Documenti, 17/2000, 01/09/2000, pag. 537
L'espressione Chiese sorelle
Congregazione per la dottrina della fede
L'espressione Chiese sorelle si può usare in senso proprio solo nel quadro dei rapporti tra Chiese particolari, cattoliche e non, in un contesto che mantenga chiaro che «l'una, santa, cattolica e apostolica Chiesa universale non è sorella ma madre di tutte le Chiese particolari». Anche formulazioni quali «le nostre due Chiese» sono da evitare, perché «fonte di fraintendimento e di confusione teologica». Una nota di poche cartelle, datata 30 giugno 2000 e giunta ai presidenti delle conferenze episcopali accompagnata da una breve lettera del card. Ratzinger, regolerà d'ora in poi l'uso e l'applicazione dell'espressione Chiese sorelle nei documenti del magistero e in quelli del dialogo ecumenico, segnatamente tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse. Destinata a non essere resa pubblica, la nota ha iniziato invece a circolare all'inizio di settembre, diffusa dall'agenzia Adista e dall'americano National Catholic Reporter insieme ad alcune anticipazioni sui contenuti della Dominus Iesus (in questo numero a p. 000), creando un comprensibile effetto di sovrapposizione e di reciproco rafforzamento; cf. Regno-att. 16,2000,521.
Adista n. 61, 9.9.2000, 3-5. Cf. Origins 30(2000) 14, 14.9.2000, 222-224.
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