D
Documenti

Documenti, 3/2008

Famiglia umana, comunità di pace. Messaggio per la XLI giornata mondiale della pace

Benedetto XVI
«La prima forma di comunione tra persone è quella che l’amore suscita tra un uomo e una donna decisi a unirsi stabilmente per costruire insieme una nuova famiglia. Ma anche i popoli della terra sono chiamati a instaurare tra loro rapporti di solidarietà e di collaborazione, quali s’addicono a membri dell’unica famiglia umana». È così che inizia il XLI messaggio per la giornata mondiale della pace (1° gennaio 2008), il terzo di Benedetto XVI, che ha come titolo: Famiglia umana, comunità di pace, ed è stato presentato in Vaticano l’11 dicembre 2007. Quindici punti che mostrano la centralità della famiglia come fondamento della società, in cui «si fa esperienza di alcune componenti fondamentali della pace: la giustizia e l’amore tra fratelli e sorelle, …il servizio amorevole ai membri più deboli…, l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, la disponibilità ad accogliere l’altro e, se necessario, a perdonarlo». Tale esperienza di pace può essere allargata alla comunità umana, che «ha bisogno, oltre che di un fondamento di valori condivisi, di un’economia che risponda veramente alle esigenze di un bene comune a dimensioni planetarie».

Ridiventare discepoli di Cristo. Discorso alla curia romana

Benedetto XVI
In occasione dello scambio degli auguri natalizi con la curia romana, Benedetto XVI passa in rassegna i momenti più importanti del 2007: dal viaggio in Brasile (cf. Regno-doc. 11,2007,321ss), alla visita pastorale a Napoli (cf. Regno-doc. 19, 2007,585ss), agli altri eventi che hanno caratterizzato l’anno ormai concluso. Una particolare attenzione viene poi riservata al tema della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi svoltasi ad Aparecida: «Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché i nostri popoli in lui abbiano vita». «La parola chiave del tema è: trovare la vita – la vita vera. Con ciò il tema suppone che questo obiettivo… viene raggiunto nel discepolato di Gesù Cristo come anche nell’impegno per la sua parola e la sua presenza. I cristiani in America Latina, e con loro quelli di tutto il mondo, vengono quindi innanzitutto invitati a ridiventare maggiormente “discepoli di Gesù Cristo”». È con tale invito che il papa augura alla curia romana di andare «fiduciosamente incontro al nuovo anno».

Diplomazia, arte della speranza. Discorso agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede

Benedetto XVI
«La Chiesa è profondamente convinta che l’umanità costituisca una famiglia»: è questo il filo conduttore che lega la panoramica sulla situazione politica mondiale attuale che Benedetto XVI ha svolto il 7 gennaio scorso al messaggio per la giornata mondiale della pace. Dopo aver considerato l’intero orizzonte delle nazioni e i suoi orientamenti, il pontefice si appella alla comunità internazionale affinché si mostri responsabilmente generosa, operi in buona fede per la trasparenza, la confidenza e il dialogo interculturale e interreligioso reciproci, e tenga conto degli autentici e legittimi bisogni di tutti. Chiama poi a un impegno chiaro, sincero e fattivo per una società pacifica, rispettosa di tutti i diritti dell’uomo, della sua dignità e delle libertà fondamentali, senza relativismi e sincretismi. Rallegrandosi della risoluzione ONU sulla moratoria per la pena di morte (cf. Regno-att. 2,2008,14s), chiede ai rappresentanti della politica di esigere il rispetto della vita umana, della famiglia e della libertà religiosa di tutti, e fa voto «che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana» (n. 11).

Alla «Sapienza». L'allocuzione del papa prevista per la visita all'Università «La Sapienza» di Roma

Benedetto XVI
«Che cosa può e deve dire il papa nell’incontro con l’università della sua città?». Egli ha il compito di «mantenere desta la sensibilità per la verità». Per questo Benedetto XVI aveva accettato l’invito a recarsi in visita all’Università «La Sapienza» di Roma il 17 gennaio scorso, poi declinato (cf. riquadro a p. 80s). Nel testo dell’allocuzione, reso pubblico dalla Santa Sede, il pontefice richiama la struttura originaria dell’università medievale – articolata nelle quattro facoltà di medicina, giurisprudenza, teologia e filosofia – come frutto della «disputa approfondita sul rapporto tra teoria e prassi, sulla giusta relazione tra conoscere e agire» della teologia medievale. Oggi, a fronte dell’enorme e frammentata crescita dei diversi campi del sapere – riflessa anche nell’evoluzione delle strutture accademiche – il rischio per il papa è che l’uomo «si arrenda davanti alla questione della verità» e che la ragione si pieghi «alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità» assurta a «criterio ultimo».

