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Documenti, 13/2000

Messaggio per il giubileo nelle carceri: un'occasione da non perdere

Giovanni Paolo II
"Celebrare il giubileo significa adoperarsi per creare occasioni di nuovo riscatto ... Se l’occasione del grande giubileo è una opportunità di riflessione offerta ai detenuti circa la loro condizione, altrettanto può dirsi per l’intera società civile, che si confronta quotidianamente con la delinquenza, per le autorità preposte a conservare l’ordine pubblico e a favorire il bene comune, per i giuristi chiamati a riflettere sul senso della pena e ad aprire le nuove frontiere per la collettività". Con il Messaggio, diffuso il 30 giugno, per il giubileo nelle carceri (9 luglio 2000), il papa ha inteso parlare – per la prima volta attraverso un particolare documento – non solo ai carcerati, ma a tutti coloro che vivono e operano in carcere. Il testo affronta il problema dei carcerati, della conversione morale e civile della loro vita, ma anche il problema delle carceri, delle strutture e dell’ambiente carcerario, che deve essere un luogo di promozione umana e non "di diseducazione, di ozio e forse di vizio". Continuando una tradizione instaurata dai papi in occasione degli anni giubilari, Giovanni Paolo II si rivolge a tutti i governanti per invocare "un segno di clemenza a vantaggio di tutti i detenuti: una riduzione, pur modesta, della pena costituirebbe per i detenuti un chiaro segno di sensibilità verso la loro condizione".

Il messaggio di Fatima

Congregazione per la dottrina della fede
"E vedemmo in una luce immensa che è Dio: "qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti" un vescovo vestito di bianco "abbiamo avuto il presentimento che fosse il santo padre"…" (suor Lucia, Tuy, 3.1.1944). "Chi legge con attenzione il testo del cosiddetto terzo "segreto" di Fatima, …resterà presumibilmente deluso. …Vediamo la Chiesa dei martiri del secolo ora trascorso rappresentata mediante una scena descritta con un linguaggio simbolico di difficile decifrazione. … Come dobbiamo intendere la visione, che cosa pensarne?" Inizia così, problematicamente, il "Commento teologico" del card. Ratzinger alla terza parte del "segreto di Fatima", pubblicato il 26 giugno per volontà di Giovanni Paolo II dopo che il 13 maggio scorso, a Fatima, durante la visita del papa, il card. Sodano ne aveva dato anticipazione pubblica. Il commento del card. Ratzinger, centrato sul rapporto di distinzione fra rivelazione pubblica e rivelazioni private e sulla parallela relazione che lega liturgia e pietà popolare, conclude un dossier assai ricco: oltre ai testi manoscritti di suor Lucia (una delle tre "veggenti" di Fatima) riprodotti fotostaticamente e alla loro traduzione nelle varie lingue, contiene una presentazione di mons. Bertone, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, la documentazione dell'incontro avuto da quest'ultimo con suor Lucia lo scorso aprile e il testo già ricordato pronunciato dal card. Sodano il 13 maggio.

Etica nelle comunicazioni sociali

Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali
"I mezzi di comunicazione sociale si possono utilizzare per fare il bene o per fare il male. È una questione di scelte" (n. 19). "Il principio etico fondamentale è il seguente: la persona umana e la comunità umana sono il fine e la misura dell'uso dei mezzi di comunicazione sociale" (n. 21). Occasionato dal "giubileo dei giornalisti" (1-4 giugno 2000; cf. la bella omelia del card. Etchegaray nel riquadro a p. 410), il documento Etica nelle comunicazioni sociali è stato diffuso dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali il 30 maggio. Vi si ricapitolano in forma piana i principali testi del magistero postconciliare sul tema, sia quelli presenti nelle encicliche ed esortazioni apostoliche di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, sia quelli specifici dovuti al dicastero competente (Communio et progressio, Aetatis novae). Nella conclusione vi è anche un rapido excursus neotestamentario su "Gesù quale modello per gli operatori dei mezzi di comunicazione sociale" (n. 32).

