D
Documenti

Documenti, 21/2008

Dalla parola all’incontro. Udienza al I Seminario del Forum cattolico-musulmano

S.H. Nasr, Benedetto XVI
Il frutto istituzionale della lettera aperta Una parola comune tra noi e voi inviata l’11 ottobre 2007 da 138 intellettuali musulmani ai leader cristiani è costituito dalla nascita del Forum cattolico-musulmano. Esso si è riunito per un primo seminario dal 4 al 6 novembre scorsi a Roma con il tema «Amo re di Dio, amore del prossimo». Vi hanno partecipato una cinquantina di persone tra delegati e consiglieri cattolici e mu sulmani, gui dati rispettivamente dal card. J.-L. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (cf. la sua intervista a La Croix nel riquadro alle pp. 658-659) e da Seyyed Hossein Nasr (di cui pubblichiamo il saluto), docente di studi islamici alla George Washington University (cf. Regno-att. 20,2008, 671). Il seminario ha prodotto una Dichiarazione finale (qui alle pp. 662-663) nella quale viene ribadito l’impegno comune per la difesa dei diritti umani fondamentali e la volontà di formare un comitato congiunto che operi nel campo umanitario.

Dalla parola all’incontro. Noi e voi. Incontriamoci nell’amore di Dio (Saluto)

S.H. Nasr
Il frutto istituzionale della lettera aperta Una parola comune tra noi e voi inviata l’11 ottobre 2007 da 138 intellettuali musulmani ai leader cristiani è costituito dalla nascita del Forum cattolico-musulmano. Esso si è riunito per un primo seminario dal 4 al 6 novembre scorsi a Roma con il tema «Amo re di Dio, amore del prossimo». Vi hanno partecipato una cinquantina di persone tra delegati e consiglieri cattolici e mu sulmani, gui dati rispettivamente dal card. J.-L. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (cf. la sua intervista a La Croix nel riquadro alle pp. 658-659) e da Seyyed Hossein Nasr (di cui pubblichiamo il saluto), docente di studi islamici alla George Washington University (cf. Regno-att. 20,2008, 671). Il seminario ha prodotto una Dichiarazione finale (qui alle pp. 662-663) nella quale viene ribadito l’impegno comune per la difesa dei diritti umani fondamentali e la volontà di formare un comitato congiunto che operi nel campo umanitario.

Dalla parola all’incontro. Adoratori dell’unico Dio (Discorso)

Benedetto XVI
Il frutto istituzionale della lettera aperta Una parola comune tra noi e voi inviata l’11 ottobre 2007 da 138 intellettuali musulmani ai leader cristiani è costituito dalla nascita del Forum cattolico-musulmano. Esso si è riunito per un primo seminario dal 4 al 6 novembre scorsi a Roma con il tema «Amo re di Dio, amore del prossimo». Vi hanno partecipato una cinquantina di persone tra delegati e consiglieri cattolici e mu sulmani, gui dati rispettivamente dal card. J.-L. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (cf. la sua intervista a La Croix nel riquadro alle pp. 658-659) e da Seyyed Hossein Nasr (di cui pubblichiamo il saluto), docente di studi islamici alla George Washington University (cf. Regno-att. 20,2008, 671). Il seminario ha prodotto una Dichiarazione finale (qui alle pp. 662-663) nella quale viene ribadito l’impegno comune per la difesa dei diritti umani fondamentali e la volontà di formare un comitato congiunto che operi nel campo umanitario.

Il card. Tauran: nel dialogo da testimoni

I. de Gaulmyn, M. Kubler
Nell’imminenza dell’apertura del Forum cattolico-musulmano, svoltosi in Vaticano il 4-6 novembre scorso, il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (organismo co-istitutore, per parte cattolica, del Forum), ha rilasciato al quotidiano francese La Croix (3.11.2008, 23), questa intervista, che riportiamo in una nostra traduzione.