Dall'invito alla rinuncia

M.E. Gandolfi
La vicenda della programmata visita di Benedetto XVI all'ateneo «La Sapienza» di Roma.

La missione dei gesuiti: servire la Chiesa. XXXV Congregazione generale della Compagnia di Gesù

F. Rodé, Benedetto XVI, A. Nicolas
L’atto fondamentale della XXXV Congregazione generale della Compagnia di Gesù (cf. riquadro a p. 86), iniziata a Roma il 7 gennaio 2008 (cf. Regno-att. 2,2008,4), è stato l’elezione del nuovo preposito generale, p. Adolfo Nicolás. Un decimo delle Costituzioni riguardano il preposito e ne regolano minuziosamente l’elezione. La Congregazione ha accettato le dimissioni di p. Peter-Hans Kolvenbach il 14 di gennaio e ha eletto il successore il 19 al secondo scrutinio, dopo la lettura di un rapporto realistico e spregiudicato sulla situazione della Compagnia e quattro giorni di «mormorazioni». L’assoluta discrezione con cui l’intero processo si svolge non offre possibilità di documentazione diretta. Ma alcuni materiali possono essere utili per cogliere il clima e gli indirizzi dell’assemblea: la lettera di Benedetto XVI a p. Kolvenbach, l’omelia iniziale del card. Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, il saluto di p. Valentín Menéndez (nel riquadro a p. 88) a p. Kolvenbach a nome dell’assemblea dopo l’accettazione delle sue dimissioni, la prima omelia del nuovo preposito.

I compiti della Congregazione

F. Rodé
Omelia del card. Franc Rodé.

Che cos'è una Congregazione generale?

L. Truzzi
La Congregazione generale è il più alto organismo di governo della Compagnia di Gesù. Convocata alla morte del preposito generale, ne elegge il successore, ma nello stesso tempo ha il potere di decidere quei cambiamenti di struttura e di attività che sembrano più rispondenti alle nuove condizioni.

Fedeltà al magistero

Benedetto XVI
Benedetto XVI a p. Kolvenbach.

Saluto a p. Kolvenbach: «carisma di unità»

V. Menendez
Nella sessione plenaria del 14 gennaio 2008, la XXXV Congregazione generale dei gesuiti ha sottoposto al voto la rinuncia del padre generale Peter-Hans Kolvenbach. Il moderatore, p. Valentín Menéndez, dopo aver comunicato il risultato della votazione che mostrava che la Congregazione accettava rispettosamente i motivi presentati da p. Kolvenbach, lo ha salutato con le seguenti parole, che sono state ricevute con un lungo e caloroso applauso che tutti i delegati, in piedi, hanno tributato a p. Kolvenbach.

Chiamati a essere servi

A. Nicolas
Omelia di p. Adolfo Nicolas

Alcuni aspetti dell'evangelizzazione. Nota dottrinale della Congregazione per la dottrina della fede

W. Levada, A. Amato
C’è una «crescente confusione» da chiarire, oggi, a proposito «del rapporto tra il mandato missionario del Signore e il rispetto della coscienza e della libertà religiosa di tutti»: è questo lo scopo della Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione resa pubblica dalla Congregazione per la dottrina della fede lo scorso 14 dicembre. Dato per presupposto l’imponente magistero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II in tema di evangelizzazione, la nota si concentra su alcune implicazioni antropologiche, ecclesiologiche ed ecumeniche del suddetto rapporto. Entro ciascuno di questi tre ambiti, la principale preoccupazione del documento è quella che non prevalgano approcci di tipo relativistico, secondo i quali si giudica «un attentato alla libertà altrui» proporre «ciò che si ritiene vero per sé» (n. 4), o si afferma «che la pretesa di aver ricevuto in dono la pienezza della rivelazione di Dio nasconde un atteggiamento d’intolleranza e un pericolo per la pace» (n. 10), o infine si scambia per «proselitismo» l’annuncio in pienezza della fede cattolica ad altri cristiani «che liberamente accettano di accoglierla» (n. 12).

Educare insieme nella scuola cattolica. Congregazione per l'educazione cattolica

Z. Grocholewski, A. V. Zani
Se non si ricorre a insegnanti laici, la diminuzione dei membri degli istituti di vita consacrata rischia di far scomparire la scuola cattolica, ma «la corretta educazione dei bambini e dei giovani è questione di estrema importanza per il bene della Chiesa e dell’umanità, per formare un mondo migliore». Lo ha affermato il card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica (dei seminari e degli istituti di studi), in occasione della conferenza stampa (20.11.2007) di presentazione del nuovo testo Educare insieme nella scuola cattolica. Missione condivisa di persone consacrate e fedeli laici. «Il documento vuole avere carattere propositivo e incoraggiare la formazione e la progettualità dei fedeli laici e delle persone consacrate nel campo educativo e scolastico cattolico», marcando l’importanza di una collaborazione fruttuosa fra laici e consacrati. Il testo si sviluppa in tre punti: «La comunione nella missione educativa, il necessario cammino di formazione alla comunione per la missione educativa condivisa e, infine, l’apertura verso gli altri come frutto della comunione».

