card. Z. Grocholewski, J.-L. Bruguès
Tra i candidati al sacerdozio «si possono trovare alcuni che provengono da particolari esperienze – umane, familiari, professionali, intellettuali, affettive – che in vario modo hanno lasciato ferite non ancora guarite e che provocano disturbi, sconosciuti nella loro reale portata allo stesso candidato» (n. 5d). Per questo la Congregazione per l’educazione cattolica,
al termine di una riflessione più che decennale condotta in collaborazione con gli altri dicasteri vaticani, riconosce con questi Orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio che, «nei casi eccezionali che presentano particolari difficoltà», può essere di aiuto al candidato «il ricorso a esperti nelle scienze psicologiche, sia prima dell’ammissione al seminario sia durante il cammino formativo» (n. 5f). Fermo restando che «le competenze psicologiche, con i mezzi che sono loro propri (interviste strutturate, test, accompagnamenti e psicoterapie), devono essere considerate come un aiuto, mai come sostituzione, dei formatori» (C. BRESCIANI, conferenza stampa, 30.10.2008).
Documento, 01/12/2008, pag. 665