Mons. Migliore sulla situazione del Medio Oriente
"La comunità cattolica... non si identifica con alcuna nazione, ma con una fede. Questo è il punto di forza, la leva sulla quale la Santa Sede – in coerenza e nel contesto anche dell'intensificazione della sua attività internazionale – ha prospettato valori universali e, in certo senso, elementari come quelli del dialogo, della coesistenza pacifica, della giustizia nei rapporti tra i popoli, della promozione della dignità delle persone e dei diritti dei popoli e del rispetto e implementazione del diritto convenzionale e delle decisioni della comunità internazionale".
Ampio panorama dell’azione diplomatica della Santa Sede nell’area mediorientale, tenuto da mons. Migliore, sottosegretario vaticano per i rapporti con gli stati, nell’ambito del seminario di studio su "La Santa Sede e il Medio Oriente", svoltosi a Perugia il 20 e 21 ottobre 2000. Dalla presenza della Chiesa cattolica in Medio Oriente e dai rapporti della Santa Sede con le comunità cristiane, si passa a esaminare i casi specifici del Libano, degli Accordi con Israele e l’OLP, e l’atteggiamento nei confronti dei molti conflitti che turbano quell’area. L’azione della Santa Sede non si è limitata alle Chiese locali, al dialogo interreligioso e interculturale, ma si è mobilitata costantemente, e talora anche quasi in solitudine o controcorrente, per la pace, la giustizia nei rapporti tra i popoli e per il rispetto di tutte le persone umane in quella terra. Da un punto di vista legislativo, i due Accordi in modo particolare segnano il passaggio dalla protezione dei diritti delle minoranze al riconoscimento dei diritti fondamentali della persona umana.
Originale: stampa da supporto magnetico.
Documento, 01/11/2000, pag. 677