I laici: una potenzialità per la scuola cattolica

A.V. Zani
Nuova pagina 2 I laici: una pontenzialit� per la scuola cattolica   Alla conferenza stampa (del 20.11.2007) di presentazione del documento Educare insieme nella scuola cattolica. Missione condivisa di persone consacrate e fedeli laici il sottosegretario della Congregazione per l�educazione cattolica, mons. Angelo Vincenzo Zani, interviene offrendo un quadro generale della presenza...

L'acqua della vita. Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti – Vasto

B. Forte
«L’annunzio del Vangelo è la premessa necessaria al battesimo: in una società dove i più venivano battezzati, esso si dava quasi per scontato» e la preparazione al sacramento veniva trascurata. Oggi, «nella società complessa, multireligiosa e multiculturale l’urgenza di far risuonare l’annuncio della fede… si mostra in tutta la sua necessità». Prosegue la serie avviata nel 2005 e 2006 con l’eucaristia e la riconciliazione ed è una piccola catechesi sui fondamenti del battesimo la lettera pastorale per l’anno 2007-2008 che mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti – Vasto, ha rivolto in primo luogo ai genitori che chiedono il battesimo dei propri figli. «Dovete essere consapevoli di quello che domandate per assumervi con piena convinzione l’impegno di fargli gustare e di far sviluppare in lui la vita nuova che gli è offerta in dono. La catechesi a voi genitori in preparazione al battesimo del vostro bambino è perciò indispensabile: la grazia del fonte battesimale s’irradia così anzitutto su di voi, e mentre la vostra creatura è rigenerata dall’alto, vengono risvegliati o perfino accesi in voi il dono e la bellezza della fede».

Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo. Nota della Conferenza episcopale calabra

Vescovi delle Chiese di Calabria
«Le mafie, di cui la ‘ndrangheta è oggi la faccia più visibile e pericolosa», sono nemiche del «presente e dell’avvenire della nostra Calabria,… del Vangelo e della comunità umana». A seguito di un convegno della Caritas calabrese del gennaio 2007 e in attesa dell’elaborazione di un nuovo documento sul Mezzogiorno da parte della CEI (cf. l’ultimo Consiglio permanente in questo numero a p. 117) i vescovi della Calabria hanno pubblicato il 17 ottobre scorso la nota pastorale «Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,5). Annunciare il Vangelo della vita nella nostra terra per un futuro di giustizia e carità. Cuore del testo è l’invito alla «conversione personale e comunitaria», che deve portare a «modelli culturali alternativi» e alla «rigenerazione delle coscienze» nelle «nostre comunità cristiane». Esse, infatti, «corrono il rischio d’una dissociazione tra la fede professata e l’etica che ne deriva… giungendo spesso a comportamenti compromissori che contraddicono la verità del Vangelo».

Il delicato momento del paese. CEI – Consiglio permanente Sessione invernale

CEI – Consiglio permanente, Sessione invernale
La frammentazione del paese, il relativismo etico (in particolare in materia di sessualità), alcune gravi emergenze sociali ed economiche, l’interpretazione della laicità: la «lettura esigente e senza ipocrisie» dell’attuale situazione italiana offerta dal card. Bagnasco in apertura della sessione invernale del Consiglio permanente della CEI ha suscitato grande attenzione da parte dell’opinione pubblica, anche per la quasi-coincidenza con l’apertura della crisi del governo Prodi (cf. Regno-att. 2,2008,1ss). A tali preoccupazioni il Consiglio permanente ha risposto assumendo una serie di conseguenti decisioni, che vanno dal tema della prossima assemblea (educazione dei giovani) a quelli di alcuni futuri documenti (il Mezzogiorno, la formazione all’impegno sociale, i vent’anni dell’otto per mille), fino alla costituzione di uno specifico «Comitato per il progetto culturale», con la significativa nomina del card. Ruini alla sua guida per un quinquennio. «Con tale scelta si vuole far emergere la consapevolezza che l’incontro tra fede e cultura che il progetto culturale intende promuovere costituisce un fattore organico alla struttura stessa» della CEI (Comunicato finale, n. 3).

Le preoccupazioni

A. Bagnasco
Prolusione del card. Bagnasco

Le decisioni

CEI – Consiglio permanente, Sessione invernale
Comunicato finale