Pronunciamento di vescovi e pastori brasiliani sulla questione agraria
Una denuncia a difesa del «diritto umano, divino e costituzionale di possedere un pezzo di terra dove lavorare e vivere in pace»: le Chiese cristiane del Brasile si sono espresse per la prima volta insieme sulla questione agraria, delle acque e delle foreste, che dopo 30 anni di denunce e di lotte appare ancora grave, se non peggiorata. Il pronunciamento I poveri possederanno la terra (cf. Sal 37,11), firmato lo scorso 30 marzo da quasi 80 vescovi di confessione anglicana, cattolica, metodista e luterana, conferma l’impegno delle Chiese a favore dei contadini e dei braccianti che vivono in Brasile «una vera guerra, che molte volte è culminata nell’assassinio di numerosi martiri, donne e uomini, vecchi, giovani e persino bambini». L’esposizione sociale delle Chiese assume anche un marcato tratto ambientalista, per l’intrecciarsi del problema agrario con la frontiera della distruzione ecologica e dell’agricoltura transgenica, con una critica pesante alle scelte economiche e sociali del governo Lula, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali del 1° ottobre 2006.
Stampa (20.4.2006) da sito Internet www.cptnac.com.br. Nostra traduzione dal portoghese. Cf. Regno-att. 8,2006,224s e 16,2006,527.
Documento, 01/10/2006, pag. 581