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Documenti, 9/2011

Giovanni Paolo II, ci benedica! Omelia per la beatificazione

Benedetto XVI
«Forte, generosa, apostolica»: è la fede di Giovanni Paolo II nelle pennellate del suo successore, Benedetto XVI, tratteggiate durante l’omelia per la beatificazione (cf. box qui a p. 258) lo scorso 1omaggio di fronte a un milione e mezzo di pellegrini. La tavolozza, ricca di aggettivi, ripercorre i tratti salienti del pontificato: il Vaticano II, innanzitutto, «grande patrimonio» cui tuttora «attingere». Poi il confronto con il marxismo; tema ripreso anche nella lettera pastorale pubblicata il 22 febbraio dall’episcopato polacco (cf. box qui alle pp. 260-261), in cui si mette a confronto la capacità dell’allora papa d’ispirare un «cambiamento epocale» con l’attuale Polonia, fortemente divisa al suo interno. Ancora, il giubileo – ha proseguito Benedetto – come occasione in cui Giovanni Paolo «ha dato al cristianesimo un rinnovato orientamento al futuro, il futuro di Dio». Infine, la caratteristica personale di sapersi immergere «nell’incontro con Dio pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero» prima e poi nel momento della «sofferenza»: «spogliato pian piano di tutto è rimasto sempre una “roccia”».

Beatificazione: i segni e le liturgie

Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti
La cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II lo scorso 1o maggio (cf. qui sotto la liturgia della proclamazione), rivestita di un «carattere di eccezionalità» – come ricorda il decreto (cf. qui sotto) relativo al culto da tributare al beato – per il fatto di potersi celebrare a soli sei anni dalla morte, è stata preceduta e accompagnata da alcuni segni liturgici. Il 29 aprile è stata aperta nelle Grotte vaticane la tomba del servo di Dio, da cui è stata estratta la teca che ne contiene il corpo, poi trasferita di fronte all’altare nella basilica di San Pietro per la beatificazione; il 2 maggio, è stata posta definitivamente sotto l’altare della cappella di S. Sebastiano della basilica stessa. In preparazione alla celebrazione – in diretta anche su Facebook, su Twitter grazie al progetto «sentinelle digitali» e in streaming sul sito web Pope2You.net –, sabato 30 aprile al Circo Massimo vi è stata una veglia di preghiera in memoria del papa polacco, con testimonianze di J. Navarro Valls, del card. Dziwisz e di suor M. Simon-Pierre – guarita miracolosamente per intercessione di Giovanni Paolo II – e conclusa, dopo il rosario, dal card. A. Vallini, vicario di Roma. La veglia è poi continuata in una «notte bianca» di preghiera con momenti liturgici animati in otto chiese. La domenica, infine, successivamente alla proclamazione del beato, è stato scoperto l’arazzo che lo raffigura ed è stato portato all’altare un reliquiario contenente una piccola ampolla di sangue prelevato al pontefice nei giorni della sua malattia (www.vatican.va).

I vescovi polacchi: amico di Dio

Vescovi polacchi
L'8 marzo i vescovi polacchi hanno reso nota una Lettera pastorale in vista della beatificazione del servo di Dio Giovanni Paolo II, datata 22 febbraio, che riproponiamo in una nostra traduzione dal polacco (www.episkopat.pl).

