Documenti, 13/2001, 01/07/2001, pag. 408
Liturgiam authenticam
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti
Fedeltà al testo originale latino, ponendo al centro l’esigenza del rispetto dello stile e della struttura propri del Rito romano: è il motivo conduttore dell’istruzione De usu linguarum popularium in libris liturgiae romanae edendis, con cui la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti codifica i criteri per la traduzione dal latino nelle lingue moderne dei testi liturgici (cf. Regno-att. 10,2001,311). Il documento è stato firmato il 28 marzo scorso dopo aver ottenuto, il 20, l’approvazione specifica di Giovanni Paolo II, ed è dunque in vigore dal 25 aprile; è stato reso pubblico il 7 maggio, e solo in latino, inglese e francese.
È un intervento normativo ampio e dettagliato, il quinto nella serie delle istruzioni "per la retta applicazione della costituzione sulla sacra liturgia del concilio Vaticano II". Altri precedenti interventi sulla materia specifica delle traduzioni vanno considerati inglobati o in ogni caso superati dalle norme della Liturgiam authenticam; in particolare la Comme le prévoit (1969; EV 3/748ss).
Superata è anche, di fatto, la discussione in atto nelle conferenze episcopali dei principali paesi anglofoni e tra queste e la Santa Sede a proposito della International Commission on English in the Liturgy (ICEL; cf. Regno-att. 2,2000,48; Regno-doc. 3,2000,88 e riquadro alle pp. 410-417).
Originale: stampa (8.5.2001) da sito Internet: www.vatican.va. Nostra traduzione dal latino.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.