Esame di coscienza in quattro «cartelle»

Card. R. Etchegaray
Esame di coscienza in quattro cartelle Esame di coscienza in quattro "cartelle" Domenica 4 giugno 2000 il "giubileo dei giornalisti" si è concluso con la messa nell'aula Paolo VI, presieduta dal card. R. Etchegaray, presidente del Comitato centrale del grande giubileo dell'anno 2000, e con l'udienza di Giovanni Paolo II. Riportiamo qui l'omelia del card....

Verso gli Orientamenti

CEI-XLVII Assemblea generale
"I punti essenziali su cui dovrà concentrarsi la missione ecclesiale: l’evangelizzazione come compito permanente; l’orizzonte della speranza teologale, fondata sulla Pasqua; la necessità che la Chiesa ponga al centro del suo annuncio Cristo, ragione di ogni speranza". Riunita dal 22 al 26 maggio a Collevalenza per la XLVII Assemblea generale, la Conferenza episcopale italiana ha affrontato il problema della scelta del tema e delle modalità di proposta per gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il decennio 2001-2010; la questione è stata per il momento impostata attraverso la prolusione del card. Ruini, presidente della CEI, e la relazione di mons. Chiarinelli, e quindi dibattuta in assemblea. L’assemblea ha inoltre eletto i vice presidenti per il Centro e per il Nord (mons. Ablondi e mons. Corti) e i presidenti delle dodici commissioni episcopali, a norma del nuovo statuto entrato in vigore nel 1998, ma solo il 31 maggio 2000 per quanto riguarda il rinnovamento delle commissioni episcopali (cf. Regno-doc. 1,1999,30ss e ampiamente su Regno-att. 12,2000,361ss).

La comunità cristiana e l'università

CEI - Commissione episcopale per l'educazione cattolica
Riflettere sulle trasformazioni in atto nelle università italiane, "per quanto non del tutto definite nel loro profilo e nella concreta applicazione", e rilanciare l'ispirazione cristiana nei diversi ambienti di vita, "sviluppando il progetto culturale orientato in senso cristiano", appaiono i due scopi principali del documento La comunità cristiana e l'università oggi in Italia, presentato dalla Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la cultura, la scuola e l'università lo scorso 4 maggio. A dieci anni di distanza da un intervento sullo stesso tema allora firmato dal Consiglio permanente (cf. Regno-doc. 13,1990,421), si rafforzano le preoccupazioni per il "rischio della vanificazione tecnocratica" cui l'università è esposta, e vi si contrappongono, alla luce in particolare dell'ultima enciclica papale Fides et ratio, "una prospettiva autenticamente umanistica" e "una coraggiosa apertura metafisica" (n. 4). Quanto alle relazioni tra l'università e la comunità cristiana, queste rimangono affidate agli strumenti abituali, quali, da un lato, la cappella universitaria, e dall'altro le associazioni e i movimenti.

Le Nazioni Unite nel XXI secolo

Kofi Annan
Dal 6 all’8 settembre 2000 presso le Nazioni Unite a New York si terrà il cosiddetto Vertice del millennio, un summit dei capi di stato e di governo che dovrà riflettere su come l’ONU possa svolgere al meglio il proprio ruolo a 55 anni dalla fondazione, affrontando le sfide del nuovo secolo. Il Vertice del millennio si svolgerà all’interno della 55a sessione dell’Assemblea generale, l’"Assemblea del millennio", che avrà inizio il 5 settembre. In tale prospettiva, il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ha presentato il 30 marzo scorso ai rappresentanti degli stati membri un rapporto intitolato Noi i popoli: il ruolo delle Nazioni Unite nel ventunesimo secolo, "per agevolare la preparazione del Vertice da parte loro e per stimolare le loro successive deliberazioni in occasione del Vertice stesso". Il tema centrale è la globalizzazione, che offre grandi opportunità ma presenta anche numerosi rischi, poiché i suoi benefici sono distribuiti in maniera ineguale. Di qui la necessità di individuare azioni comuni per la liberazione dalla povertà (c. 2), dalla paura (c. 3), per uno sviluppo sostenibile (c. 5) e per un rafforzamento dell’ONU. All’esame del Vertice sarà anche la riforma del Consiglio di sicurezza.