Il 2024 è un anno di elezioni a livello internazionale. Decisive, fra tutte, le presidenziali americane, il 5 novembre, per il futuro degli Stati Uniti e per il mondo.
L’8 gennaio papa Francesco ha tenuto il consueto discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Si tratta di uno degli appuntamenti annuali più importanti sul piano politico per la Sede apostolica.
Negli ultimi giorni prima che si concludesse il processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato e la compravendita del palazzo di Londra, la domanda ricorrente e inevitabile, a chi nell’arco di quasi due anni e mezzo e oltre 80 udienze aveva potuto seguire il dibattimento in aula, era: «Come finirà?».
Abbiamo seguito il «maxiprocesso» vaticano sin dalle sue battute iniziali (cf. Regno-att. 6,2022,153), addentrandoci nel dibattimento che ha messo in luce dinamiche non sempre ottimali all’interno della curia romana.
La questione dell’accompagnamento pastorale delle coppie omosessuali è emersa con chiarezza nelle consultazioni sinodali del 2021-2023 legate alla recente Assemblea di ottobre.
In qualche modo con il Sinodo c’entra sempre la Germania. Sulle prime perché sembrava che la tempistica tra Cammino sinodale tedesco e Sinodo 2021-2024 rischiasse di porre di fronte alla Chiesa universale decisioni già prese da una locale.
Il contesto spirituale e politico del tempo di Agostino è senz’altro diverso da quello di Minucio Felice (cf. Regno-att. 22,2023,693s).
Nel XLV incontro nazionale dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli, svoltosi nel monastero delle foreste casentinesi dal 6 al 10 dicembre, la liturgia è stata sia il filo rosso che percorre ogni colloquio, sia il tema preso in esame.
Con la stipula il 9 gennaio dell’intesa tra il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi, s’avvicina finalmente l’indizione di un nuovo concorso per gli insegnanti di religione cattolica, atteso ormai da vent’anni.
Il 20 dicembre scorso, dopo 7 anni di tentativi e 3 di negoziati sotto la presidenza di Ursula von Der Leyen, il Consiglio e il Parlamento europei hanno annunciato d’aver raggiunto un accordo politico sui punti chiave di un nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo.
La Coldiretti ha recentemente diramato un comunicato stampa preoccupato per la situazione di blocco navale che si è venuta a creare nel Mar Rosso.
Partecipando a Parigi, nel 1919, alla conferenza di pace al termine della Prima guerra mondiale, John Maynard Keynes vide il cuore del problema: non il calcolo matematico delle riparazioni di guerra da accollare alla Germania sconfitta, bensì una questione di politica e di psicologia.
Il 13 dicembre scorso si è conclusa a Dubai la 28a Conferenza della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici, detta anche COP28 («Conference of the Parties»). È stata un successo o un fallimento?
Come scrive l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS, https://bit.ly/3HlYbZv) «con molti sforzi, si è riusciti a fatica in una presa d’atto di eventi ormai in corso (…) di una transizione ormai in cammino per abbandonare i combustibili fossili»
È proprio il caso di dirlo: a ognuno il suo maestro! È un tempo di grande appagamento per i cinefili grazie all’uscita cadenzata sul grande schermo delle ultime opere di cineasti che hanno segnato la storia del cinema contemporaneo e nutrito l’amore di tanto pubblico per la settima arte.
Il papato di Francesco si è caratterizzato per un’apertura della Chiesa alla storia che viene in genere ricondotta all’aggiornamento promosso da papa Giovanni e al rinnovamento conciliare.
Che la Shoah e la Nakba siano tuttora riferimenti fondamentali, sia pure in maniera differente, delle due identità nazionali israeliana e palestinese è dato sicuro. Esse vanno confrontate non già come eventi bensì come memorie.
Dedicato alla memoria di Ezra Pound – un europeo nato in America, e al suo nostos verso la sua vera patria, quella che per il poeta americano congiungeva Parigi con Venezia passando per Roma, Firenze e Pisa.
