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Documenti, 13/2005

Una sintesi autorevole e fedele

Il Compendio del Catechismo
«Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa cattolica… per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità, affidata da Dio alla Chiesa» (Benedetto XVI). Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, presentato lo scorso 28 giugno a conclusione del lavoro di un’apposita commissione (presieduta dal card. Ratzinger) istituita da Giovanni Paolo II nel 2003, si presenta come risposta all’esigenza di «un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa…, approvato dal papa e destinato a tutta la Chiesa». Una richiesta in tal senso era emersa nel 2002, al Congresso catechistico internazionale celebrato nel decimo anniversario della promulgazione del Catechismo (cf. Regno-doc. 19,2002,600ss). Come sottolinea l’allora card. Ratzinger nell’Introduzione al Compendio – che pubblichiamo insieme al motu proprio per l’approvazione e la pubblicazione e al discorso di Benedetto XVI alla conferenza stampa di presentazione –, tra le sue caratteristiche principali vi è «la forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte… (e) potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

Il Compendio del Catechismo: Motu proprio

Benedetto XVI
«Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa cattolica… per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità, affidata da Dio alla Chiesa» (Benedetto XVI). Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, presentato lo scorso 28 giugno a conclusione del lavoro di un’apposita commissione (presieduta dal card. Ratzinger) istituita da Giovanni Paolo II nel 2003, si presenta come risposta all’esigenza di «un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa…, approvato dal papa e destinato a tutta la Chiesa». Una richiesta in tal senso era emersa nel 2002, al Congresso catechistico internazionale celebrato nel decimo anniversario della promulgazione del Catechismo (cf. Regno-doc. 19,2002,600ss). Come sottolinea l’allora card. Ratzinger nell’Introduzione al Compendio – che pubblichiamo insieme al motu proprio per l’approvazione e la pubblicazione e al discorso di Benedetto XVI alla conferenza stampa di presentazione –, tra le sue caratteristiche principali vi è «la forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte… (e) potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

Il Compendio del Catechismo: essenzialità e chiarezza della dottrina

Benedetto XVI
«Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa cattolica… per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità, affidata da Dio alla Chiesa» (Benedetto XVI). Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, presentato lo scorso 28 giugno a conclusione del lavoro di un’apposita commissione (presieduta dal card. Ratzinger) istituita da Giovanni Paolo II nel 2003, si presenta come risposta all’esigenza di «un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa…, approvato dal papa e destinato a tutta la Chiesa». Una richiesta in tal senso era emersa nel 2002, al Congresso catechistico internazionale celebrato nel decimo anniversario della promulgazione del Catechismo (cf. Regno-doc. 19,2002,600ss). Come sottolinea l’allora card. Ratzinger nell’Introduzione al Compendio – che pubblichiamo insieme al motu proprio per l’approvazione e la pubblicazione e al discorso di Benedetto XVI alla conferenza stampa di presentazione –, tra le sue caratteristiche principali vi è «la forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte… (e) potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

Introduzione al Compendio

Card. J. Ratzinger
«Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa cattolica… per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità, affidata da Dio alla Chiesa» (Benedetto XVI). Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, presentato lo scorso 28 giugno a conclusione del lavoro di un’apposita commissione (presieduta dal card. Ratzinger) istituita da Giovanni Paolo II nel 2003, si presenta come risposta all’esigenza di «un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa…, approvato dal papa e destinato a tutta la Chiesa». Una richiesta in tal senso era emersa nel 2002, al Congresso catechistico internazionale celebrato nel decimo anniversario della promulgazione del Catechismo (cf. Regno-doc. 19,2002,600ss). Come sottolinea l’allora card. Ratzinger nell’Introduzione al Compendio – che pubblichiamo insieme al motu proprio per l’approvazione e la pubblicazione e al discorso di Benedetto XVI alla conferenza stampa di presentazione –, tra le sue caratteristiche principali vi è «la forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte… (e) potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

