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Attualità

Attualità, 16/2012

Libano - Benedetto XVI: il viaggio del consenso. Firmata la postsinodale Ecclesia in Medio Oriente

G. Brunelli
Dal 14 al 16 settembre Benedetto XVI ha visitato il Libano. Un viaggio pastorale occasionato anche dalla firma e dalla consegna alle Chiese locali dell’esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente (testo integrale sul prossimo numero di Regno-doc.). Un evento ecclesiale dalle profonde conseguenze politiche e interreligiose. Si è trattato del viaggio più difficile tra quelli compiuti da Benedetto XVI in Medio Oriente. E il Medio Oriente è stata una terra privilegiata dal papa, nella convinzione che qui si stia consumando il destino delle Chiese che furono all’origine del cristianesimo; che in pochi anni la presenza cristiana possa essere cancellata. In meno di sei anni ha visitato Turchia, Israele, Giordania, Territori palestinesi, Cipro e ora il Libano.

Siria - Guerra civile: evoluzione di un conflitto. Tra divisioni interne e incertezze internazionali

International Crisis Group
Visto da lontano il conflitto in Siria potrebbe assomigliare a un penoso arrancare, caratterizzato da intermittenti accelerazioni e da apparenti punti di non ritorno, sotto la spinta dell’azione internazionale. Visto da vicino, questa impressione può essere messe da parte. Le manovre diplomatiche hanno finito per essere niente più che una forza inerziale mascherata da movimento. L’Occidente le ha usate per fingere di fare più di quello che faceva; la Russia le ha sfruttate per dare ad intendere che stava appoggiando il regime siriano meno di quanto stava facendo. Nel frattempo in Siria non si vede né uno stallo né un’improvvisa trasformazione; quasi ogni cosa è cambiata anche se molto lentamente: la forma del conflitto; le dinamiche della società civile; le relazioni tra fazioni; e la natura più intima del regime che l’opposizione cerca di deporre.

Germania - Vescovi: Il papa soffre

D. Sala
È preoccupato per il futuro della Chiesa in Germania mons. Jean-Claude Périsset, nunzio apostolico a Berlino. E per il suo cattivo rapporto con il papa. «Il papa soffre per l’atteggiamento talvolta chiuso che c’è stato nei suoi confronti in Germania», ed è «una gran perdita per la Chiesa cattolica in Germania che lo si ascolti così poco». In questi termini s’è espresso il nunzio in un’intervista concessa al settimanale tedesco Christ und Welt del 16 agosto (supplemento di Die Zeit). Qualche avvisaglia dell’insoddisfazione di Benedetto XVI per la scarsa empatia con la sua Chiesa d’origine si era colta negli scorsi mesi.

Italia - In morte di Carlo Maria Martini: un padre della Chiesa. Biblista, pastore, maestro

G. Brunelli
Muore con il vescovo Carlo Maria Martini un padre della Chiesa. Come Girolamo, come Ambrogio, come Agostino… «Una figura imponente di uomo di Chiesa», lo ha definito il card. Scola, suo successore a Milano. «Un uomo di Dio», «che ha non solo conosciuto, ma amato la Parola», ha detto di lui papa Benedetto XVI. L’eredità della sua figura, del suo pensiero, della sua testimonianza, è ora consegnata alla memoria della Chiesa, dell’intero popolo di Dio. Ha segnato col suo magistero fortemente carismatico un tratto importante dell’intera vicenda della Chiesa postconciliare. I 22 anni di ministero episcopale a Milano (1979-2002) ne sono stati il centro. Ma anche nel decennio successivo egli ha continuato a rappresentare un punto di riferimento, una guida per molti, cristiani, credenti di altre religioni, non credenti, finendo come sospinto nel centro della contraddizione del nostro tempo ad affrontare le questioni spirituali ed esistenziali nuove poste alle coscienze e alla Chiesa.

Carlo Maria Martini: Un buon pastore

A. Torresin
Qualcuno dubitava, al suo arrivo nella Chiesa di Milano, che uno studioso raffinato della Scrittura potesse essere un uomo di governo e un vescovo pastore, e qualcuno forse dubita ancora. Per questo, la rilettura dei suoi anni di episcopato non è scontata. Ha governato a modo suo, è stato un pastore per certi versi unico. Ma era diventato così profondamente «pastore» da rimanere, anche da «emerito», in dialogo aperto con il suo gregge oltre che nel cuore del suo presbiterio, che al funerale gli ha manifestato l’affetto con un’imponente presenza. Ha intensificato ancor più il suo compito d’intercessore e ha consegnato a tutti noi le sue paure e le sue speranze, trasparente come chi è passato al crogiuolo della prova e conosce una libertà inedita, una franchezza senza ombre.

