Attualità, 6/2013, 15/03/2013, pag. 133
Stati Uniti - Gesuiti: Quarant’anni di aborto
Il 22 gennaio 1973, con una maggioranza di sette giudici a favore e due contrari, la Corte suprema degli Stati Uniti pronunciava due sentenze che rendevano legale l’aborto in tutta la nazione. Con il caso principale, Roe contro Wade, venivano abrogate tutte le leggi statali che vietavano l’aborto: si riconosceva l’aborto come un diritto a prescindere da qualsiasi circostanza che non fosse la libera scelta della donna. Con il caso gemello, Doe contro Bolton, si estendeva il diritto ad abortire all’intera durata della gravidanza. La legislazione precedente alle sentenze Roe-Doe prevedeva che l’aborto fosse disciplinato da ogni stato secondo leggi proprie. Nella maggior parte degli stati, essendo considerato reato, l’aborto non poteva essere praticato in nessun caso, mentre in alcuni di essi quest’ultimo era consentito solo in determinate circostanze: gravi problemi di salute della donna, violenza carnale, malformazioni del feto. Solo in quattro stati il requisito legale sufficiente era la richiesta di abortire da parte della donna.
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