Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia
Tarek Mitri
Intervenendo alla conferenza internazionale «Christians in the Middle East: What Future?», promossa dalla Comunità di Sant’Egi-dio in collaborazione con l’arcidiocesi di Bari (Bari, 29-30 aprile 2015), l’osservatore speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Tarek Mitri, ha offerto il suo punto di vista sulla condizione dei cristiani in Medio Oriente. Dal ruolo fondamentale nel «risveglio arabo» del XIX secolo all’odierna chiusura identitaria, provocata dalla paura e dall’allarmismo diffuso dai governi locali, che ha indotto parte dei cristiani a ritirarsi dalla vita pubblica e a «sostenere, spesso passivamente, i regimi dei dittatori». La paura rischia però di non vedere le differenze e le tensioni interne alle comunità islamiche, mentre «i leader cristiani (...) hanno l’obbligo morale e gli strumenti intellettuali per discernere e riconoscere la resistenza di molti dei loro compatrioti musulmani alla tendenza egemonica di quello che viene spesso chiamato “islam politico”». Forte di questa visione, Mitri propone come alternativa un impegno comune per la «reinvenzione, attraverso la partecipazione politica, del patto di cittadinanza che lega cristiani e musulmani insieme».
Documento, 29/05/2015, pag. 6