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Documenti, 7/2006

All'Europa, al PPE

Benedetto XVI ai partecipanti al convegno promosso dal Partito popolare europeo
Un intervento sull’Europa. Un intervento sull’ispirazione cristiana dei partiti popolari europei. È il binario su cui si muove il primo vero intervento «politico» di Benedetto XVI. L’occasione è data dall’udienza concessa dal papa ai parlamentari del Partito popolare europeo il 30 marzo scorso. Eredità cristiana e futuro dell’Europa i temi affrontati. Accanto a un giudizio fiducioso nei confronti del futuro dell’Europa, il papa richiama l’interesse della Chiesa cattolica a tener desta l’attenzione sui valori fondamentali: «la tutela e la promozione della dignità della persona», quali «principi non negoziabili». In Europa, «una certa intransigenza secolare dimostra di essere nemica della tolleranza e di una sana visione dello stato e della società». Il papa riprende infine un giudizio positivo che fu già di Giovanni Paolo II sull’importanza del rapporto strutturato, sancito dal Trattato costituzionale europeo, tra Unione Europea e comunità religiose, che ne riconosce l’identità e il contributo specifico.

A un anno dalla morte

Benedetto XVI alla messa in suffragio di Giovanni Paolo II
Il carattere intimamente sacerdotale di tutta la vita di Karol Wojtyla, il suo «desiderio di diventare sempre più una cosa sola con Cristo sacerdote, mediante il sacrificio eucaristico», e la figura dell’apostolo Giovanni, suggerita come modello nella decisione di Giovanni Paolo II di orientare la vita «completamente a Cristo per mezzo di Maria»: sono i due aspetti del predecessore messi in luce da Benedetto XVI nel corso della messa di suffragio celebrata con i cardinali il 3 aprile scorso nella basilica vaticana, di cui pubblichiamo l’omelia. «Fedeltà» e «dedizione» sono state invece le parole usate dal papa per riassumere la vita e la testimonianza evangelica di Giovanni Paolo II nel corso dell’altro momento ufficiale di celebrazione del primo anniversario della morte, avvenuta il 2 aprile 2005, la sera prima, in piazza San Pietro, con la preghiera del Rosario, guidata dallo stesso Benedetto XVI.

Benedetto XVI anno primo: un quadro d'insieme

J.L. Allen jr
«È una sciocca presunzione giornalistica pensare, dopo solo un anno, di poter stilare già il bilancio» del pontificato di Benedetto XVI. E tuttavia presenta numerosi spunti questo «quadro d’insieme» abbozzato da John L. Allen, corrispondente dal Vaticano del National Catholic Reporter e commentatore di «cose cattoliche» presso i maggiori network radiotelevisivi degli Stati Uniti. Rivolto principalmente non agli «intenditori» del papato e della politica vaticana, ma all’audience americana dei grandi media laici (e capace in realtà di coinvolgere l’una e gli altri), l’intervento di Allen – che da giugno trasferirà la sua sede principale di lavoro a New York, pur senza chiudere l’ufficio romano – è consapevole che l’opinione pubblica e la classe dirigente USA si interrogano sia sulle «pope stories» più stupefacenti, sia sulla direzione in cui Benedetto XVI si sta muovendo. Cinque i punti che egli mette a fuoco: ciò che il papa non ha fatto; quanto interesse sta suscitando; i principali temi dottrinali; il rapporto con l’islam; la sua attitudine prevalentemente docente.

Non più «patriarca d'Occidente»

Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani
Nell’edizione 2006 dell’Annuario pontificio, il volume che annualmente riporta i dati aggiornati sugli organismi e le persone della Santa Sede, è venuto meno il titolo di «patriarca dell’Occidente», che vi risultava tra i titoli del pontefice dal 1863. Per spiegare la scelta il 22 marzo è stato pubblicato questo Comunicato del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani circa la soppressione del titolo «patriarca dell’Occidente» nell’Annuario pontificio (www.vatican.va).

La pastorale della salute e dei giovani

Comunicato finale del Consiglio permanente della CEI sessione primaverile
«La sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente si è svolta a Roma, presso la sede della CEI, dal 20 al 22 marzo, alla vigilia del concistoro in cui Benedetto XVI ha creato quindici nuovi cardinali tra cui tre italiani: (...). Al centro dei lavori l’approvazione dell’ordine del giorno della prossima Assemblea generale della CEI (Roma, 15-19.5.2006) e del programma del IV Convegno ecclesiale nazionale (Verona, 16-20.10.2006). È stato espresso unanime parere favorevole alla pubblicazione della nota pastorale sulle problematiche del mondo della salute ed è stato presentato un percorso triennale per dare ulteriore impulso alla pastorale giovanile. I vescovi, inoltre, hanno voluto ricordare nella preghiera e con particolare riconoscenza don Divo Barsotti recentemente scomparso, testimone di intensa spiritualità, e don Andrea Santoro, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma, ucciso in Turchia, testimone di fede e di preghiera, di dialogo e di riconciliazione» (dal sommario ufficiale).

Locri: scomunica a chi uccide

G.M. Bregantini
Dopo i tanti atti criminali della ‘ndrangheta e i recenti episodi d’intimidazione e danneggiamento grave ai danni del consorzio «Valle del Bonamico», iniziativa sostenuta dalla Chiesa locale per l’inserimento lavorativo di decine di giovani, il vescovo di Locri Giancarlo Maria Bregantini ha condannato con la scomunica chi viola la santità della vita facendo «abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi», come espresso in una Lettera alla diocesi del 27 marzo, letta nelle Chiese di Locri-Gerace il 2 aprile 2006 (www.diocesilocri.it).

