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Attualità

Attualità, 2/2009

Benedetto XVI - Pace e povertà: Ridare la speranza

G Brunelli
Tre consueti appuntamenti, tra il finire d’ogni anno e l’avvio del nuovo, consentono di tracciare un breve bilancio di quello che la Santa Sede e il papa leggono come priorità per la Chiesa e per il mondo. Dal messaggio per la giornata mondiale della pace, al discorso natalizio alla curia romana, all’incontro con il corpo diplomatico accreditato in Vaticano. Due i fuochi principali di quest’anno e un terzo in prospettiva: la pace come speranza dei poveri, l’ecologia umana come primato della vita e, all'orizzonte, un rinnovato interesse per l’Africa.

Stati Uniti - Barack Obama alla Casa bianca. Grandi speranze per più grandi problemi

T.J. Reese
Mentre Barack Obama si prepara a entrare in carica come presidente degli Stati Uniti, la nazione e il mondo hanno aspettative e speranze che superano di gran lunga ciò che è umanamente possibile realizzare. Il mondo desidera ardentemente la pace e tuttavia in Iraq e in Afghanistan c’è la guerra; Osama bin Laden è ancora libero; l’Africa è dilaniata da lotte tribali; l’India e il Pakistan si minacciano a vicenda; Israele bombarda i palestinesi in risposta agli attacchi di Hamas. E non dimentichiamo lo scioglimento della calotta polare. E questo è solo per quanto riguarda la politica estera.

Crisi economica: Tentazioni di una vita a rate. Vescovi di Torino, Napoli, Ancona, Ivrea

L. Prezzi
Abbiamo chiesto a quattro vescovi italiani di esprimersi sulla crisi economico-finanziaria che sta interessando tutte le aree mondiali, ma anche le nostre famiglie e le nostre realtà. L’arcivescovo di Torino, il card. Severino Poletto, quello di Napoli, il card. Crescenzio Sepe, il vescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli, e quello di Ivrea, mons. Arrigo Miglio (presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della CEI) raccontano le situazioni delle loro diocesi e i progetti per contenere i disagi.

Gaza - Chiese cristiane: Liberarsi dall'odio. Vivere in pace per costruire la pace

D. Sala
L'operazione «Piombo fuso» dell’esercito israeliano, iniziata il 27 dicembre con massicci bombardamenti aerei sulla Striscia di Gaza e proseguita nelle settimane successive con operazioni di terra, ha sollevato reazioni accorate e appelli al cessate il fuoco da parte delle Chiese.

Gaza: lo scacco della politica

P. Stefani
Dopo più di venti giorni dall'inizio dell'attacco israeliano, dai bunker della città giungono messaggi come questo: «Gaza non è morta e neppure è viva». Anche rispetto ad Hamas sarà molto arduo arrivare al giorno in cui si potrà dichiararne il decesso politico e organizzativo. Se non giungerà quella data si avrà sempre a che fare con un organismo tanto debilitato quanto difficile da sopprimere e quindi, per definizione, sempre più inquietante.

Italia - Musulmani: Preghiera contro israele davanti alle chiese

L. Prezzi, G. Brunelli
Con la forza e la manipolazione tipica dell'immagine, la preghiera islamica che ha concluso le manifestazioni anti-Israele di Milano e Bologna (4.1.2009) ci ha consegnato un amalgama religioso e ideologico, del gesto orante, negativo: manifestazione di odio (le bandiere israeliane bruciate), gesto simbolico di forza contro la tradizione cattolica (occupazione del sagrato del duomo di Milano e della basilica di San Petronio).

ONU e Santa Sede - Omosessualità e disabili: il Vaticano risponde. Intervista a mons. C. Migliore

L. Prezzi
All’inizio di dicembre le sue affermazioni come osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite sulla Dichiarazione sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e i diritti umani presentata da Francia e Unione Europea e la decisione della Santa Sede di non firmare la convenzione ONU sui diritti dei disabili hanno causato un’onda di critiche alla Chiesa (cf. Regno-att. 22,2008,754). Potrebbe specificare i casi e i problemi? «Si tratta di due casi distinti, anche nei tempi (...)».

Chiesa d'Inghilterra - Donne vescovo: Il dire e il fare

G. Mocellin
Prosegue il cammino della Chiesa d'Inghilterra, la Chiesa-madre dell'anglicanesimo, verso ciò che i documenti ufficiali definiscono la parità tra uomini e donne nel triplice ministero, e che nella sostanza si tradurrà nell'apertura alle donne dell'episcopato. La decisione «politica» risale ormai a quattro anni fa (cf. Regno-att. 8,2005,267); un'altra decisione importante, soprattutto per chi dissente da tale apertura, era stata assunta dal Sinodo generale lo scorso luglio: si emaneranno dei provvedimenti di legge veri e propri per consentire l'ordinazione episcopale delle donne, ma ci si limiterà a produrre un Codice di comportamento (Code of practice) non vincolante per tutelare chi non intende riconoscere il ministero episcopale di una donna (cf. Regno-att. 14,2008,452).

