«La “dottrina della scoperta” non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica. La ricerca storica dimostra chiaramente che i documenti papali in questione, scritti in un periodo storico specifico e legati a questioni politiche, non sono mai stati considerati espressioni della fede cattolica. Allo stesso tempo, la Chiesa riconosce che queste bolle papali non riflettevano adeguatamente la pari dignità e i diritti dei popoli indigeni». La Nota congiunta sulla «dottrina della scoperta» dei Dicasteri per la cultura e l’educazione e per il servizio dello sviluppo umano integrale, pubblicata il 30 marzo 2023, ha voluto affrontare e risolvere definitivamente la questione della presunta «giustificazione teologica» data dalle autorità ecclesiastiche dell’epoca all’appropriazione delle terre degli indigeni da parte delle potenze coloniali. Il tema era riemerso periodicamente, ma soprattutto di recente in occasione della visita di papa Francesco in Canada (Regno-doc. 17,2022,532). La Nota ora pubblicata chiarisce anche che grazie a «un rinnovato dialogo con i popoli indigeni, soprattutto con quelli che professano la fede cattolica», la Chiesa ha acquisito «una maggiore consapevolezza delle loro sofferenze, passate e presenti, dovute all’espropriazione delle loro terre, che considerano un dono sacro di Dio e dei loro antenati, e alle politiche di assimilazione forzata, promosse dalle autorità governative del tempo, volte a eliminare le loro culture indigene».
Il 26 aprile, nel corso di un «punto stampa» sulla composizione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (4-29 ottobre 2023), la Sala stampa della Santa Sede ha reso nota la decisione di papa Francesco di modificare la composizione dell’Assemblea del Sinodo dei vescovi, ampliando il numero dei membri non vescovi e conseguentemente il diritto di voto. Il documento diffuso nell’occasione è reperibile sul sito web synod.va (bit.ly/3Hj8ePm). Qui pubblichiamo alcuni stralci relativi alle novità introdotte e al loro significato.
All’interno del processo della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» (informalmente chiamata «Sinodo sulla sinodalità»), nei mesi di febbraio e marzo 2023 si sono svolte 7 assemblee continentali. Quella europea si è tenuta dal 5 al 12 febbraio, prima tra i delegati delle 39 Chiese membri del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), poi tra i presidenti delle conferenze episcopali europee (cf. Regno-doc. 5,2023,140; Regno-att. 4,2023,73). Essa ha prodotto un testo che, rielaborato sulla base delle osservazioni pervenute, è stato consegnato alla Segreteria del Sinodo. Insieme a quelli delle altre assemblee continentali costituirà la base per la stesura dello «strumento di lavoro» (Instrumentum laboris) per la prima sessione dell’Assemblea sinodale, prevista per ottobre 2023.
Il Dossier conclusivo, com’è intitolato, presenta la fotografia di una Chiesa europea dove emergono tensioni irrisolte su molti livelli, trattate diffusamente nel c. 3 su «Le Chiese europee di fronte alla sinodalità: interrogativi e tensioni», e individua nello stile sinodale la modalità per ricomporle in «unità nella diversità».
«Difendiamo il diritto a migrare, che può essere esercitato non solo da coloro che fuggono da minacce alla loro sicurezza, ma anche da coloro che vogliono costruire una vita migliore per sé e per le proprie famiglie. Riconosciamo che gli stati hanno il diritto di controllare i propri confini; tuttavia, le misure adottate a tale scopo non possono essere basate unicamente su fattori economici; gli stati hanno la responsabilità di promuovere il bene comune delle persone che vivono entro i loro confini, ma hanno anche degli obblighi nei confronti del resto del mondo». Sono due dei 24 principi (cf. riquadro alle pp. 279-280) attraverso i quali i vescovi cattolici di Inghilterra e Galles riassumono il documento Amare lo straniero. Una risposta cattolica ai migranti e ai rifugiati, suddiviso in 8 parti e largamente fondato sul magistero sociale dei papi del postconcilio. È stato pubblicato il 14 marzo 2023 dal Dipartimento per gli affari internazionali, dopo che l’Assemblea plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici di Inghilterra e Galles aveva pubblicato sulla questione delle migrazioni nel Regno Unito una risoluzione (9.5.2022; cf. nota 5), di cui Amare lo straniero rappresenta il coerente sviluppo.
