M. Crociata
«Di che cosa parliamo quando parliamo di nuova evangelizzazione?». Consapevole della tentazione di «gattopardismo pastorale» – il «dire di voler cambiare tutto, perché tutto resti come prima» – e del rischio di insignificanza (il «farsi sempre più vago e impreciso») che grava su un tale «lemma-ombrello», il segretario generale della Conferenza episcopale, mons. Mariano Crociata, traccia una storia del concetto e analizza le sue ricadute nella situazione pastorale italiana. Descritta con l’immagine del «cantiere», nel quale deve essere presa con decisione la via del «secondo
(primo) annuncio», anche la Chiesa in Italia si confronta oggi con il «nuovo stile di Chiesa» che papa Francesco ha espresso attraverso le immagini del «riscaldare il cuore» e del «curare le ferite». Il mutato contesto socio-culturale, «che porta con sé un’esigenza di autenticità, di scelta in prima persona nella libertà», richiamo «a una relazionalità ricca e positiva»;
e insieme l’urgenza della «missione laicale» e l’«inesauribile attualità del Vangelo» emergono al presente come declinazione di quel «nuova», che «costituisce la variabile di un compito che la Chiesa vive da duemila anni».
Studio del mese, 15/11/2013, pag. 663