Serbia - Chiesa ortodossa: Pavle e il successore

L. Prezzi
Mentre a Mosca si va rapidamente verso la nomina del successore di Alessio II, a Belgrado l'episcopato della Chiesa ortodossa serba è bloccato in uno stallo sia sul possibile nome del patriarca futuro sia sull'indirizzo ecclesiale da prendere. Il patriarca Pavle I, ormai novantaquattrenne e ricoverato da un anno in ospedale, ha sottomesso al Sinodo («Sabor»), riunitosi a Belgrado l'11 novembre scorso, una lettera di dimissioni (firmata il 23 ottobre). La norma codiciale che impone il patriarca a vita non sarebbe insuperabile, se il Sinodo non fosse attraversato da gravi tensioni già manifestatesi nella riunione del maggio 2008 e rinnovatesi in quella di novembre.

Austria - Chiesa e società: tranquillità apparente. A dieci anni dal «Dialogo per l'Austria»

F. Strazzari
Sarà forse per questa atmosfera serena; sarà perché l’Austria non è più al centro di infuocati dibattiti in campo ecclesiale; sarà perché Roma ha affidato la sorveglianza della Chiesa al card. Christoph Schönborn, teologo assai vicino al papa; sarà che Vienna ha perso il prestigio storico di finestra aperta sull’Est: di fatto si ha l’impressione che domini una tranquillità inerte. Sorprendente per chi ricorda la drammatica e vivace assemblea voluta dai vescovi austriaci, nel contesto del famoso «Dialogo per l’Austria». Allora Il Regno titolava il reportage: «Riconciliare la Chiesa». Titolo che in sintesi dava atto di una Chiesa in fermento. Convennero a Salisburgo trecento delegati di associazioni e movimenti, gruppi di ogni credo politico ed estrazione sociale, noti conservatori e progressisti, fedeli ai ferri corti con la gerarchia locale e con la curia romana.

Nicaragua - Vescovi: Sospetti sulle elezioni

M. Castagnaro
In questo «momento di incertezza nazionale, assumiamo una posizione chiara a favore del nostro popolo, che oggi si sente frustrato dai risultati elettorali in molti comuni. Tale frustrazione si basa su una serie di irregolarità (che) delegittimano e mettono in dubbio le elezioni in molti municipi e capoluoghi di dipartimento, ponendo a rischio le istituzioni democratiche del paese. Perciò invitiamo i membri del Consiglio supremo elettorale a operare con urgenza la revisione e il confronto dei verbali in mano ai partiti, come sono stati sottoscritti alla chiusura dei seggi, davanti a rappresentanti di lista e a organismi di osservazione nazionali e internazionali».

Teologia della liberazione - I due Boff: Cristo e il povero. Dibattito sul metodo

L. Pacchin
Il sasso gettato da Clodovis Boff nello stagno, peraltro mai troppo tranquillo, della teologia della liberazione continua a produrre onde e ad agitare le acque della teologia latinoamericana. Dopo un primo intervento con la circostanziata accusa da lui rivolta a tutta la teologia della liberazione in generale di «mancanza di fondamento» nel suo metodo di ricerca (cf. Regnodoc. 17,2008,557) e dopo la risposta piuttosto seccata da parte di alcuni dei suoi colleghi, a cominciare da suo fratello Leonardo (cf. Regno-att. 16,2008,509), padre Clodovis ha replicato di recente con un nuovo, ampio e articolato intervento, ribadendo la sua convinzione che è necessario per la teologia della liberazione un ritorno a una chiara definizione del suo fondamento e all’adozione di un metodo teologico rigoroso.

America Latina - Chiesa: Una teologia india. Intervista a Eleazar López Hernández

M. Castagnaro
Eleazar López Hernández, prete messicano di etnia zapoteca, lavora al Centro nazionale di aiuto alle missioni indigene (CENAMI), è membro dell’Articolazione ecumenica latinoamericana di pastorale indigena (AELAPI) e dell’Associazione ecumenica dei teologi e delle teologhe del terzo mondo (ASETT). È uno dei massimi esponenti della teologia india dell’area mesoamericana (cf. Regno-att. 12,2002,413).

Dio tra le righe. La lettura come fenomenologia teologica

E. Salmann
Leggere e scrivere sono, sin dai tempi remoti, i modi centrali della realizzazione e della trasmissione della cultura e della religione, anche se non ne costituiscono i fondamenti. Lo scrivere, la scrittura e il leggere sono avvolti, portati e determinati da un vitale emanarsi della parola e da un libero, seppur coinvolto in antiche storie, ascoltare, i quali trasformano i loro destinatari e li trasferiscono in un altro mondo.

