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Attualità
Attualità, 18/2022, 15/10/2022, pag. 554

Francesco – Non uccidere: sia il colpevole sia l’innocente

Luciano Eusebi

Il Catechismo della Chiesa cattolica, con riguardo al divieto di uccidere, gioca sull’equivoco. Già nel n. 2.258, che apre il settore relativo al quinto comandamento, dichiara infatti, citando Donum vitae, che «nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente». E il termine innocente ricorre altre 7 volte nei numeri successivi, allo scopo di precisare l’oggetto di quel divieto. Con tutta la palese ambiguità prodotta da una simile scelta.

 

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Una sfida improrogabile: rendere comprensibili i contenuti della fede

Luciano Eusebi

Non sono un teologo; ma da fedele laico avverto da tempo l’esigenza che la Chiesa affronti seriamente il problema di lasciar intendere, oggi, in che cosa credono i cristiani. Superando l’alibi della secolarizzazione, che consente di riferire ad extra ogni responsabilità per la diffusa indifferenza religiosa: davvero siamo incompresi, o piuttosto non ci facciamo comprendere?

 

Attualità, 2021-22

Italia - Fine vita: morte terapeutica?

Dal recente caso nelle Marche al dibattito parlamentare. Il ruolo del Servizio sanitario nazionale

Luciano Eusebi

Oggi nessuno sostiene logiche di cosiddetto accanimento terapeutico e, come mai prima, siamo in grado di liberare il paziente dal dolore anche nelle fasi estreme di malattia. La legge n. 219/2017 esige, del resto, il consenso del paziente a qualsiasi trattamento sanitario, compresa la sua prosecuzione. Esige, inoltre, che siano assicurate sempre le cure palliative, che nei casi limitati in cui ciò sia necessario possono ricomprendere, in fase terminale, anche la sedazione profonda. 

Attualità, 2019-22

Italia - Fine vita: la risalita?

A commento della sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale

Luciano Eusebi

Attraverso la sentenza n. 242/2019 la Corte costituzionale ha reso operativo un ambito di cooperazione non punibile all’intento del malato di darsi la morte, confermando l’indirizzo espresso nell’ordinanza n. 207/ 2018, con cui aveva sollecitato il Parlamento a legiferare – cosa non avvenuta – in conformità ai criteri in essa indicati. La Corte, che dunque aveva già scelto di compiere simile passaggio, ora lo attua precisandone alcuni presupposti: che rispondono, parrebbe, a un intervenuto proposito delimitativo, ma la cui incidenza pratica resta incerta.