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Attualità
Attualità, 20/2013, 15/11/2013, pag. 663

La nuova evangelizzazione e la Chiesa in Italia: per un nuovo annuncio. Osservazioni pastorali

M. Crociata
«Di che cosa parliamo quando parliamo di nuova evangelizzazione?». Consapevole della tentazione di «gattopardismo pastorale» – il «dire di voler cambiare tutto, perché tutto resti come prima» – e del rischio di insignificanza (il «farsi sempre più vago e impreciso») che grava su un tale «lemma-ombrello», il segretario generale della Conferenza episcopale, mons. Mariano Crociata, traccia una storia del concetto e analizza le sue ricadute nella situazione pastorale italiana. Descritta con l’immagine del «cantiere», nel quale deve essere presa con decisione la via del «secondo (primo) annuncio», anche la Chiesa in Italia si confronta oggi con il «nuovo stile di Chiesa» che papa Francesco ha espresso attraverso le immagini del «riscaldare il cuore» e del «curare le ferite». Il mutato contesto socio-culturale, «che porta con sé un’esigenza di autenticità, di scelta in prima persona nella libertà», richiamo «a una relazionalità ricca e positiva»; e insieme l’urgenza della «missione laicale» e l’«inesauribile attualità del Vangelo» emergono al presente come declinazione di quel «nuova», che «costituisce la variabile di un compito che la Chiesa vive da duemila anni».

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Confronto e aspettative. 51a Assemblea generale della Conferenza dei superiori maggiori (CISM)

A. Lorenzelli, M. Crociata
«Siamo in una stagione di potatura, non di disboscamento»: con questa immagine il presidente della Conferenza italiana dei superiori maggiori (CISM), p. Alberto Lorenzelli, ha sintetizzato nella sua relazione di apertura il momento di «affanno», ma al tempo stesso di potenzialità vive da esprimere in modo nuovo, che sperimenta oggi la vita religiosa nel nostro paese. Nel corso della 51a Assemblea generale italiana della CISM sul tema «Confronto e aspettative sul futuro della Chiesa in Italia. Quale compito dei religiosi?» (Firenze, 7-11 novembre 2011) il ruolo dei consacrati nella Chiesa italiana è stato l’oggetto dell’intervento del segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, su «Religiosi e Chiesa locale. Convergenze e divergenze nell’interazione ecclesiale» (10 novembre). Oltre a essere segno della dimensione universale della Chiesa e della fraternità come espressione della sequela di Gesù e della comunione vissuta, oggi la vita consacrata deve assumere un particolare rilievo nella pastorale a partire dalla sua secolare esperienza e diffusa presenza nell’ambito educativo.
Documenti, 2012-1

Confronto e aspettative. Religiosi e Chiesa locale

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Signore, da chi andremo? XXV Congresso eucaristico nazionale - Ancona, 3-11 settembre 2011

E. Ronchi; M. Chiodi; M. Crociata
L’eucaristia come «il segreto della vita di Gesù (…) una vita buona, bella e beata» (Ronchi); come presenza di misericordia nella cura della fragilità umana (Chiodi), e come testimonianza coerente della «forza trasformante della fede (…) per i rapporti sociali» (Crociata). Tra le decine di interventi pubblici che hanno costellato la settimana di celebrazione, ad Ancona e nelle diocesi suffraganee, del XXV Congresso eucaristico nazionale, ripartiti tra gli ambiti di riflessione che già avevano scandito il Convegno ecclesiale nazionale di Verona (2006), i tre che abbiamo scelto di pubblicare paiono particolarmente adatti a descrivere «la qualità eucaristica dell’esistenza cristiana» (Crociata). Il Congresso, aperto il 3 settembre dal legato pontificio card. G.B. Re e dall’arcivescovo mons. Menichelli (cf. riquadro a p. 530), si è concluso domenica 11 ad Ancona con la santa messa presieduta da Benedetto XVI, il quale nell’omelia ha a sua volta riassunto l’insieme dei lavori e degli eventi congressuali nella coltivazione di una «spiritualità eucaristica, (…) vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana» (cf. riquadro a p. 534).