A chi si stava domandando che ne sarebbe stato del percorso del Sinodo della Chiesa universale – nonché delle varie iniziative delle Chiese locali – una risposta è arrivata con la Lettera sul processo di accompagnamento della fase attuativa del Sinodo (15 marzo) inviata dal card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo, a tutti i vescovi e tramite loro al popolo di Dio. Come previsto dalla costituzione Episcopalis communio, sono infatti tre le fasi di questo percorso: quella preparatoria, quella celebrativa e quella attuativa, iniziata con il Documento finale dell’ottobre 2024 (Regno-doc. 21,2024,647). Sui passi che ciascuna Chiesa avrà pensato di compiere nella direzione della sinodalità, poi, e sulle acquisizioni dei 10 gruppi di studio che a giugno dovrebbero terminare i propri lavori, vi sarà un’Assemblea ecclesiale nell’ottobre del 2028. Di questa nuova assise non vengono definite nel dettaglio la composizione e la finalità, ma si trovano delle indicazioni di massima: la composizione sarà più simile alle assemblee ecclesiali continentali che alle assemblee sinodali, che sono e rimangono «sostanzialmente un’assemblea di vescovi»; quanto alla finalità, il card. Grech indica la necessità di «rendere concreta la prospettiva dello scambio di doni tra le Chiese» e di permettere al papa d’«ascoltare e confermare gli orientamenti ritenuti validi per la Chiesa tutta».
Il Documento finale della seconda sessione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, celebratasi dal 2 al 27 ottobre 2024, rappresenta il culmine di un lungo itinerario sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione», avviato nel 2021 con un processo di consultazione di una dimensione inedita nella storia dell’istituzione sinodale.
Questo cammino «si è svolto nella luce del magistero» del concilio Vaticano II, «mettendo in atto ciò che il Concilio ha insegnato sulla Chiesa come mistero e popolo di Dio», anzi «costituisce un vero atto di ulteriore recezione del Concilio, ne prolunga l’ispirazione e ne rilancia per il mondo di oggi la forza profetica» (n. 5).
Il Documento finale votato dall’Assemblea e pubblicato il 26 ottobre, insieme al percorso che lo ha preceduto, si offre come esempio e strumento di una sinodalità che esige «pentimento e conversione» (n. 6), da applicare alle relazioni interne alla Chiesa, anche mediante «la modifica dei processi decisionali» (n. 11). Occorre promuovere, in ottica missionaria, «la valorizzazione dei contesti, delle culture e delle diversità» (n. 40), per «coltivare in forme nuove lo scambio dei doni e l’intreccio dei legami che ci uniscono nella Chiesa» (n. 11). Consapevoli che «il processo sinodale non si conclude…, ma comprende la fase attuativa, a partire dalle Chiese locali, mediante un «quotidiano cammino… di consultazione e discernimento» (n. 9).
La XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, avviata da papa Francesco nel 2021 con un’ampia fase consultiva e dedicata alla conversione sinodale della Chiesa per adempiere meglio alla sua missione di evangelizzare, volge verso la fase conclusiva. Dal 2 al 27 ottobre 2024 si svolgerà a Roma la seconda sessione, dove torneranno a incontrarsi i 364 delegati, tra i quali anche 54 donne con diritto di voto.
La base per il confronto sarà l’Instrumentum laboris (strumento di lavoro), pubblicato dalla Segreteria del Sinodo il 9 luglio e intitolato Come essere Chiesa sinodale missionaria. Il documento ricapitola con andamento narrativo avvolgente il percorso sin qui fatto, e delinea l’approccio della seconda sessione, tenendo presente che alcuni temi fondamentali che erano emersi nella prima sessione sono stati delegati allo studio di dieci gruppi di lavoro, i quali concluderanno il loro mandato successivamente, nel 2025 (cf. Regno-att. 8,2024,217).
Tuttavia rimangono aperte alla discussione dell’Assemblea sinodale varie questioni centrali legate al tema della sinodalità, su cui l’Instrumentum laboris avanza proposte concrete: per esempio sulla partecipazione delle donne (n. 16), sugli organismi di partecipazione (n. 79, 90), sullo statuto delle conferenze episcopali (n. 97).
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