Carlo Maria Martini: Il «non so» del cardinale

P. Stefani
Dieci anni fa, al termine del suo lungo mandato episcopale, Carlo Maria Martini comunicò la propria volontà di trascorrere a Gerusalemme gli ultimi anni della sua vita. Quella città avrebbe dovuto essere anche il luogo della sua sepoltura. Si trattò di una decisione qualificante. Essa suscitò non poco sconcerto in molti di coloro che vedevano la grande guida spirituale allontanarsi dall’Italia.

Cina - Chiesa cattolica: guarire le ferite. Intervista al card. John Tong, vescovo di Hong Kong

H. Waldenfels
uindici anni fa, il 1° luglio1997, Hong Kong è tornata a far parte della Repubblica popolare cinese in base al principio: «Un paese, due sistemi». La Chiesa è relativamente libera, ma esercita una forte influenza attraverso una rete educativa ben sviluppata, dall’asilo all’università passando per le scuole inferiori e superiori, e attraverso la Caritas, il braccio sociale della diocesi. Lei, eminenza,* come giudica l’influenza della Chiesa di Hong Kong sulla Chiesa della Cina continentale? «Nel corso degli ultimi quindici anni, la situazione politica e sociale di Hong Kong è cambiata, ma la missione della Chiesa cattolica continua e il suo impegno in campo educativo e sociale resta molto forte. Occorre migliorare la qualità dei servizi, perché la società dal 1997, da quando cioè Hong Kong è tornata a far parte della Cina, è cambiata (...)».

Pakistan - Blasfemia: Una svolta inattesa

M. Bernardoni
Il caso di Rimsha Masih, la ragazzina cristiana accusata di blasfemia e arrestata in Pakistan lo scorso mese di agosto, potrebbe alla fine rivelarsi una «svolta» e segnare addirittura un «passo avanti nella convivenza delle diverse comunità religiose» del paese. Si è espresso così Paul Bhatti, consigliere per le minoranze del primo ministro pakistano e fratello di Shahbaz, il ministro per le minoranze religiose assassinato da un gruppo di fondamentalisti islamici nel 2011 (cf. Regno-att. 6,2011,148), intervenendo recentemente a Sarajevo a un incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.

Stati Uniti - Cattolici e partiti: oltre le divisioni ideologiche. Partecipare alla vita politica

Richard E. Pates
Nell’attuale mondo politico, i cattolici che prendono sul serio la loro fede e vogliono viverla nella pubblica arena si trovano di fronte a una vera sfida. La scelta di un partito è difficile. I partiti stessi hanno gravi difetti e spesso sembrano inserire ostentatamente nei loro programmi le questioni più problematiche rispetto all’insegnamento cattolico. Questo insegnamento è basato sul rispetto reverenziale e sulla difesa della vita e della dignità di ogni persona umana dal concepimento alla morte naturale. I padri fondatori del nostro paese hanno usato l’espressione «self-evident truth» (verità evidenti per sé stesse) per esprimere l’applicabilità universale di un tale in segnamento.

Santa Sede - Religiose USA: Lo spazio del discernimento

M.E. Gandolfi
Valutazione dottrinale nei confronti della Leadership Conference of Woman Religious (LCWR) il 18 aprile (Regno-att. 8,2012,263; Regno-doc. 9,2012,263) e notificazione nei confronti di suor Margaret Farley, autrice del volume Just Love, il 4 giugno (Regno-att. 12,2012,378; Regno-doc. 15,2012,458) sono i provvedimenti che la Congregazione per la dottrina della fede, sotto la presidenza – oggi conclusa – dello statunitense card. Levada, ha intrapreso nei confronti di religiose USA, dopo che era da poco terminata (2011) una visita apostolica condotta per conto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata.

