Generare speranza e fiducia in Dio
Lettera di mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale, al clero in merito alla lettera apostolica Misericordia et misera
«Come vi è noto, nella lettera apostolica Misericordia et misera… il papa Francesco ha esteso nel tempo per tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere quanti hanno procurato il peccato d’aborto, già concessa limitatamente al periodo giubilare… Permettete, però, che unisca alcune ragioni che potranno aiutare a meglio comprenderla sia noi, sia i fedeli». Con una lettera firmata il 27 novembre e indirizzata al clero della diocesi di Albano Laziale, mons. Marcello Semeraro è tornato sulla lettera apostolica del papa Misericordia et misera, pubblicata a conclusione dell’Anno santo (qui a p. 649), con l’intenzione di fornire alcuni criteri interpretativi della disposizione relativa alla facoltà per tutti i sacerdoti di assolvere dal peccato di aborto. In particolare, il vescovo richiama la distinzione, già delineata dal diritto canonico, tra «peccato» e «sanzione penale»; sottolinea come non sia mutata la considerazione dell’aborto quale «grave peccato», ma che la misericordia del Padre può raggiungere e sanare il cuore di ogni peccatore pentito; evidenzia, infine, la natura «generativa» della decisione del papa, in grado cioè di aiutare più persone a prendere coraggio e ad avvicinarsi al confessionale, purché ci siano sacerdoti pronti ad accoglierle.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.