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Documenti, 13/2002, 01/07/2002, pag. 437

Carta per la protezione dei bambini e dei giovani

Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti
Nessun sacerdote o diacono potrà più esercitare una qualsiasi forma di ministero ordinato nel caso si sia reso responsabile, anche una sola volta, di violenze sessuali nei confronti di minori: è questa la linea, assai prossima alla «tolleranza zero» invocata dall'opinione pubblica, che i vescovi degli Stati Uniti hanno scelto per affrontare la crisi di credibilità che ha colpito la Chiesa cattolica a seguito delle rivelazioni di violenze sessuali ai danni di minori, compiute nel recente passato da un certo numero di sacerdoti. I documenti prodotti, approvati a larghissima maggioranza nel corso dell'Assemblea plenaria della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (Dallas, 13-17.2.2002), sono due: una Carta per la protezione dei bambini e dei giovani, a carattere più pastorale, e un pacchetto di 11 Norme essenziali per l'elaborazione di linee-guida diocesane/eparchiali riguardo alle denunce di violenze sessuali sui minori da parte di sacerdoti, diaconi o altri collaboratori ecclesiastici, di taglio più giuridico, che sono ora al vaglio della Santa Sede per la prescritta recognitio. Tra le novità volute dai vescovi, rientra l'istituzione di un Ufficio nazionale per la protezione del bambino e del giovane, con il compito di pubblicare un rapporto annuale sull'attuazione della Carta, e di un Consiglio nazionale di riesame, che ne assisterà e verificherà l'operato, alla presidenza del quale è stato chiamato il governatore dell'Oklahoma Frank Keating. All'assemblea non ha partecipato mons. Weakland (Milwaukee), che ha lasciato il ministero episcopale a seguito delle rivelazioni pubbliche relative a una sua relazione omosessuale: cf. riquadro a p. 441. Originali: stampe (18.6.2002) da sito Internet www.usccb.org. Nostra traduzione dall'inglese. Sull'argomento, cf. Regno-att. 4,2002,92; 8,2002,227; 10,2002,312; 12,2002,431; Regno-doc. 7,2002,204; 9,2002,265. Cf. anche in questo numero a p. 443.

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Documenti, 2023-3

Le consultazioni sinodali negli USA

Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti

«La riscoperta dell’ascolto come atteggiamento fondamentale di una Chiesa chiamata alla conversione continua è uno dei doni più preziosi dell’esperienza sinodale negli Stati Uniti». Lo afferma la Sintesi nazionale del popolo di Dio negli Stati Uniti d’America per la fase diocesana del Sinodo 2021-2023, pubblicata il 19 settembre 2022, che ha rielaborato quanto contenuto nelle sintesi delle consultazioni sinodali svoltesi nelle 16 regioni in cui sono state raggruppate le 178 diocesi e 18 eparchie della Chiesa cattolica USA per la fase diocesana della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione».

Il rapporto, che stima che al processo sinodale abbiano partecipato oltre 700.000 persone, racconta di una Chiesa che vuole fortemente ricostruire il proprio senso di comunità, colpito gravemente dalla crisi delle violenze sessuali e poi dalla pandemia di COVID-19, e la propria unità, percepita come gravemente danneggiata dalla polarizzazione politica. E lo stile sinodale è stato assunto come un metodo che potrà portare alla ricostruzione, nonostante sia stato vissuto da molti inizialmente con scetticismo.

Documenti, 2022-5

Il mistero dell’eucaristia

Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti

«Si commette un peccato mortale scegliendo liberamente, consapevolmente e volontariamente di fare qualcosa che comporta una materia grave e che si oppone alla carità, all’amore di Dio e del prossimo», e «una persona che riceve la santa comunione in stato di peccato mortale non solo non riceve la grazia che il sacramento trasmette, ma commette il peccato di sacrilegio, non mostrando la reverenza dovuta al sacro corpo e sangue di Cristo». Dopo essere stati dissuasi dalla Congregazione per la dottrina della fede dal formulare una linea di condotta (policy) nazionale sull’ammissione alla comunione di politici cattolici a favore delle leggi che permettono aborto, eutanasia o altri mali morali (cf. Regno-doc. 11,2021,346), alla fine la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha approvato il documento Il mistero dell’eucaristia nella vita della Chiesa, il 17 novembre 2021 nel corso dell’Assemblea plenaria tenutasi a Baltimora.

Il problema dei politici cattolici pro aborto rimane in capo al vescovo diocesano: «È responsabilità speciale del vescovo diocesano adoperarsi per rimediare a situazioni che implicano azioni pubbliche in contrasto con la comunione visibile della Chiesa e la legge morale. Egli infatti deve custodire l’integrità del sacramento, la comunione visibile della Chiesa e la salvezza delle anime».

Documenti, 2019-7

Spalanchiamo i nostri cuori

Lettera pastorale contro il razzismo

Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti

Dopo gli eventi dell’agosto 2017 a Charlottesville, quando centinaia di uomini e donne aderenti all’ideologia del suprematismo bianco manifestarono con slogan razzisti e antisemiti e si scontrarono con un gruppo di contro-manifestanti, molte voci cattoliche negli Stati Uniti presero posizione contro il «peccato del razzismo». L’episcopato avviò una riflessione collegiale su quello che è stato definito il «peccato originale» degli Stati Uniti, e nel corso della sua assemblea generale a Baltimora, il 14 novembre 2018, ha approvato a larga maggioranza (241 a 3 con un’astensione) il documento Spalanchiamo i nostri cuori. Una lettera pastorale contro il razzismo.

La lettera evidenzia anche la natura strutturale del razzismo: «Gli effetti cumulativi dei peccati personali di razzismo sono all’origine di strutture sociali d’ingiustizia e di violenza che ci rendono tutti complici nel razzismo». E chiede perdono per quando questo peccato è stato compiuto «da responsabili e da membri della Chiesa cattolica – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – e dalle sue istituzioni»: «Esprimiamo il nostro profondo rammarico e il nostro pentimento per tali atti... Riconosciamo anche quei casi in cui non abbiamo fatto abbastanza o siamo rimasti in silenzio quando sono stati commessi gravi atti d’ingiustizia. Chiediamo perdono a tutti coloro che sono stati danneggiati da questi peccati commessi nel passato o nel presente».