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Documenti
Documenti, 13/2011, 01/07/2011, pag. 420

Laici al vertice?

America
In un editoriale di qualche mese fa la rivista dei gesuiti statunitensi America ha affrontato in termini originali il tema del rapporto tra laici e gerarchie ecclesiastiche. Rivolta ai cattolici che pensano e a chi vuol sapere che cosa pensano i cattolici («for the thinking Catholics and those who want to know what the Catholic people are thinking»), sul numero 5 del 2011, datato 21 febbraio, ha avanzato la proposta d’inserire in forma permanente i laici negli organismi di governo della Chiesa. In particolare, l’editoriale configura l’istituzione di un consiglio internazionale di laici che lavori insieme al Collegio cardinalizio per la gestione degli affari ecclesiastici e per l’elezione del papa (nostra revisione della traduzione italiana pubblicata da www.finesettimana.org).

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Leggi anche

Documenti, 2025-13

Lo vide, si avvicinò, se ne prese cura

Vescovi di frontiera e responsabili della mobilità umana dell’America del Nord, centrale e dei Caraibi

«I migranti, segno dei tempi e luogo teologico, ci presentano la carne sofferente di Cristo, persone che “si vedono costrette ad abbandonare la propria terra, ... non trovando altra via d’uscita”». E «come non denunciare anche il trattamento crudele e inusuale di decine di migliaia di persone, che ogni giorno subiscono l’indegnità di essere detenute e imprigionate a causa del loro status di immigrati irregolari, molti dei quali scandalosamente detenuti in istituti privati a scopo di lucro?». Così i vescovi di frontiera e responsabili della mobilità umana dell’America del Nord, centrale e dei Caraibi nella prima lettera pastorale regionale sulla migrazione, presentata il 27 novembre 2024 nell’ambito dell’82ª Assemblea del Segretariato episcopale dell’America centrale (SEDAC). Il documento, intitolato Lo vide, si avvicinò e se ne prese cura. Camminare con persone migranti, rifugiate, sfollate interne e vittime di tratta, lancia al tempo stesso una denuncia e un energico appello ai Governi affinché elaborino e attuino politiche che proteggano i diritti dei migranti e affrontino le cause strutturali della migrazione forzata. La lettera pastorale inoltre impegna le Chiese cattoliche locali ad assumere la tutela dei migranti come una scelta pastorale complessiva, che va oltre una pastorale di ambito. Questo, oggi che l’amministrazione Trump negli Stati Uniti ha fatto della guerra ai migranti il suo baluardo, pone le Chiese cattoliche in un ruolo apertamente critico.

 

Documenti, 2025-5

Testimoniare la verità sull’Ucraina

Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo di Kiev, all’Università cattolica d’America

Dopo la post-verità, la post-giustizia. Sua beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in un intervento pronunciato durante la sua visita all’Università cattolica d’America a Washington il 18 febbraio 2025 (a pochi giorni dal terzo anniversario dell’attacco russo su larga scala), ha affrontato molte questioni di drammatica attualità legate alla guerra in Ucraina: le sue cause, l’ideologia del «mondo russo», l’anelito a una pace giusta. Sottotraccia s’intravvede la preoccupazione per il processo di pace avviato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump insieme al presidente russo Vladimir Putin, con l’esclusione della stessa Ucraina e dell’Unione Europea dal tavolo delle trattative.

Chiedendo a tutti di unirsi al popolo ucraino «in questa testimonianza di Dio, della vita, della verità, della dignità, della libertà e della speranza», l’arcivescovo Shevchuk conclude: «Viviamo nella speranza perché abbiamo assistito al miracolo della liberazione dal giogo sovietico e non desideriamo tornare indietro. Viviamo nella speranza perché abbiamo lasciato la terra di prigionia e abbiamo intrapreso un viaggio verso la libertà e la dignità. Viviamo nella speranza perché Dio ci guida. Viviamo nella speranza perché abbiamo persone che ci sostengono e pregano per noi. Viviamo nella speranza, non siamo soli».

Documenti, 2023-11

In uscita, verso le periferie (terza parte)

Documento finale (terza parte)

I Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi

Si propone qui la terza e ultima parte del documento Verso una Chiesa sinodale in uscita verso le periferie, diffuso il 31 ottobre 2022 dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) e contenente le proposte sinodali delineate nel corso della I Assemblea ecclesiale di America Latina e Caraibi (Città del Messico, 22-28.11.2021). 

Il testo, tradotto in 6 lingue, offre una sintesi del laboratorio pratico di sinodalità realizzato dai 1.104 delegati che hanno preso parte all’Assemblea e, a detta del presidente CELAM, mons. Miguel Cabrejos Vidarte, mette a fuoco i nuovi obiettivi della Chiesa latinoamericana: interpretare i cambiamenti sociali in atto, comunicare con un linguaggio più empatico, entrare nel mondo digitale, far sì che le donne accedano a più ambiti pastorali e coinvolgere i laici nella creazione del bene pubblico.

Dopo la prima e la seconda parte del documento, dedicate rispettivamente alle sfide del mondo contemporaneo per la Chiesa sudamericana e al suo ruolo sinodale e missionario, basato sul fondamentale Documento di Aparecida (2007), quest’ultima sezione mette a fuoco le proposte pastorali e le linee d’azione per la creazione di una Chiesa al passo con le sfide contemporanee e accogliente verso l’intero popolo di Dio, con un’opzione preferenziale per le donne e per i poveri.