Testimoni di speranza in università

Forum delle associazioni degli studenti universitari
«Il servizio dell’uomo come persona e la ricerca della verità sono due cardini che nessuna riforma universitaria (…) deve ignorare. Se non esistono (…) prospettive da privilegiare» si rischia di affidarsi «al mero sapere scientifico e alle promesse di successo tecnologico». È questo il passaggio centrale del documento Il nostro impegno e il nostro appello per una università possibile: vera comunità di studio e di ricerca che ha aperto la tavola rotonda del convegno «In università testimoni della speranza» organizzato dal Forum delle associazioni degli studenti universitari e dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della CEI a Viterbo il 10-12 marzo. Questa era la seconda occasione pubblica del Forum, nato nel 1999 all’indomani del I convegno nazionale di Loreto come «tavolo di lavoro» delle associazioni cattoliche (ACLI, AGESCI, CL, neocatecumenali ecc.) presenti nelle università, pensata come contributo in vista di Verona e inserita nella IV giornata europea degli universitari, promossa dal Consiglio delle conferenze episcopali europee, in cui vi è stata l’udienza dal papa.

Processi matrimoniali: una prospettiva pastorale

Card. Angelo Scola al Tribunale ecclesiastico del Triveneto
Parlando al Tribunale ecclesiastico del Triveneto, il card. Angelo Scola, ha illustrato l’auspicio, formulato dal recente Sinodo sull’eucaristia, di «assicurare il carattere pastorale, la presenza e la corretta e sollecita attività dei tribunali ecclesiastici per le cause di nullità matrimoniale» (Propositio n. 40; Regno-doc. 19,2005,553). Un’apertura che persegue, secondo le indicazioni di Benedetto XVI, la «verità e dignità del sacramento e quella della protezione effettiva dei diritti del soggetto». A questo fine, dopo aver richiamato alcuni punti fondamentali, il patriarca di Venezia riafferma l’appartenenza dell’attività dei tribunali ecclesiastici alla missione apostolica della Chiesa e formula alcune proposte pratiche. In relazione al funzionamento dei tribunali suggerisce una migliore formazione degli operatori, l’introduzione o il consolidamento di un patrono stabile, la richiesta agli avvocati di accettare una o due cause all’anno senza compenso, l’istituzione di un counseling matrimoniale. In specifico, per il processo, propone l’ipotesi di dare ai processi matrimoniali la forma di un processo contenzioso amministrativo o di un processo contenzioso orale o sommario.

Confessarsi, perché?

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto
Perché bisogna confessarsi? Da questa domanda spesso incontrata nella sua attività pastorale, mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, prende spunto per sviluppare la lettera alla sua diocesi per l’anno 2005-2006, Confessarsi perché? La riconciliazione e la bellezza di Dio, dedicata appunto al sacramento della riconciliazione e che fa seguito a quella del 2004-2005, L’eucaristia e la bellezza di Dio. Perché andare a messa la domenica? (Regno-doc. 3,2005,81). A fronte della difficoltà di uscire da sé stessi e di riconoscersi bisognosi di perdono, l’invito che mons. Forte rivolge è quello di superare la sola idea che il peccato «è male» per comprendere come invece «fa male» a chi lo compie e a chi lo subisce, e da qui partire attraverso l’esperienza del perdono verso quella fedeltà che «è l’impegno sempre nuovo del cuore che si dona e accoglie l’amore che gli viene donato». Chiudono la lettera una traccia che, approfondendo i dieci comandamenti, si offre come preparazione al sacramento e alcune proposte di preghiera penitenziale.

Collaboratori nella vigna del Signore

Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti
«Siamo grati ai laici che hanno risposto alla chiamata al ministero ecclesiale in così gran numero. Senza di essi l’opera della Chiesa sarebbe seriamente indebolita. I ministri ecclesiali laici – e in realtà tutti gli impiegati e i volontari laici della Chiesa – operano in un luogo di lavoro che condivide sia le caratteristiche di una comunità di fede di collaboratori, come l’ha descritta s. Paolo, sia le caratteristiche di una moderna organizzazione». Approvato dall’assemblea generale del novembre 2005 dei vescovi cattolici degli USA e pubblicato in dicembre, il testo Collaboratori nella vigna del Signore. Un contributo per indirizzare lo sviluppo del ministero ecclesiale laico guarda agli oltre 30.000 ministri laici salariati che, per lo più a tempo pieno, coprono il 66% delle parrocchie. Al centro dell’interesse del documento, la loro formazione (in entrata e permanente) e la distinzione e complementarietà rispetto ai ministri ordinati.

Essere cristiano che cosa significa?

Hans Küng - 20 tesi su una domanda urgente
«Lo specifico cristiano è Gesù Cristo stesso», e «Gesù Cristo come crocifisso». «L’elemento distintivo dell’agire cristiano è la sequela di Cristo... Di qui si devono trarre in ogni epoca conseguenze pratiche per la continua riforma interna della Chiesa e per l’intesa ecumenica». In 20 tesi enunciate e argomentate sono riproposti in forma sintetica, ma con immutati vigore e pregnanza, i temi del volume del 1974 Essere cristiani, «una sorta di pendant positivo al libro sull’infallibilità» come ebbe a definirlo l’autore. Il teologo Hans Küng era allora docente di dogmatica e teologia ecumenica a Tubinga. Di lì a poco, nel 1979, sarebbe stato privato dalla Congregazione per la dottrina della fede della missio canonica per i dubbi manifestati sull’infallibilità del papa. La stagione ecclesiologica si è volta a quella del dialogo interreligioso e rifluisce oggi in una proposta spirituale consapevole della dimensione ecumenica e mondiale (Weltethos): oggetto dell'incontro fr Küng e Benedetto XVI il 24 settembre scorso.