A Camaldoli, il nostro sesto seminario di studi (6-9 novembre), organizzato assieme alla comunità dei camaldolesi e quest’anno assieme anche alla Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE), ha cercato di riaprire il cantiere delle domande sul rapporto tra Chiese ed Europa, sotto il titolo: «Cristianesimo coscienza dell’Europa».
La lettura della Nota dottrinale su alcuni titoli mariani riferiti alla cooperazione di Maria all’opera della salvezza del Dicastero per la dottrina della fede (DDF), resa nota il 4 novembre scorso, suscita alcune osservazioni al fine di comprenderne l’intentio profundior, l’architettura e l’efficacia teologico-pastorale.
Il 25 settembre scorso, all’interno della sontuosa cornice di Casina Pio IV, si è svolto il convegno «Il cinema nel pontificato globale di Pio XII. Le nuove fonti degli archivi vaticani». Il titolo di questa intensa giornata di studi lascia intuire come tutti i relatori abbiano cercato d’indagare, pur attraverso approcci disciplinari differenti, la forte componente mediale che ha caratterizzato il lungo pontificato pacelliano.
Non credo esista un testo cristiano antico, al di fuori dei Vangeli e delle Lettere autenticamente paoline, più studiato e insieme più dibattuto della Didachè, il cui titolo, in alcuni testimoni antichi a volte assai più lungo e differente, può essere tradotto con Insegnamento.
Il tema indicato dal titolo di queste mie riflessioni fa tornare in mente il verso con cui Dante, nel XXXIV canto dell’Inferno, descrive il proprio sgomento di fronte a Lucifero: «Io non mori’, e non rimasi vivo».
A quasi trent’anni dal primo volume I bisogni dimenticati (1996), l’organismo pastorale della CEI torna a interrogare il paese con uno sguardo che non s’accontenta della superficie dei numeri, ma cerca di leggere, «dietro ogni dato, una storia concreta».
Si è tenuta a Modena e in altre città emiliano-romagnole, con sconfinamenti anche in altre regioni, la 10a edizione del Festival della migrazione (22-31 ottobre).
A un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 14 agosto 2024, Claudiana pubblica quello che può essere considerato un vero e proprio testamento spirituale del noto teologo e pastore valdese.
C’è chi scrive per lasciare traccia e chi, scrivendo, si salva.
Il volume curato dai teologi Piero Coda e Stefano Fenaroli, rispettivamente segretario generale della Commissione teologica internazionale e redattore dell’editrice Queriniana, ha l’ambizione di tornare al concilio di Nicea, in occasione dei 1700 anni dalla sua celebrazione, tramite una raccolta di 13 saggi i cui autori sono soprattutto teologi e teologhe piuttosto noti al lettore italiano.
Il nucleo centrale di questo saggio, frutto di un notevole lavoro d’approfondimento teologico, è riposto nell’immedesimazione di Gesù Cristo – vero Dio e vero uomo, secondo la formula del concilio di Calcedonia del 451 d.C. – nell’umanità e, al tempo stesso, dei credenti in Gesù, in quanto Cristo medesimo ha assunto su di sé la problematica dell’essere umano determinando un complesso e articolato discorso cristologico.
In un’epoca segnata dagli inganni delle «bufale» o fake news, dai video artefatti, dalle proiezioni dell’intelligenza artificiale, la parola fiducia trova spazi difficoltosi nell’esistenza di tutti. Eppure il filosofo Mark Hunyadi invita a credere in essa.
Il «ciclismo – spiega l’autore, già inviato de La Gazzetta dello sport – è una disciplina particolare: è individuale, ma si corre in squadra. Ognuno mette in campo il proprio talento, ma senza i compagni difficilmente emergerebbe. È questo intreccio di vicende personali e collettive che rende unico il ciclismo e che mi ha permesso di raccogliere tante storie, anche in Africa, seguendo competizioni come il Tour du Faso o il Tour du Ruanda».
La capacità relazionale costituisce il cuore dell’esperienza umana. Il «senso del noi» (75) trasforma un aggregato sociale in una vera comunità, mentre nella società prevalgono l’io e lo scambio individuale. Oggi l’uso pervasivo dei social media sta riconfigurando il cervello e le relazioni, specialmente tra i giovani.
Avere origini venete è motivo di vanto dopo l’uscita del film Le città di pianura di Francesco Sossai, presentato al Festival di Cannes nella sezione «Un certain regard» e sugli schermi già da ottobre.
S’intitola Sotto la croce del Sud: un cammino di fede e unità il documento della Chiesa australiana pubblicato nell’agosto scorso per commemorare la lettera pastorale On Immigration (Sull’immigrazione) che i vescovi del continente diffondevano nel 1950 e in cui esortavano i cattolici a usare «grande generosità» nei confronti degli europei sfollati che cercavano rifugio dopo la Seconda guerra mondiale.
Nel Nord del Mozambico la guerra non è finita. Dal 2017 la provincia di Cabo Delgado vive un conflitto intermittente che ha provocato oltre un milione di sfollati e migliaia di morti.
Il mese di ottobre 2025 è stato contrassegnato in Sudamerica da due importanti appuntamenti elettorali, il cui esito in entrambi i casi accorcia la distanza con gli Stati Uniti di Donald Trump, proprio in un momento in cui il presidente USA appare chiaramente orientato a interferire, e senza dissimulazioni, nelle vicende del resto del continente americano.
Il dialogo intorno alla dimensione rituale rappresenta una «straordinaria risorsa d’incontro» tra i sistemi religiosi. E se il processo di marginalizzazione del fenomeno religioso non risparmia il suo apparato rituale, gli studiosi registrano però una «resilienza dei riti funebri». Di qui l’interesse per uno sguardo più ravvicinato a «due grandi tradizioni relative alle esequie, quella cinese e quella islamica, entrambe cruciali per andare al cuore di queste civiltà», che viene qui condotto sia attraverso il ricorso a studi specifici, sia producendo vivaci testimonianze dirette. Nell’ortoprassi confuciana delle esequie risaltano l’ampiezza dei riti, la dilatazione del tempo, l’espressione della pietà filiale; nel «morire da musulmani» si integrano, con pudore e sobrietà, fede, pietà, etica e diritto, e si riconosce la centralità della prospettiva escatologica. Su questi «ampi fondali» viene infine proposta una rilettura sintetica del significato delle esequie cristiane.