È un libro che dà parole alla prassi sinodale, perché ne offre un quadro d’insieme e non si limita ad affrontare alcuni argomenti o questioni prospettandoli semplicemente una dopo l’altro; mostra la radicalità della svolta in atto, nel quadro della recezione del Concilio, mentre illustra le più importanti questioni aperte sulla forma sinodale e l’esercizio della sinodalità di Chiesa.
Nell’insegnamento di papa Francesco l’occorrenza del termine «colonialismo» si connette frequentemente all’aggettivo «nuovo» (qualche volta a «postmoderno»).
L’importanza del personaggio è nota. Principale collaboratore di Agostino Casaroli già prima che il presule piacentino ascendesse nel 1979 al cardinalato e alla guida della Segretaria di stato, egli rappresenta uno dei protagonisti sia del rilancio del ruolo internazionale della Santa Sede.
La posizione di Joseph Moingt è certamente critica, ma dobbiamo chiederci che tipo di critica sia. Se i nostri tempi sono effettivamente inclini alla critica, spesso si tratta di una semplice denuncia, per di più globale. Ma può anche assumere la forma di differenziazioni all’interno di un determinato ambito, ed essere efficace. Dobbiamo quindi spiegare che cosa intendiamo.
La ricerca della giustizia è un’istanza radicale che accompagna le nostre esistenze individuali e l’evoluzione delle società in ogni tempo e in ogni luogo; tuttavia, ci sono dei momenti storici particolarmente densi, che potremmo definire di passaggio, nei quali si delinea o viene a maturazione un vero e proprio «salto di paradigma». Il tempo che stiamo vivendo potrebbe segnare uno di questi cruciali passaggi, dal modello afflittivo-retributivo a quello riparativo-rigenerativo.
Ormai quasi quarant’anni fa osavo sostenere «che la teologia, fra tutte le scritture, è quella che dà senz’altro il piacere più grande».
I frequenti riferimenti della memoria ecclesiale testimoniano il rilievo dello scolopio Ernesto Balducci (1922-1992) nella vicenda dell’Italia postconciliare.
Per motivi biografici (sono una donna credente) e per motivi intellettuali e ministeriali (sono una teologa con un particolare interesse per l’ecclesiologia), da molti anni mi occupo della questione femminile nella Chiesa, dovendo ormai riconoscere che fare questo tipo di lavoro è disorientante.
Nell’intervista rilasciata all’Associated press (AP) il 24 gennaio scorso papa Francesco è ritornato sul tema delle dimissioni dal ministero petrino. Lo aveva già affrontato in precedenti occasioni, nelle quali aveva smentito l’intenzione di rinunciare all’ufficio papale, senza escludere però la possibilità di future dimissioni.