Notificazione sul libro di p. Haight

Congregazione per la dottrina della fede
«Il libro Jesus Symbol of God conteneva affermazioni contrarie alle verità della fede divina e cattolica appartenenti al primo comma della Professio fidei,... Di conseguenza, è vietato all’autore l’insegnamento della teologia cattolica finché le sue posizioni non siano rettificate così da essere in piena conformità con la dottrina della Chiesa». Al termine di un procedimento di esame dottrinale avviatosi nel 2000 e condotto secondo il Regolamento per l’esame delle dottrine (1997), lo scorso 7-8 febbraio è stata resa pubblica dalla Congregazione per la dottrina della fede una Notificazione sul libro Jesus Symbol of God di padre Roger Haight sj. I rilievi, oltre che sul metodo teologico, si appuntano su affermazioni erronee riguardanti «la preesistenza del Verbo, la divinità di Gesù, la Trinità, il valore salvifico della morte di Gesù, l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Gesù e della Chiesa, e la risurrezione di Gesù». Il provvedimento disciplinare assunto «è un giudizio unicamente sull’idoneità dell’autore a insegnare teologia cattolica, date le sue attuali erronee posizioni teologiche» (vescovi USA, cf. riquadro a p. 327). Il teologo gesuita Roger Haight, il cui volume ha venduto dal 1999 più di 10.000 copie, attualmente insegna a New York presso lo Union Theological Seminary, un’istituzione accademica ecumenica.

I vescovi USA sulla notificazione a p. Haight: confermare nella fede

Vescovi USA
In merito alla Notificazione a proposito del libro Jesus Symbol of God di padre Roger Haight sj (cf. qui a lato), il Comitato per la dottrina della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha approvato il 14 marzo 2005, e pubblicato il 17, una Dichiarazione che conferma il sostegno alle decisioni della Santa Sede e riafferma l’importanza dell’autentica ricerca teologica. La proponiamo in una nostra traduzione dall’inglese (www.usccb.org).

Il matrimonio nel disegno di Dio

Benedetto XVI al convegno diocesano di Roma su famiglia e comunità cristiana
«Le varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio, come le unioni libere e il “matrimonio di prova”, fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono… espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo». Aprendo come vescovo di Roma il convegno ecclesiale della diocesi capitolina su «Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede» (6-9.6.2005), Benedetto XVI ha svolto il 6 giugno scorso una relazione sul fondamento antropologico e teologico della famiglia, ribadendo con forza la dottrina della Chiesa su questioni morali e sociali d’attualità. Rispetto al problema dell’educazione delle nuove generazioni, ha affermato il papa, «oggi un ostacolo particolarmente insidioso… è costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie… È molto importante perciò, accanto alla parola della Chiesa, la testimonianza e l’impegno pubblico delle famiglie cristiane, specialmente per riaffermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi e amministrativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli, compito essenziale per il nostro comune futuro».

Davanti al referendum e verso Verona

CEI-54a Assemblea generale
«Inizio… il servizio nuovo e inatteso a cui il Signore mi ha chiamato sentendomi intimamente confortato dalla vostra vicinanza e solidarietà… Siete attualmente impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita… vi sono vicino con la parola e con la preghiera». Pochi giorni prima del referendum sulla procreazione medicalmente assistita (12.6.2005), e in forma abbreviata a causa del rinvio seguito alla morte di Giovanni Paolo II e all’elezione di Benedetto XVI, la 54a Assemblea generale dei vescovi italiani che si è svolta a Roma il 30 e 31 maggio 2005 è stata polarizzata dalla presenza del nuovo papa, acclamato cordialmente, e dalla forte esposizione a favore dell’astensione nell’appuntamento referendario (cf. Regno-att. 12,2005,371ss). Prende di qui l’avvio inoltre, sul versante pastorale, il cammino di preparazione al IV Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana, che si celebrerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, con l’approvazione della Traccia di riflessione a firma del Comitato preparatorio (cf. in questo numero a p. 338ss).

Un peculiare legame

Benedetto XVI alla 54a Assemblea CEI
«Inizio… il servizio nuovo e inatteso a cui il Signore mi ha chiamato sentendomi intimamente confortato dalla vostra vicinanza e solidarietà… Siete attualmente impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita… vi sono vicino con la parola e con la preghiera». Pochi giorni prima del referendum sulla procreazione medicalmente assistita (12.6.2005), e in forma abbreviata a causa del rinvio seguito alla morte di Giovanni Paolo II e all’elezione di Benedetto XVI, la 54a Assemblea generale dei vescovi italiani che si è svolta a Roma il 30 e 31 maggio 2005 è stata polarizzata dalla presenza del nuovo papa, acclamato cordialmente, e dalla forte esposizione a favore dell’astensione nell’appuntamento referendario (cf. Regno-att. 12,2005,371ss). Prende di qui l’avvio inoltre, sul versante pastorale, il cammino di preparazione al IV Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana, che si celebrerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, con l’approvazione della Traccia di riflessione a firma del Comitato preparatorio (cf. in questo numero a p. 338ss).

