Documenti, 21/2006, 01/12/2006, pag. 722
Una situazione in cambiamento
«Per comprendere la situazione ecumenica attuale non basta prendere in considerazione le forme classiche dell’ecumenismo e fare un bilancio», ha affermato il card. W. Kasper in apertura dell’ultima assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Roma, 13-18 novembre). La situazione – come ha detto anche Benedetto XVI (qui a p. 738) – è, infatti, molto cambiata. Un particolare oggi colpisce, secondo il card. Kasper: il prepotente emergere dell’«esigenza d’affermare la propria identità», comune ormai a tutte le Chiese storiche. Essa spinge ogni Chiesa e comunità cristiana a diventare «timorosa, difensiva e chiusa in sé», come se il dialogo ecumenico, anziché arricchire, impoverisse. Ma non c’è spazio per visioni pessimistiche: occorre recuperare un ecumenismo «basato sui fondamenti della fede cristiana», capace di ritornare «alle fonti» e di fare costante riferimento alla dimensione spirituale. La parola per l’unità che Cristo ha pronunciato non è né «un incarico, né tantomeno un ordine», quanto piuttosto una «preghiera. Ecumenismo significa dunque unirsi a questa preghiera del Signore e farla propria».
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