YouCat. Premessa a un nuovo catechismo per i giovani

Benedetto XVI
Nella sacca del pellegrino per la prossima Giornata mondiale della gioventù (Madrid 16-21 agosto) c’è quest’anno una novità: si tratta di YouCat, acronimo di Youth Catechism, catechismo dei giovani per conoscere e vivere la fede della Chiesa, come recita il frontespizio del volumetto presentato il 13 aprile presso la Sala stampa della Santa Sede. Il progetto, nato sotto la guida dell’arcivescovo di Vienna, card. C. Schonborn, e con la collaborazione delle conferenze episcopali austriaca, svizzera e tedesca, ha assunto, grazie alla Premessa di Benedetto XVI – che qui presentiamo – la forma di un catechismo ufficiale per i giovani. Anche se il ca techismo, dice il papa, per sua stessa struttura è un testo che ci pone «al di sopra delle differenze», occorre allo stesso tempo «tradurlo nei differenti mondi», in questo caso in quello giovanile, perché nessuno possa dire di non conoscere i contenuti della fede «perché sono giovane». Sulla vivace polemica nata dalla scelta di alcuni termini e che porterà a qualche correzione nella seconda edizione italiana, cf. Regno-att. 8,2011,234.235.

Con viva preoccupazione. Messaggio ai cattolici cinesi

Commissione per la Chiesa cattolica in Cina
L’ordinazione episcopale di Chengde, non concordata con Roma, e l’VIII Assemblea dei cattolici cinesi hanno sancito l’interruzione di una stagione di dialogo e di precario equi librio nelle relazioni tra Santa Sede e governo cinese. La quarta riunione annuale plenaria della Commissione per la Chiesa cattolica in Ci na, che si è tenuta in Vaticano dall’11 al 13 aprile 2011, ha «constatato il clima generale di disorientamento e di ansietà per il futuro, le sofferenze di alcune circo scrizioni prive di pastori, le divisioni interne di altre, la preoccupazione di altre ancora che non hanno personale e mezzi sufficienti». Soffermandosi in particolare sulle difficoltà emerse di recente, il Messaggio della Com missione ai cattolici cinesi pubblicato il 14 aprile manifesta le preoccupazioni della Santa Sede per il futuro, ne ribadisce la posizione sui temi oggetto di controversia con lo stato e incoraggia i fedeli a «comprendere le difficoltà dei propri vescovi, ad animarli, a sostenerli con la solidarietà e con la preghiera».

Riforma degli studi ecclesiastici di filosofia. Decreto

Congregazione per l'educazione cattolica
«Il Decreto della Congregazione intende rivalorizzare la filosofia soprattutto alla luce dell’enciclica Fi des et ratio, che propone una visione precisa di come la disciplina in parola deve essere insegnata nelle istituzioni ecclesiastiche; si vuole quindi ridare il primo posto alla metafisica..., recuperando la “vocazione originaria” della filosofia, ossia la ricerca del vero». Lo ha affermato il card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, il 22 marzo scorso durante la presentazione del Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia. «Si mira, da una parte, a insistere sulla necessità di allargare gli spazi della razionalità, ... e dall’altra a difendersi dal pericolo del fideismo, pure esso presente nella nostra epoca». Il testo della riforma – che opera una chiara distinzione fra le facoltà ecclesiastiche di filosofia e il biennio filosofico degli studi teologici – presenta un Preambolo che illustra le ragioni e lo spirito della riforma e le nuove norme che devono sostituire quelle di Sapientia christiana (che risale al 1979) e delle relative Norme applicative.

Anche noi siamo stati migranti. Vescovi lombardi e siciliani

I vescovi lombardi
L’emozione che ha suscitato «l’ondata di richiedenti asilo e di migranti, che dalle coste del Nord Africa cercano approdo in Italia e che negli ultimi tempi si è fatta impetuosa sotto la spinta di conflitti locali e di rivolgimenti sociali e politici» dev’essere affrontata con «responsabilità», affermano i vescovi lombardi nel comunicato finale del loro incontro tenutosi il 12 e 13 aprile scorso a Villa Cagnola di Gazzada (Varese). L’emigrazione fa parte della «vicenda di ogni popolo e della storia umana: tutti siamo stati migranti». Per questo occorre innanzitutto conoscere le cifre reali del fenomeno senza allarmismi; poi occorre affiancare all’accoglienza l’applicazione di opportuni strumenti giuridici per non considerare, sull’onda emotiva, l’immigrazione come un problema d’ordine pubblico, fanno eco i vescovi siciliani, le cui diocesi sono in prima linea nella gestione degli sbarchi (cf. box qui a p. 276). Infine, ai «nuovi arrivati» che si stabiliscono sul territorio occorre concedere «di poter esprimere comunitariamente il proprio culto. Rispondendo a questa fondamentale esigenza dell’uomo si realizzano con di zioni di stabilità sociale e serena convivenza civile».