America Latina - Evangelicali: Congresso aperto

M. Castagnaro
Circa 800 delegati da tutto il continente hanno preso parte, dal 9 al 13 luglio, al V Congresso latinoamericano di evangelizzazione (CLADE V), organizzato dalla Fraternità teologica latinoamericana a San José, in Costa Rica, col motto «Seguiamo Gesù nel suo Regno di vita. Guidaci Santo Spirito!». Questo appuntamento, promosso per la prima volta a Bogotà, in Colombia, nel 1969 dalle statunitensi Billy Graham Evangelistic Association ed Evangelical Fellowship of Mission Associates per coordinare Chiese, missioni e istituzioni ecclesiastiche di orientamento fondamentalista, si è via via evoluto in un vero «congresso protestante latinoamericano», nonché nella principale espressione del movimento evangelicale autoctono, capace sia di fare da ponte tra le Chiese riformate storiche e le denominazioni pentecostali, anche recenti, sia di far coesistere un’ampia gamma di correnti teologiche, divenendo spazio di incontro tra quelle progressiste prevalenti nel Consiglio latinoamericano della Chiese (CLAI) e quelle conservatrici della Confraternita evangelica latinoamericana.

Dialogo - Chiarinelli e Accattoli: libero come un cristiano. Sensazioni e suggestioni di un vescovo

L. Chiarinelli; L. Accattoli
Come dare forma all’ultima stagione della vita sacerdotale ed episcopale? È un interrogativo che Il Regno si è posto ripetutamente, anche grazie alla sensibilità di Luigi Accattoli, del quale qui presentiamo un dialogo con il vescovo emerito mons. Lorenzo Chiarinelli. Nella prima edizione dell’annale Chie sa in Italia (1992,72), entro il bilancio divenuto annuale sui movimenti dell’episcopato italiano, Accattoli riferiva della proposta di mons. M. Morgante, emerito di Ascoli Piceno, di rivedere la legislazione canonica «sui diritti peculiari degli emeriti, riconosciuti dai padri conciliari, ma ancora non specificati da alcuna normativa». La questione veniva ripresa anche nell’edizione del 1995; in particolare sull’«invito» obbligatorio a dare le dimissioni. Dalle pagine di Regno-doc. 21,2011,689, mons. Carlo Ghidelli ha poi rilanciato lo scorso anno il tema, puntando a chiarire «il senso e la valenza spirituale di un evento vissuto in prima persona recentemente», giacché «mi convinco sempre di più che mi devo dare una ragione, da un punto di vista sia umano sia soprannaturale, di quello che mi è successo». È questo un sentimento di disagio molto condiviso anche tra il clero, come emerge dai dati di una ricerca sull’invecchiamento dei sacerdoti, commissionata dai vescovi lombardi all’Università cattolica e presentata in Regno-att. 22,2011,769ss. Da parte dei sacerdoti anziani rimane inevasa innanzitutto la richiesta d’essere aiutati a leggere «i segni del passaggio del Signore» nell’ultima stagione del ministero. Proprio su questo offriamo il contributo di mons. Chiarinelli, caratterizzato dalle «tonalità liberanti e grate».

Estasi e sogno: «Tra la terra e il cielo»

L. Chiarinelli
Come dare forma all’ultima stagione della vita sacerdotale ed episcopale? È un interrogativo che Il Regno si è posto ripetutamente, anche grazie alla sensibilità di Luigi Accattoli, del quale qui presentiamo un dialogo con il vescovo emerito mons. Lorenzo Chiarinelli. Nella prima edizione dell’annale Chie sa in Italia (1992,72), entro il bilancio divenuto annuale sui movimenti dell’episcopato italiano, Accattoli riferiva della proposta di mons. M. Morgante, emerito di Ascoli Piceno, di rivedere la legislazione canonica «sui diritti peculiari degli emeriti, riconosciuti dai padri conciliari, ma ancora non specificati da alcuna normativa». La questione veniva ripresa anche nell’edizione del 1995; in particolare sull’«invito» obbligatorio a dare le dimissioni. Dalle pagine di Regno-doc. 21,2011,689, mons. Carlo Ghidelli ha poi rilanciato lo scorso anno il tema, puntando a chiarire «il senso e la valenza spirituale di un evento vissuto in prima persona recentemente», giacché «mi convinco sempre di più che mi devo dare una ragione, da un punto di vista sia umano sia soprannaturale, di quello che mi è successo». È questo un sentimento di disagio molto condiviso anche tra il clero, come emerge dai dati di una ricerca sull’invecchiamento dei sacerdoti, commissionata dai vescovi lombardi all’Università cattolica e presentata in Regno-att. 22,2011,769ss. Da parte dei sacerdoti anziani rimane inevasa innanzitutto la richiesta d’essere aiutati a leggere «i segni del passaggio del Signore» nell’ultima stagione del ministero. Proprio su questo offriamo il contributo di mons. Chiarinelli, caratterizzato dalle «tonalità liberanti e grate».

