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Documenti, 7/2016

Il santo popolo fedele di Dio

Lettera al card. Marc Ouellet

Francesco
«La nostra prima e fondamentale consacrazione affonda le sue radici nel nostro battesimo. Nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. Ci fa bene ricordare che la Chiesa non è un’élite dei sacerdoti, dei consacrati, dei vescovi, ma che tutti formiamo il santo popolo fedele di Dio. Dimenticarci di ciò comporta vari rischi e deformazioni nella nostra stessa esperienza, sia personale sia comunitaria, del ministero che la Chiesa ci ha affidato». È stata pubblicata il 26 aprile la lettera che papa Francesco ha inviato al presidente della Pontificia commissione per l’America Latina e i Caraibi, il card. Marc Ouellet, dopo aver ricevuto in udienza il 4 marzo i partecipanti all’Assemblea plenaria della commissione stessa a conclusione dei lavori dedicati all’«indispensabile impegno dei fedeli laici nella vita pubblica dei paesi latino-americani». Francesco coglie qui nuovamente l’occasione per indicare il rischio del clericalismo, e rileva che in America Latina la «pastorale popolare» ha rappresentato uno dei pochi spazi in cui il popolo di Dio è stato libero dalla sua negativa influenza.

Sono venuto qui con i miei fratelli

Viaggio apostolico a Lesbo

Francesco, Ieronymos, Bartolomeo
«Sono venuto qui con i miei fratelli, il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo Ieronymos, semplicemente per stare con voi e per ascoltare le vostre storie. (…) Come uomini di fede, desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro». Il breve viaggio di papa Francesco nell’isola di Lesbo, su invito del patriarca ecumenico Bartolomeo I e del presidente della Repubblica ellenica Paulopoulos, segna una nuova, importante tappa del pontificato, sempre più caratterizzato da quello che in molti definiscono un «ecumenismo della carità». Insieme a Ieronymos, ortodosso arcivescovo di Atene, Francesco e Bartolomeo hanno visitato il campo per rifugiati di Moria, incontrando i profughi lì ospitati e richiamando l’attenzione sulla tragica situazione dei migranti. La Dichiarazione congiunta firmata al termine della visita fa appello alla comunità internazionale perché affronti questa enorme crisi umanitaria, denuncia le cause a essa soggiacenti e ne chiede la rimozione «mediante iniziative diplomatiche, politiche e caritative e attraverso sforzi congiunti, sia in Medio Oriente sia in Europa». Pubblichiamo di seguito gli interventi al campo profughi di Moria, la Dichiarazione congiunta e il discorso pronunciato da Francesco al presidio della Guardia costiera, di fronte alla cittadinanza e alla comunità cattolica.

Ieronymos al CEC: un appello all’unità e alla saggezza

Ieronymos
Il 31 marzo 2016, due settimane prima della visita con papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartolomeo ai profughi ospitati sull’isola di Lesbo, Ieronymos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, ha inviato una lettera al segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, il rev. Olav Fykse Tveit, riguardo alla crisi dei rifugiati. Nel documento il primate della Chiesa ortodossa greca rivolge un accorato appello ai membri della comunità internazionale perché uniscano le forze nell’affrontare questa grave emergenza, sollecitando in particolare l’Unione Europea a ritrovare «i valori fondamentali dello spirito europeo». Di seguito pubblichiamo la lettera in una nostra traduzione dall’inglese (www.oikumene.org).