A. Milano, Donna e amore nella Bibbia. Eros, agape, persona

R. Penna

S. Nitti, Abituarsi alla libertà, Lutero alla Wartburg

D. Segna

Africa - Conferenze fra Chiese: I cristiani e le violenze

R. Burigana
Dal 7 al 12 dicembre, a Maputo (Mozambico), si è svolta la IX Assemblea generale della Conferenza delle Chiese di tutta l'Africa (CETA), fondata nel 1963 a Kampala (Uganda), che è composta da 169 membri tra Chiese e Consigli nazionali di Chiese di 40 paesi africani.

Africa - Santa Sede: Priorità continentale

M.E. Gandolfi
Il 2009 sarà per la Chiesa un anno dedicato all'Africa. L'annuncio «dato dal papa di un suo prossimo viaggio in Angola e Camerun, nel marzo 2009, è una notizia importante – ha affermato p. Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa vaticana – perché riporta al centro dell'attenzione un continente cruciale per la Chiesa non solo dal punto di vista umanitario, ma anche per la consistente crescita dei cattolici: dai 2 milioni dei primi del Novecento agli attuali 154 milioni.
Disponibile per tutti

Dibattito - I cattolici e l'Italia: solamente cristiano. Il futuro possibile del cattolicesimo

P. Prodi

A conclusione del convegno «Quando i cattolici non erano moderati» organizzato dalla Fondazione Ermanno Gorrieri (Modena, 28-29.11.2008), il prof. Paolo Prodi ha sviluppato una riflessione sull'identità del cattolicesimo democratico che proponiamo come dibattito. «A ogni inizio corso dico sempre ai miei studenti che è completamente falso affermare che la storia coincide con la memoria: certo dobbiamo ricordare e cercare di ricostruire il più possibile il passato, non per rimanerne prigionieri, ma per liberarcene o, ancor meglio, per diventare più liberi rispetto al misero presente della cronaca politica quotidiana. Oggi la riflessione storica è necessaria, ma l’urgenza del momento richiede una parola forte e attuale. Tutto è cambiato intorno a noi negli ultimi trent’anni e una memoria troppo incombente rischia d’impacciarci nei movimenti, di toglierci agilità (...)».

Dialogo ecumenico in Svizzera.

R. Burigana

Cristiani e musulmani nella lotta contro l’AIDS.

R. Burigana

Lettera a Obama dai cristiani statunitensi.

R. Burigana

Commissione interanglicana per le relazioni ecumeniche.

R. Burigana

Ancora divisioni nel mondo anglicano.

R. Burigana

Le Chiese cristiane e i diritti umani.

R. Burigana

Il primo forum cattolico-ortodosso europeo.

R. Burigana

Vladimir di Kiev in Italia.

R. Burigana

Dialogo tra cattolici e battisti.

R. Burigana

Rapporti tra Santa Sede e Stato d’Israele.

R. Burigana

La preghiera ecumenica per l’Europa.

R. Burigana

Bombe a grappolo.

L. Accattoli

Cañizares e Arinze.

L. Accattoli

Lotta alla povertà.

L. Accattoli

Dignitas personae.

L. Accattoli

Zen e Dulles.

L. Accattoli

Ambasciata d’Italia.

L. Accattoli

Islam.

L. Accattoli

Depenalizzazione dell’omosessualità.

L. Accattoli

Ecologia dell’uomo.

L. Accattoli

Gaza.

L. Accattoli

Dall'eucaristia un nuovo paradigma culturale. Homo oecologicus

K. Golser
Creazione e redenzione sono profondamente unite nell'eucaristia, e la teologia orientale rispetto a quella occidentale ha conservato un'attenzione maggiore alla dimensione cosmica dell'offerta al Padre dei doni della creazione, insieme all'offerta redentrice del Figlio. Cogliere questa centralità cristologica – è la tesi del teologo Karl Golser – è il punto di partenza per cambiare atteggiamento, mettendo in campo le virtù teologali e cardinali, nei confronti dell'attuale crisi ecologica-economica, che è solo uno degli aspetti della più profonda crisi antropologica. Il ruolo delle Chiese oggi è richiamare profeticamente l'umanità alla necessità di una ristrutturazione radicale e globale: dall'idea di uomo come padrone sfruttatore a quella di amministratore responsabile (sia delle risorse, sia delle scoperte scientifiche); da un modello di sviluppo basato sulla crescita infinita e insostenibile a uno basato sulla decrescita; da un benessere legato al consumo a uno fondato sulla socialità, la sobrietà e la semplicità.