La CEI e il papa

Comunicato finale della 54a Assemblea della CEI
«Inizio… il servizio nuovo e inatteso a cui il Signore mi ha chiamato sentendomi intimamente confortato dalla vostra vicinanza e solidarietà… Siete attualmente impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita… vi sono vicino con la parola e con la preghiera». Pochi giorni prima del referendum sulla procreazione medicalmente assistita (12.6.2005), e in forma abbreviata a causa del rinvio seguito alla morte di Giovanni Paolo II e all’elezione di Benedetto XVI, la 54a Assemblea generale dei vescovi italiani che si è svolta a Roma il 30 e 31 maggio 2005 è stata polarizzata dalla presenza del nuovo papa, acclamato cordialmente, e dalla forte esposizione a favore dell’astensione nell’appuntamento referendario (cf. Regno-att. 12,2005,371ss). Prende di qui l’avvio inoltre, sul versante pastorale, il cammino di preparazione al IV Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana, che si celebrerà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, con l’approvazione della Traccia di riflessione a firma del Comitato preparatorio (cf. in questo numero a p. 338ss).

Verona 2006, Traccia di riflessione

Comitato preparatorio del IV Convegno ecclesiale nazionale
Ipotizzato e abbozzato nelle ultime Assemblee generali della Conferenza episcopale italiana, a partire da quella del novembre 2002, il IV Convegno ecclesiale nazionale previsto a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006 entra nel vivo della sua preparazione con questo testo del Comitato preparatorio, approvato dall’assemblea del maggio scorso (cf. Regno-att. 12,2005,371 e in questo numero a p. 332ss). Più che un documento preparatorio il testo vuole essere un sussidio alla discussione che si svolgerà nelle diocesi italiane fra settembre 2005 e maggio 2006. Fra giugno e settembre 2006 si raccoglieranno le reazioni e le riflessioni di diocesi, organismi e aggregazioni laicali. Il tema di fondo è il cristiano come «narratore della speranza» nel contesto pubblico dell’Italia di questo decennio. La priorità riconosciuta alla testimonianza della speranza si muove sullo sfondo della missionarietà, della cultura e della spiritualità. Il documento si compone di una premessa, di quattro capitoli e di una conclusione. «Intende far convergere quattro fondamentali elementi: la persona di Gesù, il Risorto che vive in mezzo a noi; il mondo, nella concretezza della svolta sociale e culturale della quale noi stessi siamo destinatari e protagonisti; le attese di questo mondo, che il Vangelo apre alla vera speranza che viene da Dio; l’impegno dei fedeli cristiani, in particolare dei laici, per essere testimoni credibili del Risorto attraverso una vita rinnovata e capace di cambiare la storia».

Il Signore verrà

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).

Il relativismo del cristiano

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).

La mia Milano, la mia Gerusalemme

Card. C.M. Martini, 25 anni di episcopato
In occasione del 25° di episcopato del card. Carlo Maria Martini, la diocesi di Milano ha offerto al suo arcivescovo emerito due celebrazioni liturgiche: l’8 maggio in Duomo e il 10 al seminario di Venegono. Sotto il segno del rendimento di grazie «perché mi è stato dato di rendere testimonianza al messaggio della tenerezza di Dio» la prima omelia; sulla veglia dei pastori su se stessi e sul gregge in tempi difficili, la seconda. Entrambe hanno una marcata tensione escatologica: «Si dice giustamente che nel mondo c’è molto relativismo, che tutte le cose sono prese quasi valessero come tutte le altre, ma c’è pure un “relativismo cristiano”, che è il leggere tutte le cose in relazione al momento nel quale la storia sarà palesemente giudicata» (Duomo); a Gerusalemme per influsso dello Spirito, Martini affida la Chiesa di Milano alla Parola, perché attraverso la Parola riconosca il mistero d’Israele e abbia il coraggio di guardare alla «gloria di Dio» risplendente nell’ignominia della croce del Figlio (Venegono).