Un nuovo umanesimo del lavoro

Udienza agli imprenditori riuniti in Confindustria

Francesco
«Al centro di ogni impresa vi sia dunque l’uomo: non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze, le sue fatiche». Così il 27 febbraio papa Francesco ha detto agli imprenditori italiani associati in Confindustria, ricevendoli nella prima udienza in Vaticano in 106 anni di storia dell’associazione, al termine del seminario intitolato «Fare insieme». Il papa ha sviluppato a sua volta il tema, evidenziando – non per la prima volta – il problema dell’emarginazione in quell’ambito cruciale per la dignità della persona che è il lavoro: «Nel complesso mondo dell’impresa, “fare insieme” significa investire in progetti che sappiano coinvolgere soggetti spesso dimenticati o trascurati. Tra questi, anzitutto, le famiglie, focolai di umanità, in cui l’esperienza del lavoro, il sacrificio che lo alimenta e i frutti che ne derivano trovano senso e valore. E, insieme con le famiglie, non possiamo dimenticare le categorie più deboli e marginalizzate, come gli anziani, che potrebbero ancora esprimere risorse ed energie per una collaborazione attiva, eppure vengono troppo spesso scartati come inutili e improduttivi. E che dire poi di tutti quei potenziali lavoratori, specialmente dei giovani, che, prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati?».

Gli imprenditori: servono atti di responsabilità

Giorgio Squinzi
All’inizio dell’udienza nella quale il 27 febbraio 7000 imprenditori italiani di Confindustria sono stati ricevuti da papa Francesco, il presidente uscente dell’associazione Giorgio Squinzi ha tenuto un breve discorso, che pubblichiamo di seguito (fareinsieme.confindustria.it).

I beni delle cause dei santi

Norme sull’amministrazione dei beni delle cause di beatificazione e canonizzazione

Congregazione delle cause dei santi
Nell’ambito della riforma degli apparati della curia romana per una maggiore trasparenza economico-amministrativa e un’accresciuta sinodalità e sussidiarietà si collocano anche le Norme sull’amministrazione dei beni delle cause di beatificazione e canonizzazione, che abrogano quelle emanate da Giovanni Paolo II nel 1983 e sono state approvate da papa Francesco il 4 marzo, con una validità ad experimentum per tre anni. Sottolineandone «la natura peculiare di bene pubblico», la normativa ora stabilisce che la Santa Sede sostenga i costi delle canonizzazioni e delle beatificazioni nella loro fase romana – con un contributo da parte dell’ente che promuove la causa – e «vigila perché gli onorari e le spese siano contenuti e tali da non ostacolarne il proseguimento». Si prevede poi un «fondo di solidarietà» costituito presso la Congregazione delle cause dei santi.

Come procede la protezione dei bambini

Pontificia commissione per la tutela dei minori

Peter Saunders; Marie Collins
La riunione di febbraio della Pontificia commissione per la protezione dei minori (cf. Comunicato stampa) è stata attraversata da uno strappo, relativamente a uno dei suoi membri (cf. Regno-att. 2,2016,11). Dopo un lungo dibattito, il 6 febbraio la maggioranza dei componenti ha chiesto a Peter Saunders, fondatore (anche perché vittima di violenze) della National Association for people abused in childhood, di prendersi un’aspettativa. La divergenza di fondo tra Saunders e il resto dei membri si è resa palese soprattutto sulle finalità dell’ente istituito da papa Francesco nel 2013, che il primo intendeva avente un ruolo di denuncia e investigazione su singoli casi, come la sua dichiarazione (qui a p. 218) mette in luce. Per comprendere la complessità della vicenda, risulta utile la lettura dell’equilibrata – ancorché sofferta – posizione di un altro membro della commissione, Marie Collins, pubblicata il 9 febbraio sul National Catholic Reporter (cf. qui a p. 219). Anch’ella vittima, Collins rifiuta la definizione data da Saunders al gruppo come di «pedine impegnate in un esercizio di complicità e pubbliche relazioni».