Nel Regno Unito le Chiese anglicana (cf. Regno-att. 8,2023,253) e cattolica si sono espresse negativamente sul progetto del governo Sunak sull’immigrazione, che prevede la detenzione e il rimpatrio per chiunque arrivi nel Regno Unito illegalmente via mare.
Il 31 ottobre 2022 è stato diffuso dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) il documento Verso una Chiesa sinodale in uscita verso le periferie. Riflessioni e proposte pastorali dalla I Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi, con le linee emerse dalla I Assemblea ecclesiale di America Latina e Caraibi, svoltasi dal 22 al 29 novembre 2021 a Città del Messico. Il documento, tradotto in sei lingue, si propone di mettere per iscritto il laboratorio pratico di sinodalità a cui i 1.104 delegati partecipanti all’Assemblea hanno dato vita. A detta di mons. Miguel Cabrejos Vidarte, presidente del CELAM, l’Assemblea è stata il luogo ideale per mettere in pratica gli obiettivi della Chiesa latinoamericana: leggere i segni e le mutazioni antropologiche in atto, migliorare la comunicazione tramite un linguaggio empatico, entrare a far parte del mondo digitale, integrare le donne in più ambiti pastorali, coinvolgere i laici nella costruzione della cosa pubblica.
Dopo la prima parte, dedicata alle sfide del mondo contemporaneo e agli aspetti rilevanti della Chiesa sudamericana, in questa seconda si pone l’accento sulla natura sinodale e missionaria della Chiesa. Modello di questa visione è il Documento di Aparecida (2007), pilastro nel percorso della Chiesa latinoamericana.
«La crisi degli abusi nella Chiesa, lungi dall’essere risolta, è una sfida per la nostra esperienza di fede e la nostra proposta evangelizzatrice. Se essere cristiani è vivere l’incontro con Cristo-vittima, la via per affrontare in futuro la pedofilia nella Chiesa sarà il termometro della nostra obbedienza al Signore. Anche al servizio di un mondo di fratelli che desiderano anch’essi relazioni più sane e sicure». In un saggio pubblicato sulla rivista spagnola Vida nueva (n. 3.308, 4-10.3.2023, 21-32) per il 10° anniversario dell’elezione di papa Francesco, il canonista e officiale del Dicastero per la dottrina della fede Jordi Bertomeu Farnós ricostruisce il percorso di coscientizzazione della Chiesa cattolica, nelle sue istituzioni e nei suoi leader, nei confronti del grave problema degli «abusi sessuali, di potere e di coscienza» (secondo la definizione di Francesco) al suo interno. Percorso nel quale ha avuto un ruolo decisivo quella che il papa stesso ha definito come la propria «conversione» in una recente intervista.
La ricostruzione offre l’occasione all’autore per evidenziare alcuni «aspetti specifici ancora da analizzare e risolvere», nonché per osservare che «l’attuale esperienza sinodale come “espropriazione pneumatologica” può essere una metodologia ottimale per approfondire la risposta agli abusi».
Di fronte ai tentennamenti, alle sgrammaticature, alle ambiguità di alcuni esponenti dell’attuale destra di governo e di fronte a un clima di radicalizzazione che ha coinvolto alcuni commentatori e alcuni esponenti della sinistra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Cuneo il 25 aprile per le celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ha ricordato nell’ordine: il rapporto costitutivo tra antifascismo e Resistenza e tra Resistenza e Costituzione; tra Costituzione repubblicana e forma e valori delle istituzioni democratiche; tra antifascismo, Resistenza e principi di civiltà, che furono programmaticamente conculcati e annichiliti, in nome di teorie aberranti, dal fascismo.
La rivolta morale dei resistenti – ha detto il presidente – fu un movimento patriottico per il riscatto della nazione; la guerra di liberazione dal nazifascismo riguardò in forma plurale culture e componenti diverse della società e delle istituzioni; il significato attuale della Resistenza riguarda i valori condivisi di libertà e solidarietà, evidenziando come a livello internazionale quei valori siano oggi nuovamente minacciati in Europa, con la guerra d’invasione Russa in Ucraina.
Due le affermazioni che vanno oggi a correggere atteggiamenti politici inadeguati: non si può essere post-fascisti senza essere antifascisti; la Resistenza è patrimonio di tutti, non monopolio di qualcuno.