Attualità, 4/2013, 15/02/2013, pag. 82
Medio Oriente - Israele: differenze e convivenze. Intervista al custode di Terra Santa, Pizzaballa
In fondo all’austero corridoio dello Studio teologico antoniano di Bologna, poco illuminato da una pallida giornata invernale, mi attende Pierbattista Pizzaballa, francescano minore, da nove anni custode di Terra santa. In Italia per alcuni giorni di riposo, è di passaggio, dopo lungo tempo, sui luoghi in cui ha iniziato il suo percorso di formazione teologica, poi completato allo Studium biblicum franciscanum di Gerusalemme. Dal 1999 è a servizio di quella singolare provincia religiosa che prende il nome di Custodia di Terra santa, una fraternità dell’Ordine dei frati minori, che «vivendo in Terra santa custodisce, studia e rende accoglienti i luoghi dell’origine della fede cristiana». Docente di ebraico moderno presso la Facoltà francescana di Scienze bibliche e archeologiche e nell’ambito della comunità del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha svolto il suo ministero pastorale coi cristiani di espressione ebraica, comunità per le quali si è impegnato anche nella traduzione del Messale. Nel 2009, come custode, ha fatto gli onori di casa durante la visita di Benedetto XVI in Terra santa; nel 2010 ha partecipato con un intervento al Sinodo per il Medio Oriente. Accetta di incontrarmi a poche ore dalla sua partenza, e la nostra conversazione inizia dall’accordo in via di definizione tra la Santa Sede e Israele.
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