Nuovo umanesimo: lo stile cristiano
Al di là delle polemiche strumentali che l’espressione «nuovo umanesimo» ha suscitato nell’area ecclesiale antimoderna, anche a motivo del suo utilizzo nell’arena politica, la sua evocazione ha in papa Francesco – che l’ha utilizzata parlando al V Convegno nazionale della Chiesa italiana (2015) a Firenze, e vi ha fatto riferimento davanti alle istituzioni europee a Strasburgo (2014) – un preciso orizzonte di riferimento: l’invito costante «a una riforma della Chiesa a partire dal “centro della fede”», che «corrisponda al “cambiamento d’epoca” al quale assistiamo e che porti a inventare un nuovo stile di vita cristiana nel mondo contemporaneo e una nuova maniera di esservi presenti»; sono proprio «il fondamento e l’effetto» di tale stile che «potranno essere colti dai nostri contemporanei come un nuovo umanesimo». Su questo presupposto Christoph Theobald modula una riflessione che interpreta l’auspicio di un nuovo umanesimo alla luce della sua visione del «cristianesimo come stile». Prende dunque le mosse dalle aspirazioni e inquietudini che si esprimono nelle nostre società per scorgervi dei «segni dei tempi» (parte I), per poi interrogarsi sul Vangelo di Dio e sulla maniera ecclesiale di renderlo «presente» (II), e di farlo appunto nella forma di un nuovo umanesimo (III).
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