Immigrati: oltre l'emergenza

I vescovi siciliani
Durante l’assemblea primaverile della Conferenza episcopale siciliana, svoltasi a Palermo il 4 e il 5 aprile scorsi, si è parlato soprattutto di migrazioni. Riportiamo il punto n. 1 del Comunicato finale pubblicato al termine dell’incontro (www.chiesedisicilia.org).

Coraggio, sono io. Nota pastorale del vescovo di Piacenza-Bobbio

Gianni Ambrosio
«La scelta della vita nei suoi snodi decisivi apre la pastorale alla dimensione missionaria e diventa esercizio concreto di ascolto del Vangelo e della persona umana». Così mons. Ambrosio sintetizza, concludendone la parte introduttiva, il percorso che la nota pastorale Coraggio, sono io. Non abbiate paura (2 febbraio 2011) indica alla Chiesa di Piacenza-Bobbio come seconda tappa della Missione popolare diocesana, avviata con la lettera pastorale Prendi il largo (settembre 2009). La scelta di «porre l’accento su alcuni nodi fondamentali della vita umana» riprende lo stile del Convegno eccle siale nazionale di Verona (2006) e accoglie le proposte degli orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per questo decennio, riferendosi in particolare a tre ambiti: «vivere le relazioni» (la dimensione affettiva costitutiva), «abitare il limite» (l’esperienza della fragilità e della sofferenza) ed «edificare la città» (la responsabilità dei credenti in quanto cittadini chiamati a realizzare la buona vita nella comunità civile).

Il biotestamento cristiano. Conferenza episcopale, Chiesa evangelica e Chiese cristiane tedesche

Conferenza episcopale e Chiesa evangelica tedesche, Chiese cristiane in Germania
Mentre anche in Italia sta ultimando il suo iter un disegno di legge su «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento», in Germania il 26 gennaio è stata pubblicata la terza edizione del «testamento biologico cristiano», intitolata Dichiarazione anticipata cristiana mediante procura preventiva, disposizioni per l’assistenza, preferenze sui trattamenti e direttive anticipate di trattamento. Sussidio e formulario, a cura della Conferenza episcopale tedesca, del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca e della Comunità delle Chiese cristiane in Germania. La rielaborazione, resa necessaria dalla nuova legge entrata in vigore nel settembre 2009, offre un orientamento «coerente con la fede cristiana» tra le diverse possibilità giuridiche in vista della fine della vita, nel caso in cui non si sia più in grado di decidere. «È certamente difficile affrontare la propria mortalità e le domande che essa pone, ma è bene non evitarle».

Il formulario per il biotestamento

D. Sala
Il formulario allegato alla Dichiarazione anticipata cristiana mediante procura preventiva, disposizioni per l’assistenza, preferenze sui trattamenti e direttive anticipate di trattamento, che qui non pubblichiamo, consta di due parti: la prima, «Nomina di una persona di fiducia», contiene i moduli per designare una persona fidata come proprio fiduciario e per proporne il nome al tribunale tutelare come curatore, dunque rispettivamente per stilare una procura preventiva o delle disposizioni per l’assistenza; la seconda parte, «Disposizioni sui trattamenti medici», propone il modulo per le preferenze o le direttive anticipate di trattamento.