Sì, c'importa la famiglia

Vescovi spagnoli
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

Le religioni sul matrimonio

Vescovi spagnoli
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

Sull'obiezione di coscienza

Vescovi spagnoli sul matrimonio
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

Ne va del nostro futuro

Card. A.M. Rouco Varela sul matrimonio
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

Manifestare pubblicamente

Comitato esecutivo dei vescovi spagnoli sul matrimonio
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

Ormai un contratto inconsistente

Ufficio stampa dei vescovi spagnoli sul matrimonio
«Qualsiasi modifica dell’istituzione matrimoniale richiede una profonda riflessione e un ampio dialogo e consenso sociale» (Chiese e confessioni religiose in Spagna). «Ci troviamo di fronte a una questione di grande emergenza morale e sociale che esige dai cittadini, in particolare dai cattolici, una risposta chiara e incisiva attraverso tutti i mezzi legittimi» (Comitato esecutivo). Le recenti modifiche del Codice civile in tema di diritto matrimoniale, approvate il 29 (divorzio anche dopo tre mesi) e 30 giugno (matrimonio di coppie omosessuali) dal Parlamento spagnolo, hanno suscitato opposizione nelle Chiese e comunità religiose del paese, e un’ondata di proteste culminate nella manifestazione del 18 giugno promossa dall’associazione Forum per la famiglia. A documentazione del dibattito tenutosi nel paese pubblichiamo: il comunicato stampa Le principali confessioni religiose di Spagna si uniscono per chiedere al Parlamento che non si modifichi la regolamentazione giuridica del matrimonio (20.4.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sull’obiezione di coscienza di fronte a una legge radicalmente ingiusta che corrompe l’istituzione matrimoniale (5.5.2005); il testo dell’intervento radiofonico settimanale dell’arcivescovo di Madrid card. A.M. Rouco Varela sulla rete COPE, Sì, c’importa la famiglia, nell’ora più critica della sua storia (12.6.2005); la nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola Sì, c’importa la famiglia! (9.6.2005); il comunicato dell’Ufficio stampa della Conferenza episcopale Di fronte all’eliminazione del matrimonio dal Codice civile, in quanto unione di un uomo e di una donna, e alla sua riduzione a mero contratto rescindibile unilateralmente (30.6.2005). Originali: stampe (4.7.2005) da sito Internet www.conferenciaepiscopal.es. Nostre traduzioni dallo spagnolo.

No alla ridefinizione del matrimonio

Vescovi del Canada
«Il rischio che si corre a giocare con la definizione di matrimonio e di famiglia è alto». È la sintesi della posizione espressa lo scorso 18 maggio dalla Conferenza dei vescovi cattolici del Canada, nel corso dell’audizione ottenuta davanti alla Commissione della Camera dei comuni che stava esaminando il Progetto di legge C-38, con cui si definirebbe il matrimonio semplicemente «l’unione legale tra due persone». Approvato dal ramo basso del Parlamento canadese il 28 giugno e ora all’esame del Senato, se andrà in vigore aprirà la strada, nelle intenzioni dei proponenti, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, in analogia con quanto ha recentemente deliberato il Parlamento spagnolo. Il documento presentato alla Commissione parlamentare dai vescovi s’inserisce in una lunga serie di interventi espressi a partire dall’autunno 2002 sia dalla Conferenza episcopale, sia da singoli vescovi (cf. Regno-att. 6,2005,168), concentrandosi soprattutto sul dovere dello stato di difendere e anzi di promuovere il matrimonio e la famiglia, in virtù della «potenzialità di trasmettere la vita», rispetto ad «altre forme di unione, che non hanno tale pontenzialità».

La clonazione, contraria alla dignità umana

Nazioni Unite, Santa Sede
«Gli stati membri sono invitati a proibire tutte le forme di clonazione degli esseri umani in quanto esse sono incompatibili con la dignità dell’uomo e con la protezione della vita umana». L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunitasi l’8 marzo 2005 in uno dei meeting della 59a sessione, sul progetto «Convenzione internazionale contro la clonazione riproduttiva degli esseri umani», ha adottato la risoluzione 59/280, la quale approva una Dichiarazione sulla clonazione umana che ne chiede agli stati membri la proibizione, senza distinzioni tra finalità terapeutiche e finalità riproduttive, in quanto pratica rischiosa e contraria alla dignità dell’uomo. La dichiarazione, passata con 84 voti favorevoli, 34 contrari, 37 astenuti e 6 assenti, non ha tuttavia carattere vincolante. La discussione in assemblea plenaria era stata preceduta da un dibattito preparatorio tenutosi il 21 e 22 ottobre 2004 in seno alla Sesta commissione, al quale la Santa Sede ha contribuito con il documento preparatorio che qui pubblichiamo insieme alla risoluzione dell’Assemblea generale.