Vescovi emeriti e cristiani sparsi: Un canto di libertà

L. Accattoli
Come dare forma all’ultima stagione della vita sacerdotale ed episcopale? È un interrogativo che Il Regno si è posto ripetutamente, anche grazie alla sensibilità di Luigi Accattoli, del quale qui presentiamo un dialogo con il vescovo emerito mons. Lorenzo Chiarinelli. Nella prima edizione dell’annale Chie sa in Italia (1992,72), entro il bilancio divenuto annuale sui movimenti dell’episcopato italiano, Accattoli riferiva della proposta di mons. M. Morgante, emerito di Ascoli Piceno, di rivedere la legislazione canonica «sui diritti peculiari degli emeriti, riconosciuti dai padri conciliari, ma ancora non specificati da alcuna normativa». La questione veniva ripresa anche nell’edizione del 1995; in particolare sull’«invito» obbligatorio a dare le dimissioni. Dalle pagine di Regno-doc. 21,2011,689, mons. Carlo Ghidelli ha poi rilanciato lo scorso anno il tema, puntando a chiarire «il senso e la valenza spirituale di un evento vissuto in prima persona recentemente», giacché «mi convinco sempre di più che mi devo dare una ragione, da un punto di vista sia umano sia soprannaturale, di quello che mi è successo». È questo un sentimento di disagio molto condiviso anche tra il clero, come emerge dai dati di una ricerca sull’invecchiamento dei sacerdoti, commissionata dai vescovi lombardi all’Università cattolica e presentata in Regno-att. 22,2011,769ss. Da parte dei sacerdoti anziani rimane inevasa innanzitutto la richiesta d’essere aiutati a leggere «i segni del passaggio del Signore» nell’ultima stagione del ministero. Proprio su questo offriamo il contributo di mons. Chiarinelli, caratterizzato dalle «tonalità liberanti e grate».

Credenti d'Italia - Protestanti: una nuova vitalità. Le Chiese storiche si confrontano col fermento

D. Sala
Proseguendo il viaggio tra le comunità di fede che vivono in Italia (cf. su Regnoatt. 8,2012, 225 l’incontro con l’ortodossia romena), in un afoso pomeriggio bolognese ho raccolto questa conversazione con Roberto Bottazzi, esponente della comunità evangelica metodista di Bologna e responsabile della formazione a distanza della Facoltà valdese di Roma. In un’estate in cui si è dibattuto sul presunto «fallimento» del protestantesimo (cf. Sette del Corriere della sera, 17.8.2012), ricaviamo viceversa l’idea di una realtà dai piccoli numeri, certamente, ma fortemente sollecitata dalle mutazioni del panorama religioso nazionale, soprattutto come conseguenza dell’immigrazione, e stimolata a farsi interrogare e provocare dal confronto e dall’integrazione con forme di spiritualità e fede diverse.

Un tormentato percorso. Chiesa, modernità e diritti umani

M. Paiano
Negli ultimi due secoli il tema dei diritti umani ha costituito un necessario termine di confronto in ogni discorso sui fondamenti della vita associata e nell’elaborazione delle leggi di diritto positivo, oltre che un importante elemento propulsore nelle lotte sociali in vista del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro in diverse aree del pianeta. Nell’ambito della cultura occidentale, la loro esistenza e universalità sembrano avere, sul piano dei principi, un riconoscimento generalizzato. Più controversa appare la loro giustificazione sul piano teorico e anche il loro contenuto, malgrado ne esistano alcune codificazioni giuridiche, non appare oggi così scontato. In particolare, i problemi posti dalla bioetica hanno notevolmente complicato il quadro, a cominciare da cosa debba intendersi per «diritto alla vita».