Verso un nuovo modello di prete

Comunicato finale del Consiglio permanente della CEI

CEI - Consiglio permanente
Il «rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente» è il titolo scelto dal Consiglio permanente della CEI del marzo scorso per la prossima Assemblea generale dell’episcopato, che si terrà dal 16 al 19 maggio prossimi e che sarà aperta da papa Francesco. Nell’ordine del giorno discusso a Genova – città scelta per la riunione come segno tangibile della preparazione prossima del Congresso eucaristico nazionale che lì avrà luogo dal 15 al 18 settembre 2016 – vi era innanzitutto il tema dei migranti, a proposito del quale è stato rilevato come le strutture ecclesiali a essi dedicate costituiscano «un quinto dell’intero sistema d’accoglienza in Italia». A seguire il tema dell’ambiente, con un’attenzione specifica al referendum «delle trivelle»; quello della «chiarezza e trasparenza» nella gestione dell’otto per mille, richiedendo in particolare bilanci preventivi e consuntivi alle realtà cui viene erogato; e quello della ricerca di una continuità tra Giornata mondiale della gioventù – a Cracovia 2016 sono iscritti 90.000 ragazzi italiani – e pastorale ordinaria. Tra i vari adempimenti, va segnalata la definizione della data della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017.

La biologia di sintesi

Parere del Gruppo di riflessione bioetica della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)

Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)
«Cercare di produrre elementi o sistemi biologici nuovi non è “fare Dio”, nella misura in cui si conserva la preoccupazione di rispettare la creazione affidata “all’intelligenza e alla responsabilità morale dell’uomo”, e ci si lascia sempre orientare dalla ricerca del bene comune dell’umanità». Il Parere sulla biologia di sintesi, pubblicato il 19 gennaio dal Gruppo di riflessione bioetica del Segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità europea, riconosce le grandi potenzialità della biologia sintetica, che consiste nella progettazione di componenti e sistemi biologici che non esistono in natura e nella riprogettazione di elementi biologici esistenti. Tuttavia, poiché molti fattori restano ignoti, raccomanda una valutazione accurata dei benefici reali così come delle possibili conseguenze in termini di rischi: «Non si può quindi che auspicare l’avvio di un vero dialogo tra scienziati, poteri pubblici e società».

Continuare a camminare insieme

Comunicato dei primati della Comunione anglicana

Primati della Comunione anglicana
«È nostro desiderio unanime camminare insieme. Tuttavia, data la serietà di queste questioni, riconosciamo formalmente tale distanza [tra le Chiese della Comunione anglicana], richiedendo che per un periodo di tre anni la Chiesa episcopaliana non ci rappresenti più all’interno degli organismi ecumenici e interconfessionali, non sia nominata o eletta nelle commissioni permanenti interne e, mentre continua a partecipare agli organismi interni della Comunione anglicana, non possa più prendere parte alle decisioni relative a tutte le questioni dottrinali o politiche». L’incontro dei primati della Comunione anglicana, svoltosi a Canterbury su invito dell’arcivescovo Justin Welby dall’11 al 16 gennaio, ha conseguito faticosamente il suo obiettivo: conservare l’unità tra le 38 province che compongono la Chiesa anglicana, dopo la decisione della Chiesa episcopaliana (anglicani degli Stati Uniti) di modificare la definizione del matrimonio nei propri statuti, includendovi l’unione tra due persone dello stesso sesso. Il comunicato finale (15.1.2016) dell’incontro, intitolato Camminare insieme al servizio di Dio nel mondo, rispecchia l’equilibrio raggiunto: le sanzioni alla Chiesa episcopaliana, insieme alla condanna di ogni atteggiamento omofobo e discriminatorio nei confronti delle persone omosessuali.

Documenti preparatori del Sinodo panortodosso

Sinassi dei primati delle Chiese ortodosse autocefale (Chambésy, 21-28.1.2016)

Primati delle Chiese ortodosse autocefale
La Sinassi dei primati delle Chiese ortodosse autocefale, tenutasi a Chambésy nei pressi di Ginevra dal 21 al 28 gennaio, ha ratificato una serie di documenti preparatori del Santo e grande Sinodo panortodosso, che si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno, e ne ha deciso la pubblicazione. Tra essi, due rivestono un particolare interesse. Il primo è Le relazioni della Chiesa ortodossa con l’insieme del mondo cristiano, adottato alla V Conferenza panortodossa preconciliare di Chambésy (10-17.10.2015), che riconferma l’impegno ecumenico della Chiesa ortodossa nonostante le resistenze di alcune correnti interne, e affronta questioni controverse come l’ecclesialità delle altre confessioni cristiane e il metodo per la conduzione dei dialoghi teologici. E il secondo è La missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo. Il contributo della Chiesa ortodossa alla realizzazione della pace, della giustizia, della libertà, della fraternità e dell’amore fra i popoli e all’eliminazione delle discriminazioni razziali e di altra natura, approvato dalla Sinassi dei primati, che esprime l’atteggiamento dell’ortodossia nei confronti dei problemi dell’attualità quali pace e guerre, persecuzione, discriminazione, globalizzazione e consumismo.

