Lo «strumento di lavoro» (Instrumentum laboris), il documento pubblicato dalla Segreteria del Sinodo dei vescovi il 20 giugno, «è pensato come sussidio pratico a servizio dello svolgimento dell’Assemblea sinodale di ottobre 2023 e quindi per la sua preparazione» (n. 10). Con la sua pubblicazione si chiude la prima fase del Sinodo 2021-2024 sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione»: un processo dedicato all’ascolto di tutte le componenti del popolo di Dio in tutte le Chiese locali del mondo. E si apre la seconda fase, articolata nelle due sessioni in cui si svolgerà la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (ottobre 2023 e ottobre 2024).
L’Instrumentum laboris è un documento che raccoglie fedelmente e coraggiosamente i temi fondamentali emersi nella fase di ascolto svolta a livello parrocchiale, diocesano, nazionale e regionale: l’Assemblea di ottobre dovrà quindi confrontarsi su questioni come l’ordinazione di uomini sposati, il diaconato alle donne, la riforma della formazione sacerdotale, il ripensamento dei processi decisionali, il rapporto tra Chiesa locale e Chiesa universale. Con un’attenzione a come la Chiesa cattolica in tutto questo possa imparare dalle altre Chiese cristiane.
«Faccio mie le parole di papa Francesco: “Sono certo che dopo più di 50 anni di matrimonio saprai raccogliere l’eredità di fede e di fortezza di Flavia, continuando a testimoniare, nel suo vivo ricordo, la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuto uniti, mano nella mano, fino all’ultima passeggiata insieme”». Con questo augurio il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha concluso il 16 giugno 2023 nella chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna l’omelia al funerale della prof. Flavia Franzoni, moglie dell’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi, scomparsa per un malore mentre stava percorrendo con il marito e alcuni amici un tratto del Cammino di san Francesco tra Gubbio e Assisi. Due giorni prima, il 14 giugno, l’arcivescovo di Milano Mario Enrico Delpini aveva celebrato nel duomo di Milano le esequie del senatore ed ex premier Silvio Berlusconi, morto all’età di 86 anni: «È stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio».
Il 9 giugno è stato pubblicato il documento Sinodalità e primato nel secondo millennio e oggi, frutto degli incontri della Commissione internazionale mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa (nel suo insieme), che si era riunita in sessione plenaria ad Alessandria in Egitto dall’1 al 7 giugno.
Il testo afferma, nelle sue conclusioni, che «oggi c’è uno sforzo crescente per promuovere la sinodalità a tutti i livelli della Chiesa cattolica romana. C’è anche la volontà di distinguere quello che potrebbe essere definito il ministero patriarcale del papa all’interno della Chiesa occidentale o latina dal suo servizio primaziale nei confronti della comunione di tutte le Chiese, offrendo nuove opportunità per il futuro. Nella Chiesa ortodossa, la sinodalità e il primato sono praticati a livello panortodosso, secondo la tradizione canonica, attraverso la celebrazione di santi e grandi concili».
I progressi compiuti con questo documento di dialogo e con il precedente «Documento di Chieti» sulla sinodalità e il primato nel primo millennio purtroppo sono limitati dalla mancata partecipazione di alcune Chiese ortodosse (Bulgaria, Russia, Antiochia, Serbia) a causa della frattura interna alle stesse proprio sul tema del primato.
Il 24 giugno 2023 il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Cirillo, che molte volte nel corso della guerra ha offerto una giustificazione teologica alle azioni del governo russo (cf. Regno-att. 18,2022,557), si è rivolto ai suoi compatrioti per invocare l’unità, mentre era in corso la marcia dei mezzi della compagnia militare privata Wagner verso Mosca. Pubblichiamo il suo messaggio (www.patriarchia.ru; nostra traduzione dal russo).
Sul tema della nazione e del nazionalismo, caratterizzato da un imponente ritorno nella storia europea – ma non solo – negli anni successivi alla caduta dell’Unione Sovietica, il 30 maggio si è tenuto in Senato un convegno dedicato a «Nazione e patria. Idee ritrovate» (cf. Regno-att. 12,2023,349).
In quell’occasione lo storico Daniele Menozzi, già professore ordinario di Storia contemporanea alla Scuola normale superiore di Pisa, ha svolto una relazione su «Nazione e religione», in cui ha ricostruito il caso dell’atteggiamento tenuto dal cattolicesimo romano davanti allo stato nazionale italiano, per dimostrare come la Santa Sede abbia via via affrontato la questione del nazionalismo a partire dall’Ottocento fino ad arrivare, sostanzialmente con la Pacem in terris, al punto di equilibrio secondo cui «la tutela dei diritti delle minoranze e il rispetto della dignità della persona umana costituiscono valori che, in quanto inerenti all’umanità, superano il valore della nazione» e il perseguimento del bene comune universale comporta «un pacifico trasferimento di elementi della sovranità dallo stato nazionale… a pubblici poteri in grado di operare efficacemente su scala planetaria».
«In relazione alla situazione attuale non ne deriva solo l’ovvia ripulsa degli etno-nazionalismi aggressivi che insorgono in vari punti del pianeta, ma anche la diffidenza verso formule di cristianizzazione della nazione proposte da correnti presenti nelle recenti democrazie nate nell’Europa orientale dopo la dissoluzione dell’impero sovietico».