D
Documenti
Documenti, 21/2000, 01/11/2000, pag. 657

T. Moro: il primato della coscienza

Giubileo dei governanti e dei politici
"Questa è la mia grande consolazione, che sebbene per natura io abbia paura del dolore... tuttavia in tutti i momenti atroci che ho passato... col cuore angosciato nel prevedere tutti i pericoli di una morte orrenda che poteva forse toccarmi, grazie alla potente misericordia di Dio, mai nel mio cuore pensai di acconsentire a far qualcosa che nella mia coscienza... temevo che potesse... gettarmi nella disapprovazione di Dio. Questo è il minimo che un uomo può fare per la sua stessa salvezza, per quanto ne so". È il primato della coscienza che _ come in questa che è una delle ultime lettere scritta alla figlia dalla Torre di Londra (cf. riquadro) _ caratterizza la figura di san Tommaso Moro, il noto statista inglese (1478-1534) la cui vita ha saputo integrare la fede con la cultura umanista del proprio tempo. Una testimonianza che, in ragione della sua attualità, è stata proposta a modello dal papa nella celebrazione del giubileo dei governanti e dei parlamentari (4-5.11.2000; cf. Messaggio a p. 000). Giovanni Paolo II ha infatti proclamato il 31 ottobre scorso s. Tommaso Moro patrono dei governanti e dei politici anche su istanza di "personalità di varia provenienza politica, culturale e religiosa". La sua figura è infatti riconosciuta "anche al di fuori della Chiesa, specie tra coloro che sono chiamati a guidare le sorti dei popoli", "quale fonte di ispirazione per una politica che si ponga come fine supremo il servizio alla persona umana". L'Osservatore romano 1.11.2000, 5; 6-7.11.2000, 7; T. Moro, Lettere, Morcelliana, Brescia, 1987, 238ss.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.