Conferenza mondiale delle religioni per la pace
«Affrontare la violenza e progredire in una sicurezza condivisa»: è forse un segno dei tempi il fatto che, accanto al tema della violenza, anche quello della sicurezza sia entrato nell’agenda della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (WCRP; «Religioni per la pace» nella dizione internazionale divenuta ormai corrente). Riuniti a Kyoto (Giappone) dal 26 al 29 agosto per la loro VIII Assemblea mondiale, più di 800 leader religiosi (buddhisti, cristiani, ebrei, giainisti, indù, musulmani, scintoisti, sikh, zoroastriani ed esponenti delle religioni tradizionali dei popoli indigeni) provenienti da un centinaio di paesi hanno infatti discusso dell’«uso deviato della religione» per giustificare la violenza e di come la sicurezza non possa che essere affrontata «dalla prospettiva dei diritti e dei bisogni umani». La Dichiarazione finale suggerisce ai leader religiosi, ai governi, alle organizzazioni internazionali e al settore del lavoro e degli affari «venti passi» con cui contrastare la violenza e progredire nella sicurezza attraverso «un appoggio pubblico, l’educazione, e altre forme di azione multireligiosa».
Documento, 01/12/2006, pag. 759