Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti
Nessun sacerdote o diacono potrà più esercitare una qualsiasi forma di ministero ordinato nel caso si sia reso responsabile, anche una sola volta, di violenze sessuali nei confronti di minori: è questa la linea, assai prossima alla «tolleranza zero» invocata dall'opinione pubblica, che i vescovi degli Stati Uniti hanno scelto per affrontare la crisi di credibilità che ha colpito la Chiesa cattolica a seguito delle rivelazioni di violenze sessuali ai danni di minori, compiute nel recente passato da un certo numero di sacerdoti.
I documenti prodotti, approvati a larghissima maggioranza nel corso dell'Assemblea plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (Dallas, 13-17.2.2002), sono due: una Carta per la protezione dei bambini e dei giovani, a carattere più pastorale, e un pacchetto di 11 Norme essenziali per l'elaborazione di linee-guida diocesane/eparchiali riguardo alle denunce di violenze sessuali sui minori da parte di sacerdoti, diaconi o altri collaboratori ecclesiastici, di taglio più giuridico, che sono ora al vaglio della Santa Sede per la prescritta recognitio. Tra le novità volute dai vescovi, rientra l'istituzione di un Ufficio nazionale per la protezione del bambino e del giovane, con il compito di pubblicare un rapporto annuale sull'attuazione della Carta, e di un Consiglio nazionale di riesame, che ne assisterà e verificherà l'operato, alla presidenza del quale è stato chiamato il governatore dell'Oklahoma Frank Keating.
All'assemblea non ha partecipato mons. Weakland (Milwaukee), che ha lasciato il ministero episcopale a seguito delle rivelazioni pubbliche relative a una sua relazione omosessuale: cf. riquadro a p. 000.
Originali: stampe (18.6.2002) da sito Internet www.usccb.org. Nostra traduzione dall'inglese. Sull'argomento, cf. Regno-att. 4,2002,92; 8,2002,227; 10,2002,312; 12,2002,431; Regno-doc. 7,2002,204; 9,2002,265. Cf. anche in questo numero a p. 000.
Documento, 01/07/2002, pag. 437