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Documenti, 9/2021, 01/05/2021, pag. 264

Rendiconto 2020

CEI – Sostentamento del clero

Essendo le risorse derivanti dal meccanismo dell’8 per mille in favore della Chiesa italiana in costante crescita dal 2000 ( 642.701.086,42) al 2019 (ultimo dato disponibile, 1.131.196.215,47), la CEI in questi anni ha deciso d’incrementare parallelamente e specialmente le risorse destinate agli interventi caritativi in Italia e all’estero (+126,53%). Così afferma il Rendiconto 2020 che, in adempimento all’art. 44 della Legge 20.5.1985, n. 222, pubblica ufficialmente sul Notiziario della CEI i dati, approvati dall’Assemblea generale del 2020, su come viene spesa quella parte di tasse che i contribuenti decidono di devolvere alla Chiesa cattolica. Inoltre i vescovi, di fronte all’emergenza della pandemia, hanno deciso quest’anno di «stornare – essenzialmente da contributi allocati all’edilizia di culto – le risorse per l’emergenza» per un totale di 240 milioni di euro.

Per quanto riguarda i maggiori capitoli di spesa: al sostentamento del clero vanno 364 milioni di euro; alle «esigenze di culto» (tribunali ecclesiastici, nuove chiese, pastorale locale e nazionale) 436,5 milioni; seguiti da 285 milioni alle opere caritative in Italia e all’estero.

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Rendiconto 2023

CEI – Sostentamento del clero

Ritorna a salire il gettito dell’otto per mille dell’IRPEF che lo Stato attribuisce alla Chiesa cattolica. Lo si può registrare da due dati: quello riportato dall’ultimo Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, delle somme pervenute nel 2023 all’Istituto centrale per il sostentamento del clero e alla CEI (pubblicato nel Notiziario della CEI nel 2024 e reso disponibile a fine anno) e quello pervenuto nel 2024, su cui la recente Assemblea straordinaria dei vescovi italiani ha votato la relativa ripartizione (cf. riquadro a p. 395). Si tratta di cifre sopra al miliardo di euro: rispettivamente 1.002.916.590 e 1.014.987.405. I fondi vengono spesi dalla CEI secondo tre grandi voci: «esigenze di culto e pastorale», «sostentamento del clero» e «interventi caritativi», che seguono questo ordine anche per consistenza. Nel 2023 le esigenze di culto ammontano a 435.750.000 euro, seguite dal sostentamento del clero con 403 milioni e dagli interventi caritativi con 295 milioni. Nel 2024 ammontano a 407 milioni di euro, seguite dal sostentamento del clero con 384 milioni e dagli «interventi caritativi» con 280 milioni. Sono cifre ragguardevoli, che nascondono tuttavia due punti deboli: la costante esiguità delle offerte deducibili – nate per responsabilizzare i fedeli sul mantenimento dei propri parroci –; e il numero delle firme che esprimono come destinatario dell’otto per mille la Chiesa cattolica: nel 2024 sono il 69,51%, con un -0,83% rispetto al 2023; senza dimenticare che solo il 40% dei contribuenti italiani si ricorda di firmare la relativa casella.

 

Documenti, 2022-13

Rendiconto 2021

CEI – Sostentamento del clero

Ancora in crescita le risorse derivanti dal meccanismo dell’8 per mille in favore della Chiesa cattolica italiana, che al 2020 (ultimo dato disponibile) ammontano alla consistente somma di Ä 1.139.218.216,65. Il Rendiconto 2021 – in adempimento all’art. 44 della Legge n. 222 del 20.5.1985 – rende noti i dati approvati dall’Assemblea generale del maggio 2022 su come viene spesa quella parte di tasse devoluta dai contribuenti alla Chiesa cattolica. La Conferenza episcopale italiana (CEI) fa così sapere che sono gli interventi caritativi la destinazione scelta dai vescovi che è cresciuta maggiormente (+134,48%) – percentualmente parlando e a confronto con l’anno 2000 –, seguiti dalle esigenze di culto (+86,85%) e dal sostentamento del clero (+42,41%). Se prendiamo però i valori assoluti relativi al 2020, l’ordine delle voci è rovesciato: al primo posto infatti c’è il sostentamento del clero (412 milioni di euro), stabili le esigenze di culto (435 milioni di euro), e al terzo posto gli interventi caritativi (295 milioni di euro, 80 all’estero, i restanti 215 in Italia). Sempre nell’ambito «caritativo» la CEI ha versato un contributo extra di 60 milioni di euro, destinato a famiglie e diocesi per far fronte all’emergenza COVID, stornandolo da altre destinazioni, visto che la voce «pandemia» non poteva essere prevista nell’approvazione del bilancio preventivo avvenuta nel 2020.