Pio Laghi (21.5.1922-10.1.2009). Ambasciatore di pace. Dalla curia romana ai poveri di madre Teresa

G. Brunelli
La morte del card. Pio Laghi, il 10 gennaio scorso, segna un ulteriore inevitabile passo nel tramonto di una generazione di ecclesiastici, formatisi prima del concilio Vaticano II e che hanno esercitato la loro responsabilità nel governo della Chiesa cattolica dopo il Concilio. Nel momento in cui si torna a ideologizzare il tema della continuità tra la Chiesa pre- e postconciliare, trasformandolo in continuismo ecclesiologico – procedimento che tradisce anche a livello biografico un sentimento di rimpianti e un’illusoria volontà di restaurazione del tempo perduto –, è d’insegnamento guardare proprio a questa generazione che ha vissuto le due fasi, o, se si preferisce, le due epoche della Chiesa. Tra questa generazione si trovano infatti i più convinti e a un tempo i più equilibrati sostenitori e protagonisti della ricezione del Vaticano II. Pio Laghi è stato un protagonista di questa generazione.

Avery Robert Dulles (24.8.1918 - 12.12.2008). L'America che non c'è più

M. Neri
Avery Dulles, gesuita, teologo, cardinale, è morto all’età di 90 anni il 12 dicembre 2008 alla Fordham University, nell’infermeria che la Compagnia ha all’interno del complesso universitario situato nel Bronx a New York. Nel suo ufficio, in quella sede, ero passato parecchie volte per un incontro che aveva assunto fin dalla prima visita la forma della tradizione (...). La percezione che ho avuto di lui, fin dai primi momenti, è stata quella di uno stile signorile, ma non distante, di una bontà arguta, di un pensiero penetrante, ma sempre attento a un’equilibrata formulazione delle parole e dei temi.

Richard John Neuhaus (14.5.1936 - 8.1.2009). Religione e vita pubblica negli USA

M. Neri
La mattina dell'8 gennaio 2009 è morto a New York fr. Richard John Neuhaus, fondatore nel 1990 della rivista First Things e dell?Institute on Religion and Public Life che, oltre a funzioni culturali e di lobbying (nel senso alto e statunitense del termine), ricopre anche il ruolo di editore della rivista stessa. Personaggio forse poco noto ai lettori dell?informazione cattolica europea, Neuhaus è stato sicuramente una figura di riferimento e di controversia nel panorama del posizionamento cattolico nell'opinione pubblica degli Stati Uniti.

La voce delle viscere. La misericordia parola ultima di Dio

P. Stefani
Si narra che una figlia di Muhammad gli mandò un messaggero per comunicargli che un proprio figlioletto era moribondo. La risposta del profeta a questo primo appello fu devota, le fece infatti riferire che a Dio spetta sia dare sia togliere e che tutto, presso di lui, ha un termine stabilito. La invitava perciò a sopportare, così da meritarsi una certa ricompensa. Nell’Arabia dell’inizio del VII secolo venivano pronunciate le stesse parole dette molto tempo prima a Uz. In quest’ultima, misteriosa località viveva Giobbe. Quando i servi gli annunciarono la perdita di beni, di mandrie e di figli, l’uomo integro e retto accettò la propria nuda condizione e disse che spettava al Signore dare e togliere (cf. Gb 1,21).

Milano: quel Lezionario impredicabile

Lettera firmata

Congo: la speranza che non finisce

A. Trettel

I bambini di Betlemme

G. Belloni

Lussemburgo – eutanasia: due domande

Lettera firmata

Bambini ebrei e leggi razziali. Nel racconto di Mirjam Viterbi e in altri casi

L. Accattoli
Durante il passaggio del piccolo corteo, alcuni ignari soldati tedeschi scattarono sull'attenti»: belli questi guerrieri ariani che salutano l'accompagnamento al cimitero di una donna ebrea morta ad Assisi nel monastero delle clarisse di San Quirico, dov'era rifugiata durante l'occupazione tedesca. Più bello ancora il fascistissimo podestà di Assisi, che per rassicurare gli ebrei che si sono messi sotto la sua protezione telefona in loro presenza al comando tedesco chiedendo se in zona ci siano dei «porci ebrei» e tira «un grosso respiro di sollievo» alla risposta negativa. Anche il lettore respira leggendo il racconto del salvataggio di un gruppo di famiglie ebraiche attuato ad Assisi da un'organizzazione clandestina che faceva capo al vescovo Placido Nicolini: M. VITERBI BEN HORIN, Con gli occhi di allora. Una bambina ebrea e le leggi razziali, Morcelliana, Brescia 2008 (Regno-att. 18,2008,629).

Il Regno Attualità 2 2009. La rivista completa.

Il Regno Redazione
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