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Documenti, 15/2023

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Il coraggio di Puglisi

Lettera all’arcivescovo di Palermo a 30 anni dall’uccisione di don Pino Puglisi

Francesco

«A voi pastori alle cui mani il Signore ha affidato il suo popolo in codesta isola… rivolgo l’invito a non fermarvi di fronte alle numerose piaghe umane e sociali dell’ora presente, che ancora sanguinano… È urgente l’opzione preferenziale verso i poveri; sono volti che ci interrogano e ci orientano alla profezia. Come comunità ecclesiale in cammino tutto ciò interpella il vostro discernimento sinodale per avviare una pastorale rinnovata che corrisponda concretamente alle esigenze d’oggi». Il 20 agosto papa Francesco ha inviato all’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, una Lettera per i trent’anni dalla morte di don Pino Puglisi. L’omicidio del parroco del quartiere Brancaccio per mano mafiosa avvenne il 15 settembre 1993; don Puglisi, beatificato con decreto di Benedetto XVI per il martirio «in odium fidei» il 25 maggio 2013, è il primo martire della Chiesa cattolica a essere stato ucciso dalla mafia. 

«Sappiamo bene quanto don Pino si sia battuto perché nessuno si sentisse solo di fronte alla sfida del degrado e ai poteri occulti della criminalità; riconosciamo pure come l’isolamento, l’individualismo chiuso e omertoso siano armi potenti di chi vuole piegare gli altri ai propri interessi. La risposta è la comunione, il camminare insieme».

Francesco modifica le prelature personali

Francesco

L’8 agosto, con la Lettera apostolica in forma di motu proprio con la quale vengono modificati i cann. 295-296 relativi alle prelature personali (www.vatican.va), papa Francesco ha modificato il diritto canonico relativamente alle prelature personali, un’istituzione ecclesiale ereditata dal concilio Vaticano II e composta di preti e laici, con l’obiettivo di rispondere a un bisogno pastorale preciso. Al momento vi è solo quella dell’Opus Dei, eretta da Giovanni Paolo II nel 1982, ma potrebbero esserne costituite altre. Saranno da ora assimilate alle associazioni pubbliche clericali di diritto pontificio. Il papa era intervenuto sull’Opus Dei un anno fa con il motu proprio Ad charisma tuendum, stabilendo che il prelato a capo dell’associazione non potesse più essere vescovo (cf. Regno-doc. 15,2022,451).

Gioventù Lisbona

Alla Giornata mondiale della gioventù, Lisbona 2-6 agosto 2023

Francesco

Giunta alla sua 37a edizione, la Giornata mondiale della gioventù si è svolta nella capitale portoghese Lisbona, dal 2 al 6 agosto, sul tema «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39). Ha visto la partecipazione di 354.000 giovani pellegrini da tutto il mondo (alla precedente edizione, a Cracovia nel 2016, erano stati 356.294 da 187 paesi), saliti poi a un milione e mezzo di persone nella messa conclusiva del 6 agosto.

I temi principali toccati dal papa, in questa GMG che era la prima dopo l’esperienza della pandemia di COVID-19 – traumatica soprattutto per i giovani –, sono stati l’incoraggiamento ai giovani a non avere paura e quello a non abbandonare la Chiesa, rendendola sempre più accogliente nei confronti di tutti con un coraggioso slancio missionario.

Ma non è mancato, nell’incontro con le autorità e la società civile il 2 agosto, un richiamo forte all’Europa a fare di più per la pace in Ucraina: «Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo? E ancora, allargando il campo: quale rotta segui, Occidente?».

La prossima Giornata mondiale della gioventù si terrà a Seoul (Corea del Sud) nel 2027. Per una panoramica della GMG di Lisbona in dati cf. l’infografica qui a p. 454-455.

 

Lisbona 2023: identikit del pellegrino

Lorenzo Tamberi

Francesco a mons. Fernández: custodisci la dottrina della fede

Francesco

Il 1° luglio papa Francesco ha ringraziato il card. Luis Francisco Ladaria Ferrer sj a conclusione del mandato di prefetto del Dicastero per la dottrina della fede e di presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale, e ha nominato come suo successore mons. Víctor Manuel Fernández, finora arcivescovo di La Plata (Argentina), che prenderà possesso degli incarichi a metà settembre 2023. In modo inusuale il papa ha accompagnato l’incarico con una lettera al nuovo prefetto (L’Osservatore romano 1.7.2023, 9; nostra traduzione dallo spagnolo).

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Sublimitas et miseria hominis

Lettera apostolica nel quarto centenario della nascita di Blaise Pascal

Francesco

«Scienziato esperto di geometria, vale a dire della scienza dei corpi posti nello spazio, e geometra esperto di filosofia, vale a dire della scienza delle menti poste nella storia, Blaise Pascal illuminato dalla grazia della fede poteva così trascrivere la totalità della sua esperienza: “Da tutti i corpi insieme non si saprebbe far uscire un piccolo pensiero: è impossibile, appartiene a un altro ordine. Da tutti i corpi e da tutte le menti non si può trarre un moto di vera carità: è impossibile, appartiene a un altro ordine, soprannaturale”». È una miniera di reminiscenze e di suggestioni pascaliane, tutte capaci di restituire la ricca bellezza del pensiero e della testimonianza di Blaise Pascal, questa lettera apostolica firmata e pubblicata da papa Francesco il 19 giugno 2023, nel quarto centenario della nascita del matematico e filosofo francese. Ma davvero la «totalità della sua esperienza», e in qualche modo lo sviluppo del documento papale che ne fa memoria, è ben riassunta dall’espressione, tratta – come molte altre – dai Pensieri che il papa cita nel paragrafo intitolato «L’ordine del cuore e le sue ragioni di credere», posto poco oltre la metà del testo e ripresa nella parte finale: «Al termine della sua vita breve ma di una ricchezza e fecondità straordinarie, aveva messo l’amore dei fratelli al primo posto».

 

Verso una piena presenza

Dicastero per la comunicazione

Paolo Ruffini

«Percorriamo le “strade digitali” al fianco di amici e di perfetti estranei», consapevoli «dei feriti sul ciglio della strada», gli altri o noi stessi. Attraverso la vita che abbiamo ricevuto nei sacramenti, «questa consapevolezza diventa incontro: da personaggi o immagini su uno schermo, l’uomo ferito assume i contorni di chi ci è prossimo, un fratello o una sorella, e, di fatto, del Signore». Così «un incontro casuale o una presenza distratta sulle piattaforme social si trasforma in persone presenti le une alle altre, in un incontro ricolmo di misericordia» (n. 81). Con queste parole il finale di Verso una piena presenza. Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media coglie il cuore di ciò che il primo documento del Dicastero per la comunicazione – nonché primo documento della Santa Sede a portare la firma di un laico, il prefetto Paolo Ruffini – mette a fuoco lungo una trattazione articolata in quattro parti (che procedono da uno sguardo generale a un’attenzione più concentrata sullo specifico cristiano): qual è lo stile cristiano con cui stare sui social media. Presentato nel corso di una conferenza stampa il 29 maggio 2023, il testo è anche occasione per rileggere unitariamente gli annuali messaggi di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. 

 

Agenda documenti

12 maggio 2023. Ebrei e cattolici sulla cura nella malattia terminale. Dal 2 al 4 maggio 2023 ha avuto luogo a Gerusalemme la 17a riunione della Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran Rabbinato d’Israele e della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo della Santa Sede, sul tema «Considerazioni ebraiche e cattoliche sulla cura nella malattia terminale: ciò...

Si avvicinò e camminava con loro

Linee guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia

Conferenza episcopale italiana (CEI)

Da martedì 18 luglio 2023 sono on-line le Linee guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, giunto al suo terzo anno. Il testo, intitolato Si avvicinò e camminava con loro, è uno strumento per orientare il Cammino sinodale e far sì che il rinnovamento ecclesiale, coltivato nella fase narrativa, si concretizzi.

Le tre sezioni del documento si ispirano al racconto di Emmaus, simbolo scelto per quest’anno. Presentando elementi metodologici, si pone l’obiettivo di rafforzare i temi proposti nelle Linee guida, suggerendo possibili scelte e aspetti ancora da sviluppare. I cinque macro-temi evidenziati sono la missione di prossimità, il linguaggio comunicativo, la formazione alla fede e alla vita, la sinodalità permanente e la corresponsabilità, il cambiamento delle strutture.

Così, ad esempio, il testo registra l’emergere di un’istanza per ripensare la formazione dei sacerdoti, superando il modello di separazione dalla comunità e favorendo un percorso comune tra laici e consacrati. Avverte, inoltre, l’esigenza di aprire strade inesplorate affinché tutti abbiano posto nella Chiesa, a prescindere dalla loro condizione economica e sociale, dalla loro origine e dal loro orientamento sessuale. 