Libri del mese - Schede - Settembre 2012

M.E. Gandolfi
I «Libri del mese» si possono ordinare indicando il numero ISBN a 13 cifre: - per telefono, chiamando lo 049.8805313; - per fax, scrivendo allo 049.686168; - per e-mail, all'indirizzo vendite.dirette@dehoniane.it - per posta, scrivendo a Centro Editoriale Dehoniano, via Nosadella 6, 40123 Bologna.

L. Messinese, Metafisica

T. Valentini

Dibattito - «Pro multis»: il tema è la salvezza. Efficacemente ricevuta, universalmente offerta?

F. Pieri
La riforma liturgica promossa dal Concilio ha segnato una svolta: la pretesa babelica di convenire in un’unica lingua liturgica ha ceduto il passo all’evento pentecostale della comunione tra le diverse lingue. In questa svolta la traduzione assume il valore di un atto di fede (…). Per quanto il testo originale costituisca il primo interesse di ogni traduzione, la fedeltà ad esso non può considerarsi l’unico criterio. Il testo liturgico di arrivo infatti è: il testo liturgico di partenza più ciò che lo predispone alla celebrazione concreta di questa o quella società, di questa o quella cultura, di questa o quella lingua» (G. BONACCORSO osb, Il rito e l’altro. La liturgia come tempo, linguaggio e azione, Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 13, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano 2001, 212.222-223).

Muore José Míguez Bonino

D. Sala

Alleanza battista mondiale – Assemblea annuale

D. Sala

Chiesa d’Inghilterra e donne vescovo – Decisione rimandata

D. Sala

USA – Benedizione delle coppie gay

D. Sala

Italia – Intese con ortodossi, pentecostali e mormoni

D. Sala

Comunione anglicana – La prima donna vescovo in Africa

D. Sala

SAE – 49 sessione di formazione

D. Sala

Londra – Le Olimpiadi e le religioni

D. Sala

Vaticano – Dialogo islamo-cristiano

D. Sala

India – Chiese e dalit

D. Sala

Morte di Abuna Paulos

D. Sala

Russia e Polonia – Riconciliazione

D. Sala

Russia – La Chiesa e le Pussy Riot

D. Sala

CEC – Comitato centrale

D. Sala

Sinodo valdese – Documento sulla famiglia

D. Sala

Yad Vashem su Pio XII

L. Accattoli

Da Levada a Müller

L. Accattoli

Castel Gandolfo

L. Accattoli

Fiducia del papa a Bertone

L. Accattoli

Bilancio

L. Accattoli

Cina

L. Accattoli

Moneyval sul Vaticano

L. Accattoli

Università del Perù

L. Accattoli

Vigevano da Di Mauro a Tettamanzi

L. Accattoli

Corvo – summit dal papa

L. Accattoli

Terzo volume su Gesù

L. Accattoli

Suore statunitensi

L. Accattoli

Lombardi su trasparenza

L. Accattoli

Monti

L. Accattoli

Martini

L. Accattoli

Ratzinger Schülerkreis su ecumenismo

L. Accattoli

Corvo – rinvio a giudizio

L. Accattoli

Il concilio Vaticano II 50 anni dopo: Una Chiesa contemporanea

Redazione
L’11 ottobre 1962, con il discorso Gaudet mater Ecclesia, Giovanni XXIII apriva solennemente il concilio Vaticano II, «un’impressionante autoriforma della coscienza della Chiesa nell’orizzonte della modernità» (F.-X. Kaufmann). Cinquant’anni dopo, la Chiesa cattolica è come allora alle prese con turbinosi cambiamenti del paradigma sociale e antropologico, che s’innestano sulla postmodernità come allora erano generati dalla modernità. E si chiede – per esempio con l’imminente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e con l’Anno della fede che inizia non casualmente lo stesso 11 ottobre – come rendere comprensibile il messaggio del Vangelo per l’uomo contemporaneo, come cogliere e interpretare le domande di quanti «sono… in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo» (Benedetto XVI). «La continuità del Concilio e della sua attuale interpretazione consiste nel vivere la fede trasmessa e la pratica a essa corrispondente in modo che vengano percepite come ulteriore sviluppo del messaggio originario» (P. Walter), dando piena attuazione allo stile di «contemporaneità critica» affermato dal Vaticano II.

Il concilio Vaticano II nella storia della teologia. Continuità o discontinuità?