Dalla parola all’incontro. Il rispetto dei diritti originari (Dichiarazione finale)

Forum cattolico-musulmano
Il frutto istituzionale della lettera aperta Una parola comune tra noi e voi inviata l’11 ottobre 2007 da 138 intellettuali musulmani ai leader cristiani è costituito dalla nascita del Forum cattolico-musulmano. Esso si è riunito per un primo seminario dal 4 al 6 novembre scorsi a Roma con il tema «Amo re di Dio, amore del prossimo». Vi hanno partecipato una cinquantina di persone tra delegati e consiglieri cattolici e mu sulmani, gui dati rispettivamente dal card. J.-L. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (cf. la sua intervista a La Croix nel riquadro alle pp. 658-659) e da Seyyed Hossein Nasr (di cui pubblichiamo il saluto), docente di studi islamici alla George Washington University (cf. Regno-att. 20,2008, 671). Il seminario ha prodotto una Dichiarazione finale (qui alle pp. 662-663) nella quale viene ribadito l’impegno comune per la difesa dei diritti umani fondamentali e la volontà di formare un comitato congiunto che operi nel campo umanitario.

L’Europa, laboratorio di integrazione

Comitato per le relazioni con i musulmani in Europa
Riportiamo qui, in una nostra traduzione dal francese (fonte: www.ccee.ch), ampi stralci della Dichiarazione comune finale della conferenza «Essere cittadino d’Europa e persona di fede» recentemente organizzata a Malines/Bruxelles (Belgio) dal Comitato per le relazioni con i musulmani in Europa (CRME) (20-23.10.2008; cf. Regno-att. 20,2008,669).

La psicologia e la formazione dei candidati al sacerdozio. Orientamenti della Congr. ed. cattolica

card. Z. Grocholewski, J.-L. Bruguès
Tra i candidati al sacerdozio «si possono trovare alcuni che provengono da particolari esperienze – umane, familiari, professionali, intellettuali, affettive – che in vario modo hanno lasciato ferite non ancora guarite e che provocano disturbi, sconosciuti nella loro reale portata allo stesso candidato» (n. 5d). Per questo la Congregazione per l’educazione cattolica, al termine di una riflessione più che decennale condotta in collaborazione con gli altri dicasteri vaticani, riconosce con questi Orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio che, «nei casi eccezionali che presentano particolari difficoltà», può essere di aiuto al candidato «il ricorso a esperti nelle scienze psicologiche, sia prima dell’ammissione al seminario sia durante il cammino formativo» (n. 5f). Fermo restando che «le competenze psicologiche, con i mezzi che sono loro propri (interviste strutturate, test, accompagnamenti e psicoterapie), devono essere considerate come un aiuto, mai come sostituzione, dei formatori» (C. BRESCIANI, conferenza stampa, 30.10.2008).

La condanna di Cantini

E. Antonelli
Benedetto XVI ha comminato a don Lelio Cantini la dimissione dallo stato clericale con l’obbligo della dimora vigilata. Lo ha comunicato il 12 ottobre scorso il card. Ennio Antonelli, amministratore apostolico della diocesi di Firenze. La nuova condanna per il sacerdote fiorentino di 85 anni è giunta dopo un supplemento di istruttoria condotta a Firenze e poi trasmessa alla Congregazione per la dottrina della fede. Il sacerdote aveva già ricevuto una condanna al termine di un processo penale amministrativo canonico nel gennaio 2007. Pubblichiamo il testo integrale del la notificazione (www.toscanaoggi.it).

La nuova creatura e la missione dei pastori. Istruzione ai presbiteri e ai diaconi

A. Scola
«Vorrei che la meditazione personale e comunitaria della figura di Paolo, dell’unità del suo io, rompesse definitivamente in noi il pernicioso dualismo che ancora spesso ci affligge e affligge tanti cristiani: da una parte l’umano, dall’altra il cristiano. Invece esiste un solo ordine storico effettuale: l’ordine di Cri sto». Parlando ai presbiteri e ai diaconi del patriarcato di Venezia in occasione dell’inizio del nuovo anno pastorale (3 ottobre) il card. Angelo Scola ripercorre la figura di san Paolo cercandovi ispirazione e conferme al progetto pastorale diocesano. Riconosce nella sua identità di «creatura nuova» quel «soggetto nuovo» di cui la pastorale e il tempo attuale abbisognano. Rispetto alla dispersione o alla moltiplicazione delle identità è sempre più urgente un «io totalmente unificato» come lo fu quello dell’apostolo. A conferma degli orientamenti emersi dalla visita pastorale: rigenerare il popolo cristiano, avvio delle comunità pastorali, emergenza educativa, rilancio dei patronati (oratori).

