Attualità, 20/2012, 15/11/2012, pag. 669
Psicanalisi - Teologia: la parola fatta silenzio. I significati di trascendenza e incarnazione
Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere» – così, nella Prefazione al suo libro più noto, Ludwig Wittgenstein. Con il proposito di dar ascolto a questa preziosa indicazione, mi accingo a tratteggiare qualche linea intorno a quell’evento che va sotto il nome di «silenzio» – perché di accadimento si tratta. Infatti, sebbene lo si ritenga in certo senso condizione di possibilità della parola, versante dal quale essa si sporge, il silenzio è pur sempre qualcosa di cui facciamo esperienza, almeno come sospensione della parola, e perciò succede, avviene, quindi è evento. Per tale ragione, del silenzio si può parlare. Dal momento che ne fa esperienza, ognuno, a suo modo, ne sa qualcosa.
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