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Documenti, 15/2015

Visione e teologia in un mondo aperto

Lectio magistralis alla Facoltà teologica del Triveneto (Padova, 24.4.2015)

Card. Pietro Parolin
Nel decennale della sua fondazione, la Facoltà teologica del Triveneto ha celebrato il suo dies academicus (24.4.2015) con una lectio magistralis del card. Pietro Parolin, veneto di origine. La riflessione del segretario di stato, lunga e documentata, ha offerto un quadro della visione e della teologia di papa Bergoglio. Uno sguardo, quello del papa, che ci impegna, perché «decentra la nostra abituale prospettiva e per certi versi stravolge il nostro modo di vedere il mondo e la Chiesa». Infatti, il mondo che Francesco «descrive e interpreta è un mondo aperto, dove in principio non esistono situazioni o abitudini precostituite, ma è un mondo di relazioni e di dialogo, due aspetti che sono per lui una regola di vita. Teologi e non, ci troviamo di fronte a un approccio che può essere applicato alla geopolitica, come pure alla teologia, alla sua ricerca e al suo insegnamento».

Il lavoro in tempo di cambiamenti

Nota pastorale

Conferenza episcopale triveneta
In vista della festa del 1° maggio, la Conferenza episcopale triveneta ha pubblicato una nota pastorale, datata 15 aprile 2015, sull’emergenza lavoro, origine di una prolungata e sfibrante crisi occupazionale. Sollecitati da tante richieste d’aiuto, «noi vescovi del Triveneto sosteniamo e confermiamo l’impegno delle nostre Chiese nelle iniziative concrete di solidarietà», scrivono i presuli, «ma sentiamo anche il dovere di attirare l’attenzione su alcuni aspetti strutturali di questo passaggio d’epoca e di indicare alcuni criteri, fondati sulla parola del Vangelo e sulla dottrina sociale della Chiesa, per un discernimento etico e antropologico sul tema del lavoro». La nota intende interpretare i segni di una svolta epocale, per giudicare questo «tempo di cambiamento» alla luce del Vangelo, indicando al contempo alcuni gesti concreti di conversione che riguardano il rapporto tra lavoro e denaro: anzitutto, «ogni lavoro fatto secondo gli accordi va pagato, e va pagato in tempi ragionevoli»; poi occorre fare chiarezza circa «l’intenzione con la quale si investe il proprio denaro, lo si presta, lo si utilizza»; e infine la «triste pagina» della corruzione, una piaga che «ha origine nel cuore umano».

Cibo che nutre, per una vita sana e santa

Lettera del ministro generale dell'Ordine dei Frati minori conventuali

fra Marco Tasca
«La gente considera i francescani persone frugali, anche nella tavola, e soprattutto fratelli universali attenti alle necessità di tutti, in particolare dei poveri. Siamo noi all’altezza di questa fama? Possiamo in qualche modo ripensare in modo creativo i nostri stili di vita, di alimentazione, i criteri con cui usiamo dei beni della terra?». Così fra Marco Tasca, ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali, apre la sua lettera per il 2015 indirizzata ai suoi confratelli e intitolata Cibo che nutre. Per una vita sana e santa. Datata 28 febbraio, la lettera è una bella riflessione dedicata – nell’anno dell’Expo di Milano – al tema del cibo e del nutrimento, ai «gravi problemi legati da una parte alla piaga della fame e dall’altra agli eccessi della sovralimentazione», nonché alle ingiustizie che si consumano «nella produzione, distribuzione e fruizione» alimentare. «L’idealità che ci spinge a voler cambiare il mondo comincia da gesti semplici e quotidiani, condivisi e fraterni», ricorda Tasca, sottolineando bene il legame tra il cibo e la dimensione spirituale. «Rendiamo i pasti comuni degli autentici incontri fraterni, in cui il cuore si apre alla gratitudine e all’attenzione alle necessità dei fratelli, (…) perché la tavola dei frati non escluda nessuno».