di Chiclayo (Perù), il card. Robert Francis Prevost, divenuto papa Leone XIV l’8 maggio di quest’anno, è stato insignito di un dottorato honoris causa. Nell’occasione ha tenuto un discorso significativo, nel quale si rifà al pensiero di due cardinali statunitensi, come lui legati a Chicago, e cioè Joseph Bernardin e Blase Cupich, per promuovere un’etica coerente della vita che difenda la dignità umana dal concepimento alla morte naturale. Un testo che letto per intero offre una panoramica delle convinzioni pastorali e teologiche che Leone XIV porta nel suo magistero pontificio.

«L’aborto, la guerra, la povertà, l’eutanasia e la pena capitale condividono un’identità comune: tutte si fondano sulla negazione del diritto alla vita. Potremmo aggiungere altre questioni, come gli effetti dell’intelligenza artificiale, il traffico di esseri umani e i diritti dei migranti… La nostra risposta a tutte queste sfide richiede coerenza, in base al rispetto della dignità della vita umana… Coloro che difendono il diritto alla vita dei più vulnerabili devono essere altrettanto visibili nel sostenere la qualità della vita dei più deboli tra noi: anziani, bambini, affamati, senzatetto e migranti senza documenti».