Cammino di vita, amore, fede e speranza. Lettera pastorale del vicario apostolico di Phnom Penh

O. Schmitthaeusler
«Noi siamo i molti rami del bell’albero che il Signore ha piantato nella nostra terra, e ognuno è chiamato a compiere la missione di vita che il Signore ha affidato ai suoi apostoli». A un anno dal suo insediamento come vicario apostolico di Phnom Penh mons. Olivier Schmitthaeusler, il più giovane vescovo cattolico oggi in Asia, indirizza ai fedeli del suo vicariato (cioè la «diocesi» delle terre di missione come la Cambogia) una lunga lettera pastorale, Cammino di vita, cammino d’amore, cammino di fede, cammino di speranza. Amore, creatività, partecipazione, perseveranza (1.1.2011), in cui definisce il progetto per la sua «piccola ma vivace» Chiesa particolare, nata 455 anni fa, segnata dal martirio sotto la dittatura khmer e lentamente rinata a partire dagli anni Novanta. «Non abbiamo altra missione se non quella di annunciare la buona novella», dice il vicario, e mentre imposta una serie di proposte strutturate non perde di vista che Cristo «ci chiama a un dovere di memoria e di riconciliazione affinché il nostro popolo possa costruire il proprio avvenire nella pace e nella verità».

Osare l'umanesimo. Julia Kristeva all’inaugurazione di Parigi del «Cortile dei gentili»

J. Kristeva
È possibile «osare l’umanesimo» nel dialogo tra credenti e umanisti. Questa la tesi sviluppata nell’intervento che la semiologa e psicoanalista francese Julia Kristeva ha tenuto alla Sorbona durante l’evento inaugurale del Cortile dei gentili a Parigi (24-25.3.2011; cf. riquadro alle pp. 316- 317). Il panorama spirituale con tempo raneo offrirebbe, nella sua lettura, le condizioni per rifondare una tradizione – definita «umanesimo secolarizzato» – che nasce con Erasmo distinguendosi dall’umanesimo classico ed ebraico-cristiano, attraversa l’Illuminismo e ci raggiunge con Freud e la psicoanalisi. Un pensiero che si è separato dalla religione senza divenirle ostile o indifferente, che ha accettato il rischio della libertà, dell’individualità, delle passioni liberate. Un umanesimo che fa oggi i conti con le sue «debolezze» e deve ripensarsi nel confronto coi «nuovi attori» che hanno fatto irruzione sulla scena culturale e politica: la questione femminile e il discorso sulla maternità; un’adolescenza «malata di idealità»; una tecnica sempre più pervasiva e minacciosa per «lo spazio interiore» e l’incontro delle culture, in particolare quello con la tradizione cinese.

Il card. Ravasi a Parigi

M. Bernardoni
Dopo l’anteprima ospitata dall’Università di Bologna il 12 febbraio (cf. Regno-doc. 5,2011,155s), il Cortile dei gentili – istituzione fondata dal Pontificio consiglio della cultura come spazio di «dialogo serio e rispettoso tra credenti e agnostici o atei» – ha celebrato il suo evento inaugurale nella significativa cornice di Parigi, la «città dei lumi», il 24-25 marzo. Nelle due intense giornate di lavoro si sono succedute tre sessioni di dialogo in tre luoghi simbolo della cultura laica: la sede dell’UNESCO, (24 marzo); la Sorbona e l’Institut de France (25 marzo). La tavola rotonda conclusiva, al Collège des Bernardins, è stata l’ultimo atto prima dello spettacolo di chiusura sul piazzale di Notre-Dame, durante il quale Benedetto XVI è intervenuto leggendo un videomessaggio ai giovani. Al presidente del Pontificio consiglio della cultura, card. Gianfranco Ravasi, era assegnata la co-presidenza di tutte le sessioni. In ciascuna delle sedi egli ha potuto offrire, con brevi interventi di saluto, opportune chiavi di lettura dell’iniziativa di cui riportiamo alcuni passaggi significativi (trascritti dai servizi video scaricabili dal sito web ktotv.com).

Il Regno Documenti 9 2011. La rivista completa

Redazione
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