M. Neri
E' da una stagione non breve che il poetare di Paolo Valesio si dipana lungo armoniche che fanno risuonare la dimensione spirituale della parola, l’accolgono, la problematizzano, la espongono senza vergogna anche nella sua nudità e miseria che rimbalza immediatamente lungo profili di altezze inaspettate facendone balenare una qualità che sembrerebbe eccedere l’angustia del suo corpo. Nelle articolazioni del verbum si trova ospitata, come nella sua stessa casa, la vicenda dell’uomo: troppo umana per trovare un punto di equilibrio, sempre divagante al di sopra o al di sotto di quella misura idealisticamente astratta che vorrebbe racchiudere l’umano perfettamente in sé – dimenticando la sua fondamentale instabilità: a volte nella forma del divino, a volte nella forma del demoniaco, a volte nella bellezza della
qualità spirituale, a volte nell’arcaico di un’animalità mai vinta una volta per tutte. È negli interstizi di questa regione che si vanno a inserire le composizioni poetiche dell’ultimo volume di Paolo Valesio: Il volto quasi umano. Poesie-dardi 2003-2005, pubblicato nel maggio di quest’anno (Lombar Key, Bologna 2009, pp. 263, € 18,00).
Libri del mese, 15/09/2009, pag. 539