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Verso Gerusalemme

XIII domenica del tempo ordinario 1Re 19,16b.19-21; Sal 15 (16); Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62 Andare a Gerusalemme. È questa, credo, la chiave di lettura fondamentale per comprendere lo strano modo di comportarsi non solo dei samaritani, ma di Gesù stesso verso coloro che esprimono il desiderio di seguirlo. Procediamo per ordine. Gesù, nel Vangelo di questa domenica, punta lo sguardo dritto su Gerusalemme, anzi, secondo una traduzione più letterale del testo, «indurisce il suo volto» nell’andare verso Gerusalemme. È proprio questo indurimento...

Il pane della Parola

Corpus Domini Gen 14,18-20; Sal 109 (110); 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17 Il cibo è un tema che attraversa tutta la rivelazione biblica. Lo si incontra subito alla fine del primo capitolo della Genesi: dopo la creazione di tutti gli animali e dell’essere umano, il Signore dona loro ciò che permetterà a ogni essere vivente di rimanere in vita: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri...

Immersi nel mistero dell’Amore

Santissima Trinità Pro 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15 Parlare della Trinità è sempre molto difficile: il linguaggio si fa ostico e allo stesso tempo impacciato, si sperimenta la povertà e la limitatezza della capacità intellettiva prima, e comunicativa poi, di dire qualcosa che in realtà si percepisce solo in parte. Proprio per questo i teologi parlano di Trinità economica o immanente (come scriveva K. Rahner), ovvero di quanto della Trinità si può cogliere nel suo essere operante e artefice di salvezza nella storia. Senza...

Il fuoco della Parola

Domenica di Pentecoste At 2,1-11; Sal 103 (104); Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26 Pentecoste è, innanzitutto, una festa ebraica, la festa di Shavuot (settimane), in cui si celebra il dono della Torah sul monte Sinai. Una festa importante, carica di significato e che fa parte delle tre grandi feste di pellegrinaggio a Gerusalemme. Luca nel libro degli Atti ci dice che i discepoli di Gesù, uomini e donne, erano anche loro a Gerusalemme, radunati in una casa, forse la stessa in cui avevano consumato l’ultima cena insieme a Gesù e che era divenuta il loro luogo di incontro. Che...

L'Ascensione e la venuta

Ascensione del Signore At 1,1-11; Sal 47 (46); Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53 Quest’anno la liturgia ci mostra in maniera esplicita che l’Ascensione costituisce l’anello di congiunzione tra le due grandi scansioni dell’opera lucana: il Vangelo e gli Atti degli apostoli. Nella chiusa del Vangelo lo staccarsi di Gesù dai discepoli e il suo venir «portato su, in cielo» (Lc 24,51) è preceduto dal comando di restare a Gerusalemme fino a quando si sarà «rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,48), al fine di predicare a tutti...

Vi lascio la pace

VI domenica di Pasqua At 15,1-2.22-29; Sal 67 (66); Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29 Nelle domeniche che vanno da Pasqua all’Ascensione la liturgia ripropone passi giovannei tratti dai lunghi «discorsi di addio» pronunciati da Gesù alla vigilia della sua passione. Può apparire una specie di immotivata inversione temporale. Perché soffermarsi, dopo la risurrezione, su parole dette prima del «tutto è compiuto» pronunciato da Gesù sulla croce (Gv 19,30)? Perché sostare su un preannuncio del Paràclito, anche dopo che il...

Il comandamento nuovo

V domenica di Pasqua At 14,21-27; Sal 145 (144); Ap 21,1-5; Gv 13,31-35 Giuda è appena uscito, «ed era notte» (Gv 13,30). Il «comandamento nuovo» (Gv 13,34) non è rivolto a tutti i dodici apostoli. Il comando antico prescrive di amare sia il prossimo (Lv 19,18) sia lo straniero (Lv 19,34). Il Discorso della montagna, calcando la mano su un precedente, inesistente precetto («odierai il tuo nemico», Mt 5,43), ordina di amare i nemici (Mt 5,44). In tutti questi tre casi il centro del discorso non è occupato dalla reciprocità. Il comando...

Nelle mani del Figlio

IV domenica di Pasqua At 13,14.43-52; Sal 99 (100); Ap 7,9.14-17; Gv 10,27-30 La IV domenica dopo Pasqua è chiamata «domenica del buon Pastore». In questa occasione negli anni precedenti (A e B) sono state proposte le parti iniziali del decimo capitolo di Giovanni (A: Gv 10,1-10; B: Gv 10,11-18). Nel terzo anno (C) si legge un passaggio evangelico in cui viene ripresentata, in modo esplicito, la figura delle pecore (Gv 10,27-30) e, in maniera implicita, quella del pastore. Si è solo pochi versetti dopo, tuttavia il contesto è divenuto profondamente diverso. In...

Le pecore sono del Signore

III domenica di Pasqua At 5,27-31.40-41; Sal 30 (29); Ap 5,11-14; Gv 21,1-19 Nella redazione attuale, il Vangelo di Giovanni colloca nel suo ultimo capitolo una scena in qualche modo accostabile a quella matteana del «primato di Pietro» (Mt 16,17-19). In Matteo l’«investitura» è seguita immediatamente dal primo annuncio della passione; si tratta di parole non comprese da Pietro che, per questo motivo, rimprovera Gesù il quale, a sua volta, lo qualifica come «Satana» poiché gli è di scandalo ragionando secondo gli uomini e non...

Le piaghe del Risorto

II domenica di Pasqua At 5,12-16; Sal 118 (117); Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-31 Era la Parasceve e i corpi non dovevano restare esposti in quel grande sabato. Vennero i soldati a spezzare le gambe ai crocifissi. Gesù però era già morto. Uno dei soldati lo colpì con la lancia al fianco e subito ne uscì sangue e acqua. Quell’atto, all’apparenza inutile, è sottolineato con enfasi dal Vangelo: «Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo...