Attualità, 16/2009, 15/09/2009, pag. 567
Criteri e rischi del dialogo interreligioso. Necessità e verità di un incontro
È difficile oggi negare l’importanza delle grandi religioni sulla scena mondiale, e ciò vale sia per chi le accusa della violenza e dell’intolleranza che affliggono le relazioni umane, sia per chi ne sostiene la responsabilità e le potenzialità in ordine a un progresso della convivenza nell’epoca della globalizzazione. Tuttavia il dialogo si scontra con una serie di difficoltà specifiche, che rischiano – se non adeguatamente riconosciute e affrontate – di ridurlo a un incontro del tutto astratto o formale, senza alcuna utilità e autenticità. Il dialogo interreligioso – come chiarisce l’analisi del card. Lehmann – ha una dimensione veritativa, legata a una ricerca comune della verità; una dimensione pratica, orientata a verificare la correttezza delle norme dell’azione; una dimensione affettiva, connessa all’adesione esistenziale di assenso a una religione. È a partire da un atteggiamento di disponibilità e tenendo in considerazione tutti gli aspetti che sarà possibile evitare i rischi dell’inevitabile esposizione, e recuperare e sviluppare la categoria di testimonianza come momento necessario dell’incontro. Come ha detto Giovanni Paolo II, «il dialogo deve continuare».
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