Vademecum sugli abusi sessuali
«Per rispondere alle numerose domande sui passi da seguire nelle cause penali di propria competenza» la Congregazione per la dottrina della fede ha predisposto un Vademecum su alcuni punti di procedura nel trattamento dei casi di abuso sessuale di minori commessi da chierici. Diffuso il 16 luglio, esso «non innova la legislazione in materia», proponendosi solo di «rendere più chiaro» e più omogeneo il percorso da seguire. Vi si dice che la notitia de delicto deve essere presa sul serio anche quando viene «diffusa dai mezzi di comunicazione di massa (ivi compresi i social media)» (n. 10) e persino, pur con cautela, da fonti anonime (n. 11). Si sottolinea che è positivo «che si attivi la comunicazione» tra le autorità ecclesiastiche interessate a una medesima notitia de delicto (n. 22), ovvero si incoraggia la comunicazione tra i nodi della rete ecclesiastica, pur con tutta la prudenza sul come farlo. Non si invita alcun soggetto a tacere, neppure le vittime o i testimoni (n. 30), ma si raccomanda cautela «quando si debbano diffondere pubblici comunicati» durante l’indagine previa (n. 45), rispettando tanto la presunzione d’innocenza dell’accusato quanto la buona fede della presunta vittima. E infine si suggerisce, quanto alla comunicazione delle indagini alle autorità civili, di farlo non solo se lo prevede la legge, ma anche se la vittima è d’accordo o se il tacere crea pregiudizio per lei, «incoraggiando l’esercizio dei suoi doveri e diritti di fronte alle autorità statali».
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