Queste Linee guida gettano un ponte verso la fase profetica, indirizzando le Chiese in Italia a decisioni necessarie di rinnovamento.

 

Quello che conta davvero

Lettera pastorale sul futuro delle Chiese di Torino e Susa

Mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa

All’inizio del suo ministero episcopale nell’arcidiocesi di Torino, il neo-vescovo e teologo Roberto Repole aveva invitato le diocesi di Torino e Susa a riflettere sulla «questione essenziale, per la nostra Chiesa, di ripensare il nostro modo di essere presenti ed esistere come comunità cristiana sul territorio» e sulla «necessità anche urgente di ridisegnare il nostro modo di esistere, come Chiesa, sul territorio, al fine di continuare qui e ora a essere ciò che dobbiamo essere e a offrire il Vangelo alle donne e agli uomini che incontriamo e lo desiderano» (cf. Regno-doc. 13,2022,415).

A un anno di distanza, il 16 luglio, è stata pubblicata la Lettera pastorale sul futuro delle Chiese di Torino e di Susa, che annuncia «qualche passo concreto di cambiamento della nostra presenza sul territorio»: a livello parrocchiale, dove s’introdurranno delle équipe-guida di comunità; a livello di curia diocesana, che sarà ridisegnata; a livello di ministeri laicali e clericali.

«Ciò che stiamo vivendo e che ci viene chiesto è qualcosa di bello e avvincente. L’obiettivo è uno solo: essere una Chiesa fatta di comunità vive, nelle quali non solo si parla, ma si sperimenta davvero il regno di Dio, di cui la Chiesa è come un germe».

Voci dalle cattedrali

TRIESTE Lettera del nuovo vescovo ai preti «Nell’ultima cena Gesù con chiarezza ci ha indicato la strada. Non possiamo testimoniare il Vangelo se non c’è amore gli uni per gli altri. Per tante ragioni il nostro presbiterio è eterogeneo: spesso non ci si conosce, si rischia di incasellarsi con stereotipi, oppure di vivere un ministero autoreferenziale (…)...

Il «nuovo ecumenismo» tradizionalista

Alla 16° Assemblea generale della Conferenza delle Chiese europee (KEK)

Bartolomeo I

Dal 14 al 20 giugno si sono riuniti a Tallinn, in Estonia, circa 300 rappresentanti delle Chiese che fanno parte della Conferenza delle Chiese europee (KEK) sul tema «Sotto la benedizione di Dio - Dare forma al futuro». L’intervento più significativo, intitolato «Celebrare l’unità in mezzo alle differenze», è stato quello pronunciato il 18 giugno dal patriarca ecumenico Bartolomeo I, che ha sottolineato come tutte le Chiese cristiane siano chiamate a lavorare insieme per un’Europa che continui a basarsi sull’identità e sui valori cristiani: «Dobbiamo mirare a un’Europa in cui i cristiani – e tutte le persone di buona volontà – lavorino per la giustizia e accolgano gli stranieri… Questo è il modo giusto per far rinascere l’Europa cristiana».

E insieme ha messo in guardia dal «nuovo ecumenismo», «un’unità delle Chiese cristiane attorno a quelli che sono etichettati come “valori tradizionali”», che «è addirittura arrivato al punto di consacrare il presidente della Federazione russa Vladimir Putin come suo campione politico, e il patriarca Cirillo della Chiesa ortodossa russa come suo leader spirituale». Così è diventato una «forza di divisione e distruzione», come si vede nel «brutale attacco della Russia contro l’Ucraina e nella sua giustificazione da parte della Chiesa come salvataggio di essa dalla pretesa seduzione di un Occidente ateo, secolarizzato e liberale». Nata nel 1959, la KEK è oggi composta da 113 membri ortodossi, anglicani, evangelici, vecchicattolici, uniti e metodisti in Europa.

 

KEK: il messaggio finale dell’Assemblea

Assemblea generale della Conferenza delle Chiese europee

Il 20 giugno, in conclusione della 16a Assemblea generale della Conferenza delle Chiese europee (KEK) a Tallinn (cf. qui a p. 508), è stato pubblicato il Messaggio finale (2023cecassembly.org; nostra traduzione dall’inglese).