Attualità, 6/2010, 15/03/2010, pag. 211
Cantare insieme. Unicità di un legame che nega le individualità
In base a una consuetudine discutibile ma consolidata, uno dei primi parametri per giudicare la nuova edizione di un’enciclopedia o di un dizionario tematico è di andare a vedere quali voci mancano o, in subordine, specie se si tratta di Garzantine, di soppesare quante righe sono state concesse a un lemma rispetto a un altro. Si tratta di prassi spesso mosse da intenti polemici e quindi, per lo più, di basso profilo. Tuttavia a volte si è spinti dall’autentico desiderio di vedere se sia presente quanto riteniamo importante e si patisce una certa delusione se non lo troviamo. È, per esempio, raro rinvenire nei dizionari biblico-teologici una voce dedicata in modo esplicito al canto (o, in senso più lato, alla musica). Ovviamente non è vero il contrario; nei dizionari liturgici o musicali compaiono sempre riferimenti biblici. Da ciò consegue che, per limitarci all’esemplificazione più ovvia, le maniere a noi accessibili di cantare i Salmi sono slegate dai procedimenti volti a favorire l’originaria comprensione del testo e viceversa.
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