P: Walter
L’11 ottobre 1962, con il discorso Gaudet mater Ecclesia, Giovanni XXIII apriva solennemente il concilio Vaticano II, «un’impressionante autoriforma della coscienza della Chiesa nell’orizzonte della modernità» (F.-X. Kaufmann). Cinquant’anni dopo, la Chiesa cattolica è come allora alle prese con turbinosi cambiamenti del paradigma sociale e antropologico, che s’innestano sulla postmodernità come allora erano generati dalla modernità. E si chiede – per esempio con l’imminente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e con l’Anno della fede che inizia non casualmente lo stesso 11 ottobre – come rendere comprensibile il messaggio del Vangelo per l’uomo contemporaneo, come cogliere e interpretare le domande di quanti «sono… in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo» (Benedetto XVI). «La continuità del Concilio e della sua attuale interpretazione consiste nel vivere la fede trasmessa e la pratica a essa corrispondente in modo che vengano percepite come ulteriore sviluppo del messaggio originario» (P. Walter), dando piena attuazione allo stile di «contemporaneità critica» affermato dal Vaticano II.

Il concilio Vaticano II nel ricordo di un testimone. Che cosa significa per me

F.-X. Kaufmann
L’11 ottobre 1962, con il discorso Gaudet mater Ecclesia, Giovanni XXIII apriva solennemente il concilio Vaticano II, «un’impressionante autoriforma della coscienza della Chiesa nell’orizzonte della modernità» (F.-X. Kaufmann). Cinquant’anni dopo, la Chiesa cattolica è come allora alle prese con turbinosi cambiamenti del paradigma sociale e antropologico, che s’innestano sulla postmodernità come allora erano generati dalla modernità. E si chiede – per esempio con l’imminente Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e con l’Anno della fede che inizia non casualmente lo stesso 11 ottobre – come rendere comprensibile il messaggio del Vangelo per l’uomo contemporaneo, come cogliere e interpretare le domande di quanti «sono… in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo» (Benedetto XVI). «La continuità del Concilio e della sua attuale interpretazione consiste nel vivere la fede trasmessa e la pratica a essa corrispondente in modo che vengano percepite come ulteriore sviluppo del messaggio originario» (P. Walter), dando piena attuazione allo stile di «contemporaneità critica» affermato dal Vaticano II.

I linguaggi del silenzio. Quies cordis in Deum et in hominem

P. Stefani
All’inizio del salmo 83 si legge: «Dio a te non sia un tranquillo silenzio (al-domi), a te non sia il tacere (altecherash), non essere silente (al-tishqot) o Dio». Vi è una triplice insistenza che rende incomprensibile che non ci sia risposta. Che il silenzio sia una forma di linguaggio polisemico è ovvio. Esso contraddistingue la comunicazione più profonda e l’estraneità più atroce. Il tacere è il presupposto indispensabile per l’ascolto (per udire la parola altrui occorre porre freno alla propria), tuttavia il restar muti contraddistingue anche l’omissione della risposta e il rifiuto di comunicare. Dio parla e noi dobbiamo tacere per udirlo, ma in quella che le comunità ebraiche e cristiane credono essere la sua Parola si afferma anche che lui stesso tace oltre misura.

In memoria del card. Martini e della sua libertà di parola

L. Accattoli
«L'unico che non ci ha fatto la predica è stato il card. Martini», dissero due dei miei figli che nell’agosto 1993 partecipavano alla Giornata mondiale della gioventù di Denver (Stati Uniti). È con lo sguardo distaccato dei figli, ovvero della gente interessata alla fede ma non alle diatribe ecclesiastiche, che qui voglio ricordare Martini in questi giorni dopo la sua morte che attraverso con trepidazione. Non mi considero un martiniano, pur avendogli voluto bene, e ritengo una perdita per tutti ridurne l’eredità alla disputa sulle riforme. La trepidazione che dicevo non è legata a quella disputa ma a una sua affermazione di pochi mesi addietro, quando confidò in risposta a un lettore del Corsera che non vi sono «rimedi facili» alla paura della morte, che il cristiano è chiamato ad affrontare nel «totale abbandono di sé che costituisce la sostanza della fede».

Il Regno Attualità 16 2012. La rivista in un unico file

Redazione
A disposizione dei nostri abbonati la possibilità di scaricare il numero completo in un unico file pdf. Buona lettura!