Nota del card. D. Tettamanzi, arcivescovo di Milano
In occasione della «messa crismale» del Giovedì santo (13 aprile) il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha consegnato ai suoi sacerdoti una nota. Frutto del lavoro di alcuni mesi dei vicari episcopali di zona, del vescovo e del vicario generale, il documento conferma l’orientamento verso le unità pastorali e ne specifica un modello in particolare.
Si tratta della «comunità pastorale», «forma di unità pastorale tra più parrocchie… che hanno una cura pastorale unitaria e sono chiamate a un cammino unitario e coordinato». «Il soggetto a cui compete promuovere e guidare l’attività della comunità pastorale è il direttivo pastorale», composto da un sacerdote responsabile, da altri sacerdoti con responsabilità specifiche, da diaconi, consacrati e laici. Pensata come modalità peculiare, particolarmente adatta ai contesti urbani, la «comunità pastorale» risponde alla volontà dell’arcivescovo – confermata nell’omelia dettata per l’occasione – di «tenere vivo lo spirito della missione, ma anche di dare concretezza operativa e impostazione istituzionale alle forme storiche della missione». Cf. Regno-att. 10,2006,299ss.
Documento, 01/06/2006, pag. 389