Vivere da cristiani nel mondo. Lettera pastorale

R. Corti
Il destinatario dichiarato è il fedele laico adulto; il riferimento prossimo è rappresentato dal Convegno di Verona del 2006; i luoghi che vengono indicati per l’esercizio delle responsabilità dei laici sono la famiglia e la città; il metodo è quello del discernimento cristiano. In tal modo la lettera pastorale di mons. Renato Corti, vescovo di Novara, per l’anno 2008-2009, firmata l’8 settembre scorso e intitolata: «Fate quello che egli vi dirà». Vivere da cristiani nel mondo si trasforma in un’ori ginale rilettura, sul piano diocesano, delle principali indicazioni che sul tema dell’impegno familiare e sociale dei laici ci sono giunte in questi anni sia dal magistero pontificio, sia da quello che i vescovi italiani, collettivamente e in divi dualmente, hanno espresso attra verso i più vari interventi pa storali. Tale rilettura è guidata dalla convinzione che se si propone la persona, con la sua inalienabile dignità, come «criterio di fondo per misurare quanto la vita della società possa dirsi una vera civiltà», allora essa do vrà anche essere riconosciuta, «non solo a parole», come «cuore della pastorale» (Presentazione).

Un’autentica ecclesialità. Lettera al presidente dell’Azione cattolica Franco Miano

card. A. Bagnasco
«L’Azione Cattolica… ha costantemente colto nella diocesi e nella parrocchia il proprio naturale e primario ambito di servizio, di testimonianza, d’impegno educativo, collaborando strettamente con i rispettivi pastori. Resti questo il tratto caratterizzante l’associazione a tutti i livelli… L’A zio ne Cattolica, che ha nel sentire cum Ecclesia una delle sue note di stintive, sia in prima fila nel diffondere un’autentica ecclesialità, nel rispetto della distinzione di ruoli e di compiti». Queste le parole del card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), nella lettera al presidente dell’Azione cattolica italiana (ACI) Franco Miano, resa nota a Roma l’11 ottobre scorso durante i lavori del Consiglio nazionale dell’ACI. Il presidente CEI ribadisce anche l’importanza del tema dell’educazione, «un tema sempre più presente nell’agenda pastorale della Chiesa» italiana: «anche su questo terreno, sappia l’Azione Cattolica essere di stimolo per passare dalle parole ai fatti, dagli auspici alle scelte, dalle iniziative isolate alla collaborazione feconda».

La dignità, la libertà e i diritti dell’uomo. Chiesa ortodossa russa

Chiesa ortodossa russa
Si intitola I fondamenti della dottrina della Chiesa ortodossa russa sulla dignità, la libertà e i diritti dell’uomo, è stato approvato dal Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa svoltosi a Mosca dal 24 al 29 giugno 2008 e rappresenta l’ultimo importante atto pubblico compiuto dal Patriarcato di Mosca sotto la guida di Alessio II, scomparso all’età di 79 anni il 5 dicembre scorso. Il testo, in cinque sezioni, costituisce una sorta di appendice dei monumentali Fondamenti della concezione sociale approvati nel 2000 (cf. Regno-doc. 1,2001 [Suppl.]); la visione complessiva che lo guida è ben sintetizzata dalle conclusioni della sezione III: «La possibilità di applicare i diritti umani non deve entrare in conflitto con le norme morali stabilite da Dio, e con la moralità tradizionale fondata su di esse. I diritti umani dell’individuo non possono essere contrapposti ai valori e agli interessi della sua patria, della sua comunità e della sua famiglia. L’esercizio dei diritti umani non deve essere usato per giustificare la violazione delle cose sacre, dei valori culturali e dell’identità di un popolo», né «come pretesto per infliggere danni irreparabili al patrimonio naturale».