Per l'interdizione della clonazione umana

Santa Sede
«Gli stati membri sono invitati a proibire tutte le forme di clonazione degli esseri umani in quanto esse sono incompatibili con la dignità dell’uomo e con la protezione della vita umana». L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunitasi l’8 marzo 2005 in uno dei meeting della 59a sessione, sul progetto «Convenzione internazionale contro la clonazione riproduttiva degli esseri umani», ha adottato la risoluzione 59/280, la quale approva una Dichiarazione sulla clonazione umana che ne chiede agli stati membri la proibizione, senza distinzioni tra finalità terapeutiche e finalità riproduttive, in quanto pratica rischiosa e contraria alla dignità dell’uomo. La dichiarazione, passata con 84 voti favorevoli, 34 contrari, 37 astenuti e 6 assenti, non ha tuttavia carattere vincolante. La discussione in assemblea plenaria era stata preceduta da un dibattito preparatorio tenutosi il 21 e 22 ottobre 2004 in seno alla Sesta commissione, al quale la Santa Sede ha contribuito con il documento preparatorio che qui pubblichiamo insieme alla risoluzione dell’Assemblea generale.

Sulla clonazione umana

Assemblea generale ONU
«Gli stati membri sono invitati a proibire tutte le forme di clonazione degli esseri umani in quanto esse sono incompatibili con la dignità dell’uomo e con la protezione della vita umana». L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunitasi l’8 marzo 2005 in uno dei meeting della 59a sessione, sul progetto «Convenzione internazionale contro la clonazione riproduttiva degli esseri umani», ha adottato la risoluzione 59/280, la quale approva una Dichiarazione sulla clonazione umana che ne chiede agli stati membri la proibizione, senza distinzioni tra finalità terapeutiche e finalità riproduttive, in quanto pratica rischiosa e contraria alla dignità dell’uomo. La dichiarazione, passata con 84 voti favorevoli, 34 contrari, 37 astenuti e 6 assenti, non ha tuttavia carattere vincolante. La discussione in assemblea plenaria era stata preceduta da un dibattito preparatorio tenutosi il 21 e 22 ottobre 2004 in seno alla Sesta commissione, al quale la Santa Sede ha contribuito con il documento preparatorio che qui pubblichiamo insieme alla risoluzione dell’Assemblea generale.

Ottavo rapporto

Gruppo misto di lavoro cattolici-CEC
Il periodo di tempo in cui l’attuale Gruppo misto di lavoro (GML) tra il Consiglio ecumenico delle Chiese e la Chiesa cattolica romana ha operato (1999-2005) ha visto l’intensificarsi di una partecipazione della Chiesa cattolica sempre più qualificata e convinta dell’impegno ecumenico, ma è anche stato il teatro di «situazioni difficili e tragiche per il mondo» e di «nuove sfide per le Chiese» e per l’ecumenismo stesso. Questo Ottavo rapporto, licenziato all’inizio del 2005, rende conto degli intensi scambi di visite, delle numerose riunioni, dei documenti di studio e dei gruppi di lavoro che hanno caratterizzato l’attività del Gruppo misto; in altre parole, dell’esperienza di «fraternità cristiana» vissuta dai membri del gruppo. Si va dalla partecipazione ecumenica al giubileo della Chiesa cattolica nel 2000, alla giornata di preghiera per la pace ad Assisi a sfondo interreligioso nel 2002; ma vi sono stati anche i riflessi delle frizioni con le Chiese ortodosse nel CEC a seguito dell’VIII Assemblea di Harare; o le riflessioni su come coinvolgere nel movimento ecumenico le comunità evangelicali e pentecostali. Significativamente tra il 2004 e il 2005 cadono il 40o di promulgazione del decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio e conseguentemente della fondazione del Gruppo misto di lavoro. Questo rapporto, che viene presentato alla IX Assemblea del CEC di Porto Alegre (febbraio 2006), rappresenta quindi il bilancio di un mandato ma anche di un’intera stagione, straordinariamente feconda, di relazioni ecumeniche.

Incontro tra Benedetto XVI e Samuel Kobia

Incontro tra Benedetto XVI e Samuel Kobia Incontro tra Benedetto XVI e Samuel Kobia Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Samuel Kobia, ha incontrato papa Benedetto XVI in Vaticano il 16 giugno scorso. Ricordando gli anni in cui l�allora card. Ratzinger fece parte del Gruppo misto di lavoro tra la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle...