Card. Francis George, arcivescovo di Chicago
Il razzismo negli Stati Uniti è un problema, o, per dir meglio, un peccato, persistente e di continua attualità, alimentato da sempre nuove correnti immigratorie che costringono i residenti bianchi a confrontarsi con persone di diverse origini razziali e culturali. In occasione del 33° anniversario della morte di Martin Luther King, celebrato lo scorso 4 aprile, l’arcivescovo di Chicago, card. Francis George omi, ha indirizzato ai cittadini della sua diocesi «una lettera pastorale sul razzismo» che non ha nulla di rievocativo né di celebrativo rispetto alle grandi battaglie degli anni sessanta per il riconoscimento dei diritti civili ai neri statunitensi. Il card. George, attenendosi alla stretta attualità, stigmatizza con chiarezza e senza sconti il persistere a Chicago di un clima di rifiuto e di apartheid strisciante anche all'interno del mondo cattolico. In conseguenza di ciò, le parrocchie, rispecchiando la separazione territoriale dei diversi gruppi razziali, invece che essere comunità aperte e accoglienti, «divengono esempi di esclusione razziale e culturale». L'approccio pragmatico, tipicamente anglosassone, del documento induce il card. George a stilare una lista di orientamenti pastorali concreti per l'arcidiocesi, per le parrocchie, per la liturgia, per gli istituti educativi cattolici, ma anche una serie di indicazioni concrete per una «azione comunitaria» che prevede la collaborazione di tutti i cittadini con le istituzioni e le organizzazioni civili impegnate sul fronte della lotta al razzismo e della giustizia sociale.
Dwell in my Love. A Pastoral Letter on Racism, stampa da sito Internet www.archdiocese-chgo.org. Nostra traduzione dall'inglese.
Documento, 01/08/2001, pag. 483