Tutto il pontificato di Bergoglio è segnato da una coerenza profonda che Francesco Pesce riesce a cogliere teologicamente attraverso questo saggio denso, accessibile e leggero allo stesso tempo.
L’autore parla da insegnante e rivolge la sua proposta ai colleghi, consapevole della frammentazione del consumo musicale dei ragazzi-studenti oggi e della distanza che li separa dai loro docenti.
Tra «scienza e fede non vi è opposizione. Lo aveva ben compreso un grande astrofisico dei nostri tempi, di cui è stata introdotta la causa di beatificazione, Enrico Medi.
In 10 densi capitoli emerge il ricordo personalissimo di Paolo VI da parte dell’autore, che lo segue nella fatica del Concilio e negli altri eventi che ne hanno segnato il pontificato.
Raccolta di 10 meditazioni di don Pino Colombo – uno tra i maggiori teologi del secondo Novecento – in un corso di «esercizi» predicati ad alcune conferenze episcopali dell’Italia settentrionale, più di trent’anni fa.
Artemisia di Alicarnasso, Antigone, Giocasta, Etra e altre ancora, principesse, regine che governarono paesi, donne che entrarono di diritto nella tragedia classica per l’eccezionalità delle loro vite in un’epoca in cui la società era sfavorevole alla loro presenza sulla scena pubblica.
Joaquín Navarro-Valls (1936-2017), medico, appassionato di comunicazione, si dedica con impegno al giornalismo. Per più di vent’anni è direttore della Sala stampa vaticana, portavoce di Giovanni Paolo II (e dal 2005 al 2006 anche di Benedetto XVI), devoto alla Chiesa e al pontefice.
La solidarietà è una categoria politica che ha costituito una sorte di stella polare per movimenti operai e socialisti attivi prima dell’elaborazione filosofico-economica di Karl Marx.
Il lettore si trova dinanzi a un’ambiziosa raccolta di saggi, che studia, attraverso l’indagine accurata di una serie di autori e di testi significativi, le strategie di cui il tardo ellenismo, primariamente nei suoi scritti religiosi e filosofici, s’avvale per resistere all’urto di una Chiesa sempre più diffusa.
Edito per la prima volta nel 1991, Per un consenso etico tra culture rappresenta uno dei momenti più alti della produzione intellettuale di Pier Cesare Bori.
A tutti è capitato di raccontare qualche piccola bugia. Qualcuno ha dovuto anche indossare una maschera per interpretare un ruolo. Ma a Pio Vivadio è stato imposto un ruolo molto scomodo: sostituire il Duce nelle cene e nei comizi, quando egli era impegnato altrove.
Queriniana, Brescia 2023, pp. 128, € 15,00.
Martin Ebner, noto biblista che ha studiato Teologia a Würzburg, a Tubinga e all’École biblique di Gerusalemme, riflette sulla risposta da dare a una domanda molto attuale, a partire dal dibattito piuttosto acceso che ha investito la Chiesa cattolica, in particolare quella tedesca, in ordine all’abolizione del celibato obbligatorio e all’ammissione delle donne al ministero ordinato.
Paradossalmente in questa controversia la questione di fondo, vale a dire se la Chiesa abbia bisogno o meno dei sacerdoti, non è stata quasi mai formulata come interrogativo centrale: rispondendo a esso, il resto viene di conseguenza.
Ebner dà il proprio parere tenendo come stella polare le Scritture, muovendo dunque dai documenti originari della fede cristiana. Nella sua disamina mostra come i primi cristiani siano stati costretti a elaborare un linguaggio del tutto innovativo mai usato in precedenza. Infatti, sia le istituzioni dell’Antico Testamento sia il culto a esso legato determinarono la struttura della prima comunità sorta per dare testimonianza al Vangelo.
Ciò ha inevitabilmente comportato la creazione di un nuovo paradigma in grado di esprimere le funzioni che differenziavano i membri della Chiesa al suo interno.
