Documenti, 17/2000, 01/09/2000, pag. 529
Dominus Iesus
Congregazione per la dottrina della fede
«Deve essere, infatti, fermamente creduta la dottrina di fede…». «È quindi contraria alla fede della Chiesa la tesi…». È questo l'andamento che caratterizza i sei capitoli della recente dichiarazione Dominus Iesus «circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa». Firmato dalla Congregazione per la dottrina della fede e ratificato e confermato da Giovanni Paolo II «con certa scienza e con la sua autorità apostolica», il documento è stato presentato il 5 settembre scorso. La motivazione dell'intervento, lungamente esposta dal card. Ratzinger in conferenza-stampa, è così riassunta nell'«Introduzione»: «Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio)» (n. 4; si può utilmente vedere in proposito, dello stesso Ratzinger, «Relativismo problema della fede»; Regno-doc. 1,1997,51ss). Quanto al linguaggio della dichiarazione, su cui l'opinione pubblica ecclesiale ha dato vita nelle scorse settimane a un certo dibattito, esso «risponde alla sua finalità… di riesporre la dottrina della fede cattolica, indicando nello stesso tempo alcuni problemi fondamentali che rimangono aperti a ulteriori approfondimenti, e di confutare determinate posizioni erronee o ambigue» (n. 3). Cf. ampiamente Regno-att. 16,2000,517-521.
L'Osservatore romano 6.9.2000, inserto tabloid.
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