«In un tempo di pluralismo culturale e religioso il servizio della Chiesa alla missione di Cristo, in favore di ogni uomo, è precisamente quello che ci è testimoniato da Charles de Foucauld mentre è immerso in un mondo non cristiano, dove intende vivere da “fratello universale”: è proprio lì che, con assoluta semplicità, dal mattino alla sera, il mistero di Cristo lo avvolge, lo spiega, lo trasforma, lo rende vicino a tutti, mentre egli custodisce dentro di sé la più grande novità».
Una riflessione spirituale dal titolo Quest'uomo mi ha fatto molta compagnia. La sapienza semplice e profonda di Charles De Foucauld, condotta da mons. Renato Corti a un convegno internazionale di studi organizzato dal Monastero di Bose nel centenario dell’installazione del monaco nel deserto, diviene anche una riflessione sullo stile evangelico della Chiesa e sulla necessità di assumere come riferimento centrale di ogni missione e pastorale l’ascolto della Parola. Mons. Corti rinviene la medesima ispirazione di fondo di Charles de Foucauld nella Novo millennio ineunte di Giovanni Paolo II: «un testo che è apparso a qualcuno “ovvio” e che, invece, ha la forza di dare uno strattone vero e proprio alla nostra pigrizia mentale e alla nostra mediocrità spirituale su alcuni elementi qualificanti per il servizio della Chiesa alla missione di Cristo».
«L'11 settembre e la conseguente guerra contro il terrorismo hanno come minimo palesato la varietà e la molteplicità delle posizioni cattoliche riguardo all'uso della forza e possono tuttavia guidarci a formulare una nuova, sintetica visione cattolica della pace e della guerra», ha detto il gesuita padre Drew Christiansen in un discorso rivolto il 28 aprile al meeting della Association of Diocesan Attorneys ad Arlington, Va. Egli ha presentato una panoramica dello sviluppo della riflessione cattolica ufficiale sulla guerra e la pace a partire dal concilio Vaticano II, e durante la guerra fredda, la guerra del Golfo e la guerra nei Balcani, collocando in tale contesto la posizione della Chiesa rispetto agli attentati dell’11 settembre e alla guerra contro il terrorismo. L'insegnamento cattolico sulla guerra e la pace si è andato progressivamente trasformando in un «ibrido» di componenti di guerra giusta e non-violenza, «con il reale esaurimento dei mezzi non violenti come condizione necessaria per l'uso della forza come ultima risorsa (...) La sfida che abbiamo tutti davanti è riuscire a elaborare per noi stessi una concezione moderna della guerra e della pace che vada ben oltre la teoria della guerra giusta e che integri la tradizione della guerra giusta con gli elementi che costituiscono la visione cattolica contemporanea della pace, ossia il rispetto dei diritti umani, l'impegno per lo sviluppo e per la giustizia negli affari internazionali e fattori più nuovi e recenti come la non violenza e il perdono».
Origins 32(2002)3, 33-40; nostra traduzione dall’inglese. P. Christiansen è professore e direttore ad interim del Woodstock Theological Center di Washington e consulente per gli affari internazionali per la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, ed è di recente diventato condirettore del periodico dei gesuiti americani America.