Documenti, 19/2003, 01/10/2003, pag. 600
Ecumenismo: L'attività di pace
Bartolomeo I
«La sua statura di leader morale, religioso e realmente profetico, non solo di tutti i cattolici, non solo di tutti i cristiani, ma dei seguaci di tutte le fedi, si basa sulla sua profonda fede personale e sulla sua convinzione che questa fede deve essere vissuta in modo tale che gli altri possano vedere la verità, comprendere la giustizia e trovare la pace. Grande è il peso di una tale testimonianza».
Tra le manifestazioni svoltesi nel corso del 2003 per celebrare il XXV anniversario di pontificato di Giovanni Paolo II, questa conferenza del patriarca ecumenico Bartolomeo I, centrata sull’impegno del vescovo di Roma a favore della pace, occupa certamente un posto di primo piano. È stata pronunciata a distanza di pochi giorni ad Ankara (12 giugno) e a Istanbul (17 giugno), cioè nella sua propria diocesi e giurisdizione, nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo, su invito del nunzio, mons. E. Farhat, dal vicario apostolico, mons. L.-A. Pelâtre e dagli altri vescovi della Conferenza episcopale cattolica.
Il filo conduttore della lettura di Bartolomeo I è la connessione tra pace e libertà e tra pace e riconciliazione. In questo senso egli sottolinea in particolare il valore del reciproco impegno ecumenico: «immaginate le opere di pace che potremo compiere quando la nostra collaborazione si baserà sull’unità esistente fra di noi».
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