Dichiarazione di Marrakech

Sui diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana

250 leader del mondo islamico
«Sviluppare una giurisprudenza del concetto di “cittadinanza”, che sia comprensiva dei diversi gruppi. Tale giurisprudenza deve essere radicata nella tradizione e nei principi islamici e consapevole dei cambiamenti globali» per contrastare l’uso inconcepibile della «religione allo scopo di aggredire i diritti delle minoranze religiose nelle nazioni musulmane». È l’obiettivo della dichiarazione intitolata In nome di Dio il clemente, il misericordioso, sottoscritta il 27 gennaio da 250 leader religiosi, intellettuali ed esperti di fede islamica, riuniti a Marrakech sotto l’egida del re Mohammed VI del Marocco e del Forum per la promozione della pace nelle società islamiche per discutere dei diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana. Alla base dell’iniziativa la considerazione che «in molte parti del mondo musulmano si sono deteriorate in modo pericoloso negli ultimi tempi a causa dell’uso della violenza e della lotta armata come mezzo per dirimere i conflitti e imporre il proprio punto di vista». Fra i promotori dell’iniziativa vi è anche l’associazione Religions for peace, la principale organizzazione attiva dal 1970 per la promozione della pace e del dialogo fra le più importanti religioni al mondo.

Germania: la dignità dell’essere umano è inviolabile

Alleanza per la tolleranza, la solidarietà, la democrazia e lo stato di diritto
L'«Alleanza per la tolleranza, la solidarietà, la democrazia e lo stato di diritto – Contro il pregiudizio, l’odio e la violenza» – movimento di confessioni religiose e associazioni della società civile nato a Berlino lo scorso 11 febbraio per promuovere i valori della solidarietà e dell’accoglienza – ha pubblicato lo stesso giorno un appello dal titolo La dignità dell’essere umano è inviolabile (www.allianz-fuer-weltoffenheit.de; nostra traduzione dal tedesco. Cf. Regno-att. 4,2016,71).

La sedazione profonda nell’imminenza della morte

Parere

Comitato nazionale per la bioetica
«Il comitato, con questo documento, ritiene opportuno ritornare sulle situazioni di fine vita con esclusiva attenzione al problema della sedazione profonda continua nell’ambito delle cure palliative». È stato pubblicato il 24 febbraio il parere del Comitato nazionale per la bioetica Sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte, con l’obiettivo di chiarire la definizione e le condizioni etiche della sedazione profonda, e offrire indicazioni pratiche per gli operatori sanitari. Il comitato ritiene che «la sedazione profonda continua (...…) non vada confusa con l’eutanasia» e nelle raccomandazioni «ribadisce che sia un diritto fondamentale del morente (adulto o minore) ricevere un adeguato supporto finalizzato al controllo della sofferenza e nel rispetto della sua dignità». Il documento, elaborato da un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Lorenzo d’Avack, è stato approvato a maggioranza nella seduta plenaria del 29 gennaio 2016. Il parere, oltre a essere corredato da due appendici tecnico-normative, riporta le dichiarazioni dei prof. Carlo Flamigni e Demetrio Neri a sostegno del loro dissenso.

Agenda Documenti

BreviDocAgenda documenti5 marzo 2016. Messaggio di papa Francesco a Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo di Kiev (Ucraina). Il 5 marzo mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli stati, consegna a sua beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, un Messaggio di Francesco. Questi ricorda che si commemora quest’anno...