A suo parere, solo al termine del I secolo d.C. il linguaggio cultuale assunse sempre più un’importanza preponderante nella presentazione cristiana delle funzioni ministeriali, sia per il valore sacrificale della morte in croce di Cristo, volta a esaltare la celebrazione eucaristica, sia per la lettura data all’Antico Testamento visto in parallelo con il Nuovo, in maniera da dare continuità fra i due laddove il Nuovo è il compimento dell’Antico.
La conclusione a cui giunge Ebner è quella secondo cui nei documenti fondanti non è possibile evincere riferimenti al sacerdozio così come oggi viene generalmente inteso, essendo testi che presentano un’idea di comunità escludente gerarchie e strutture di potere.
Domenico Segna
Dopo l’Angelus del 1° gennaio, giorno in cui ricorreva la 57a Giornata della pace, la parola del papa è riecheggiata nuovamente, invocando dialogo in Nicaragua, a conferma della grave situazione in cui si trova la Chiesa cattolica.
Nei paesi democratici la Costituzione è espressione di un comune momento fondativo, in cui forze politiche anche molto distanti giungono a convergere su un’idea di stato.
Sono oltre 10 anni che la Repubblica argentina chiede l’estradizione di don Franco Reverberi, perché renda conto del suo operato al tempo della dittatura militare.
L’ultimo censimento della popolazione di Singapore nel 2020 ha indicato che un terzo degli abitanti è di religione buddhista, il 18,3% cristiano, il 14,7% musulmano ed è taoista il 10,9%. Il restante 17% non s’identifica con nessuna religione.
Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo è stato confermato presidente della Repubblica democratica del Congo per altri 5 anni. Una rielezione già convalidata dalla Corte costituzionale, con tanto di felicitazioni arrivate da vari governi stranieri.
È un paese che non c’è. Non compare sulle cartine geografiche. Non ha contatti con altre nazioni. Non rientra nelle analisi delle grandi organizzazioni finanziarie internazionali. Eppure il Somaliland esiste.
I movimenti di resistenza non violenta sono due volte più efficaci delle lotte armate nel perseguire i propri obiettivi politici.
È necessario prendere le distanze dal desiderio di purificazione della cancel culture e dalla sua fantasia di un nuovo inizio su uno sfondo immacolato. Si può piuttosto creare uno spazio per storie diverse – quelle dei dominanti e quelle degli emarginati repressi – e far nascere un proficuo dibattito. Ne saranno oggetto questioni umane e sociali che hanno dovuto essere messe in campo, certo sulla base di posizioni legittimamente contestate, ma che poi sono state inscritte in una costellazione di modi diversi di rispondere a esse nel corso della storia.
Come nel caso del cristianesimo: in primo luogo in relazione alla Bibbia, che alcuni vorrebbero riscrivere, anche in un modo più sottile ma sintomatico che la svincola dalla tradizione di cui è intessuta come testo canonico. In secondo luogo, considerando due casi: il violento testo di Martin Lutero sugli ebrei e le condanne del papato, nel Sillabo, nei confronti d’ogni autonomia di un ordine umano e civile concepito al di fuori di riferimenti religiosi, in questo caso cristiani, o addirittura specificamente cattolici. In definitiva, occorre aprirsi a un modo d’investire sul passato e sul presente che avvalora la fecondità delle differenze, lontano da ogni visione idealista e surrettiziamente totalizzante.
Il termine «cancel culture» si riferisce sia a un clima culturale, caratterizzato da forme d’intolleranza verso il dissenso, sia a una pratica militante, segnata dalla denuncia di idee e orientamenti di pensiero.
Il termine «wokeism» (in italiano wokismo) è costruito a partire dall’aggettivo woke, derivato dall’African American Vernacular English, ovvero l’inglese vernacolare afroamericano (noto anche come Black English), e può essere tradotto come «consapevole», «attento», «vigile», con un implicito riferimento alla giustizia sociale, alle questioni razziali e ai diritti delle minoranze.